lunedì 26 novembre 2007

Sabato 24 Manifestazione contro le violenze sulle donne


Effetto palco, fuori programma

di Ida Dominijanni

su Il Manifesto del 25/11/2007



Si fa presto a dire «intolleranza», come fa la presidente del Telefono Rosa, o addirittura «ingiustificabile prevaricazione», come fa la presidente dei senatori dell'Ulivo Anna Finocchiaro. Si fa presto a giocare con le parole, come fa la ministra Melandri, dando delle «violente» alle militanti anti-violenza che l'hanno contestata. Si fa presto a titolare sulle contestazioni a Melandri, Turco, Pollastrini, Prestigiacomo, come fanno in coro le tv, dopo aver contribuito con le dirette a mettere al centro della scena le politiche di professione.
La verità è che le organizzatrici erano state chiare nelle loro intenzioni della vigilia: non volevano tra loro personalità politiche che avessero aderito al family day, che avessero preso posizioni familiste contrarie vuoi all'autodeterminazione femminile vuoi al riconoscimento di gay trans e lesbiche, che avessero dato il loro ok al pacchetto sicurezza, che avessero dato fiato alle campagne razziste anti-migranti in nome della tutela delle donne. Non erano esclusioni ad personam, e nemmeno riportabili alle consuete discriminanti dello scacchiere politico, destra-sinistra o governo-opposizione. Erano discriminanti politiche di merito, rivolte a destra e a sinistra, all'opposizione e al governo, che sarebbe stato opportuno prendere sul serio, perché sul serio vincolavano il programma anti-violenza della manifestazione a un orientamento anti-familista, anti-omofobico, anti-securitario, anti-razzista.
Ministre ed ex-ministre non l'hanno preso sul serio, bypassando allegramente i loro trascorsi familisti (Prestigiacomo) e le loro connivenze securitarie (Turco, Pollastrini, Melandri). E figurandosi - al solito - una manifestazione di donne come un giulivo raduno impolitico, tenuto insieme dal minimo comun denominatore del no alle botte e agli stupri e indifferente al (o manipolabile dal) modo in cui la politica istituzionale declina quotidianamente il tema della violenza. Ci hanno aggiunto infine il sale e il pepe dell'arrivo al corteo sotto scorta (Prestigiacomo, anche se su questo particolare le testimonianze divergono), e dell'automatico accomodarsi sotto i riflettori de La7 (Turco, Pollastrini e Melandri). Come non avessero mai sentito dire, queste ultime, che alle forme della rappresentazione mediatica il movimento femminista è da sempre sensibile quanto e più che alle forme della rappresentanza politica. E che se una manifestazione sceglie di concludersi in una piazza senza palco e senza leader, non è per fare spazio a una leadership di governo su un palco televisivo.

2 commenti:

Laurina ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Laurina ha detto...

riporto l'articolo scritto da Elena Belotti,Dacia Maraini,C.Galimberti,F.Sancin,G.Sgrena,E.Doni comparso oggi su repubblica:
"siamo rimaste stupite ed amareggiate nel leggere i resoconti e il commento che Repubblica ha fatto della manifestazione contro la violenza sulle donne.Noi c'eravamo e possiamo testimoniare che il clima non era davvero di "rabbia".Se alcuni uomini sono stati allontanati noi ne abbiamo visti molti dentro il corteo, in compagnia delle donne. E numerosi sono stati i giornalisti e i fotografi. Ci sono stati, purtroppo, episodi di inciviltà verso le donne politiche: iniziativa di piccoli gruppi estremisti che non hanno però assolutamente inquinato il clima del grande,civile evento contro la violenza alle donne.Una violenza alla verità è invece bollare come intollerante un corteo in cui solo alcuni, pochi elementi si sono comportati in modo diverso"

Ho letto che ancora una volta poche estremiste hanno rubato i titoli (?)mmmmm forse è meglio dire sotto iniziativa dei giornalisti?!?!?!...beh..come diceva qualcuno,avranno pure rubato i titoli MA NON L'INIZIATIVA!!!
..e comunque mi chiedo il perchè La 7 abbia dovuto sistemare due sedie sul palco montato in piazza Navona, destinate ad accogliere i sederini delle ministre Turco e Melandri...ma per un giorno i politici non potrebbero limitarsi ad ascoltare?

Era la giusta occasione in cui la parola sarebbe dovuta andare alle donne, ma non a quelle politiche ..a quelle "dal basso" e per l'ennesima volta le trasmissioni di informazioni non si sono sapute sottrarre alla loro indole megalomane!
Ciao a tutti
Laurina