martedì 20 maggio 2008

Tosi risponde al corteo Antifascista

Comunicato: La Verona che vuole vivere,

l'Amministrazione che oltraggia la memoria di un morto.

Sabato 17 maggio in più di diecimila persone (la manifestazione più grande che la nostra città ricordi negli ultimi decenni) abbiamo attraversato pacificamente Verona per ricordare Nicola Tommasoli, per denunciare un assassinio figlio del razzismo contro il “diverso”, dell’incultura neofascista diffusa tra i giovani della nostra città e fomentata da gruppi e organizzazioni con cui l’amministrazione cittadina ha e continua ad avere imbarazzanti e censurabili rapporti. C’è chi si scaglia contro i mass media per denunciare una presunta “gogna mediatica” nei confronti di Verona. Cosa dovremmo dire noi, di una manifestazione con migliaia di persone raccontata dalla stampa solo (o quasi) per gli episodi del tutto marginali di alcune decine?

Noi, al contrario, pensiamo che Verona debba continuare a guardarsi allo specchio e ad interrogarsi seriamente per riconoscere la matrice delle troppe aggressioni degli ultimi anni, culminate nell’assassinio di Nicola. Chi ha manifestato ha condiviso la volontà di costruire una Verona diversa, accogliente, libera, senza paura. Ha visto centinaia di veronesi senza bandiere aprire il corteo camminando, in un silenzio carico di dolore e di significato, dietro lo striscione arancio “Nicola è ognuno di noi”. Ha visto migliaia di persone (associazioni, movimenti, centri sociali, gruppi antagonisti) gridare slogan contro il fascismo. Ha visto migliaia di persone, in coda al corteo, manifestare dietro le insegne dei partiti che hanno voluto essere in piazza. Una manifestazione costruita dal basso, pubblicamente, con un’assemblea aperta alla cittadinanza.

Di fronte a tutto ciò Tosi vede solamente una vetrina rotta, e qualche scritta. Continua, come sempre, a indicare la pagliuzza senza vedere la trave, a parlare di panchine invece che di persone, di divieti invece che di rapporti umani. Di piazze da ripulire invece che di piazze da vivere e da riempire. Noi non strumentalizziamo nessuno, non infanghiamo nessuno. Non intendiamo monopolizzare la memoria di nessuno. Vogliamo solo ribadire che al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi, e che questo non deve mai più accadere.

Non solo Tosi, a cui la città dovrebbe chiedere i danni per le continue dimostrazioni di intolleranza. Anche Bonfante, del PD, forse non si rende conto della gravità delle sue dichiarazioni. Paragonare una vetrina rotta all’assassinio di un ragazzo, questo sì che è un atto irresponsabile, e che infanga la memoria di chi è stato ucciso. Ma a noi tutto questo interessa poco. Ci interessa raccontare di una città che per un giorno è stata viva, partecipata e diversa. Dovrebbe esserlo tutti i giorni.

Passata solo qualche ora, l'Amministrazione ha risposto ai diecimila manifestanti e alla città intera rimuovendo tutti i fiori, i biglietti, i cartelli e i segni di partecipazione che gli amici di Nicola e decine di cittadini e cittadine hanno portato in queste settimane nel luogo dell'aggressione, a Porta Leoni. Ora, lì, c'è il vuoto dell'oblio e della rimozione. Lo sdegno ci impone poche parole: questa non è solo intolleranza, questa è assenza di pietà per un morto, mancanza di rispetto e disprezzo per i tanti segni di un lutto pubblico e civile che rappresenta la parte sana di Verona. Tosi e la sua amministrazione, con questo atto, dimostrano di non avere la dignità di ricoprire alcun ruolo pubblico. Vergogna!

L'assemblea cittadina organizzatrice
della manifestazione del 17 maggio 2008

1 commento:

elkappe ha detto...

Casi Isolati?

Una scarna lista, di aggressioni e violenze sistematiche da parte di gruppi ed esponenti di estrema destra a verona. Solo dal 2001. Solo i fatti più gravi. Alcuni, compreso chi amministra questa città, parlano di casi isolati, di generico bullismo giovanile, di pochi imbecilli. Giudicate voi...

Maggio 2001: un gruppo di giovani di estrema destra aggredisce a Porta Leoni alcuni militanti di sinistra e del circolo Pink impegnati in un banchetto informativo. Tre degli aggressori vengono condannati nel 2005.

Gennaio 2003: un gruppo di esponenti di Forza Nuova entra negli studi dell'emittente televisiva Telenuovo dove si sta svolgendo un dibattito che vede, tra gli altri, la presenza dell'esponente musulmano Adel Smith. I militanti di Forza Nuova, in diretta TV, aggrediscono Smith e un suo collaboratore.

Gennaio 2004: un gruppo di estremisti di destra fa irruzione nell'osteria "Ai preti" nel quartiere di Veronetta, frequentata da giovani di sinistra, aggredendo i presenti.

Settembre 2004: di fronte ad un bar nei pressi dello stadio, poco prima di una partita, un appartenente alla tifoseria dell'Hellas Verona insulta ("Negro di merda!") un ragazzo di origine senegalese di passaggio. Il ragazzo di ferma a chiedere ragione dell'insulto e per tutta risposta riceve dal personaggio un boccale di birra in faccia, che gli procura una profonda e indelebile cicatrice sul volto.

Luglio 2005: cinque simpatizzanti (tra cui tre ragazze, una delle quali minorenne) del csoa La Chimica vengono aggrediti presso Volto San Luca da una trentina di estremisti di destra. Dagli insulti si passa immediatamente all'aggressione fisica, la loro automobile viene devastata a forza di calci e pugni. I cinque vengono tirati giù dall'auto di peso e colpiti ripetutamente con spranghe, tirapugni e coltelli. Il bilancio è gravissimo: mascella fratturata, oltre 150 punti di sutura, ematomi e tagli su tutto il corpo. Vengono fermate cinque persone, subito difese e "coperte" dai loro partiti di provenienza (Forza Nuova e Fiamma Tricolore).

Agosto 2005: tentativo di incendio del csoa La Chimica in Piazza Zagata. Le fiamme vengono domate dai pompieri prima che intacchino la struttura dell'edificio.

Gennaio 2006: all'uscita di un concerto di Massimo Bubola presso il teatro Filarmonico un attivista del csoa La Chimica viene riconosciuto da un gruppo di cinque fascisti e aggredito con calci e tirapugni, anche una volta caduto a terra. Due giorni prima una bottiglia incendiaria era stata lanciata contro il csoa La Chimica.

Giugno 2006: La Corte di Cassazione conferma le condanne nei confronti di quattro skin veronesi di estrema destra per violenza aggravata dal razzismo. Si erano resi responsabili di un pestaggio contro militanti antirazzisti nel 1996.

Estate 2006: varie bottiglie incendiarie, sassi e molotov lanciati ripetutamente contro la sede del csoa La Chimica.

Novembre 2006: tre persone (tra cui una ragazza) sulla strada di ritorno verso casa dopo aver passato la serata al csoa La Chimica vengono fermate e massacrate di calci, pugni e sprangate da una squadraccia di ronda. Nasi rotti, dreadlocks tirati e piearcing strappati. Nella stessa serata una ragazza e il fidanzato vengono malmenati (labbro spaccato) in Piazza Erbe in quanto Verona sarebbe "una città si classe " : per gli aggressori era indecoroso che i due ragazzi si fossero seduti per terra nel salotto buono della città. Contemporaneamente, si apprende di un'altra aggressione svoltasi sul Lago di Garda: quattro ragazzi, giovanissimi punk in parte ancora minorenni, vengono aggrediti da venti fascisti con mazze di ferro e tirapugni, subendo gravi lesioni e lacerazioni alle orecchie, da cui erano stati strappati degli orecchini. Pochi giorni prima, in centro a Verona, un'altro giovane punk simpatizzante dell'area anarchica era stato aggredito a colpi di casco in testa. Subito prima i suoi aggressori gli avevano chiesto delle sigarette.

Giugno 2007: la Digos di Verona annuncia la perquisizione di una ventina di abitazioni di personaggi legati all'estrema destra, autori di una lunga serie di aggressioni e pestaggi avvenuti in centro città dal marzo 2006 al giugno 2007 nei confronti di cosiddetti "diversi". I loro obiettivi si scoprono così essere semplicemente persone vestite in maniera alternativa, ma anche mangiatori di kebab o semplicemente persone coi capelli troppo lunghi. La cosa inquiestante è che tra queste persone, oltre ai soliti noti, ci sono tre degli accoltellatori di Volto San Luca (2005) e due che poi si macchieranno dell'omicidio di Nicola Tommasoli.

Settembre 2007: alcuni appartenenti alla sinistra antagonista vanno a bere un aperitivo in Piazza Erbe. Evidentemente la loro presenza rovina la festa a qualcuno che pensa bene di allontanarli, prima gridando insulti e minacce e poi passando alle vie di fatto con calci, pugni (anche qui labbra spaccate e zigomi gonfi) e magliette strappate. La cosa più inquietante è l'applauso generalizzato della Verona bene che assiste divertita alla scena: le "zecche" devono essere allontanate dal centro città, la loro presenza non è gradita.

Novembre 2007: un militante del csoa La Chimica viene riconosciuto da alcuni picchiatori fuori da un bar a Veronetta. Dagli insulti si passa rapidamente alle vie di fatto e il ragazzo viene ripetutamente colpito assieme ai suoi compagni accorsi a difenderlo. Un aggressore si accanisce sul suo occhio destro con calci e pugni. Dovrà essere operato d'urgenza per non perdere completamente la vista, ma subirà comunque lesioni permanenti.

Dicembre 2007: in centro vengono aggrediti tre para' perchè accusati di essere dei "terroni" dai soliti difensori della "veronesità", della quale il sindaco Tosi si fa portavoce. Emergono due cose inquietanti. La prima è che l'aggressione avviene ad opera di militanti di estrema destra che avevano appena partecipato (poco più di tre ore prima) ad una manifestazione indetta dal Veneto Fronte Skinhead e da Fiamma Tricolore contro la violenza; a questa manifestazione aveva partecipato in prima fila anche il sindaco Flavio Tosi. La seconda è che i fermati, per tale aggressione sono gli stessi autori dell'aggressione al militante del csoa La Chimica aggredito un mese prima a Veronetta.

Marzo 2008: un ragazzo di colore è in un bar della Valpolicella con gli amici. Tutto il bar sta cantando canzoni da stadio dell'Hellas Verona. Il ragazzo, con gli amici, si unisce ai cori. Ma il fatto di essere "negro" probabilmente infastidisce più di qualcuno. Nemmeno il tempo di apostrofarlo con i soliti epiteti, e la furia dei "butei" si accanisce sul ragazzino. Violenta a tale punto che il ragazzino è tutt'ora in sedia a rotelle e non riesce a camminare a causa delle lesioni subite. Agghiacciante l'omertà dei clienti e del gestore, tanto che la madre ha dovuto scrivere un accurato appello sulle colonne di un settimanale locale chiedendo a chi avesse visto qualcosa di farsi avanti.

Aprile 2008: al pub Time out, in pieno centro, uscire per un attimo può essere molto pericoloso. Un ragazzo dall'aspetto "alternativo" è con i suoi amici per una serata in compagnia. Esce per fumare una sigaretta, passa un gruppo di cinque/sei persone: è sufficiente uno sguardo per decidere che il ragazzo non è adatto al centro città. Un pugno diretto in faccia gli fa saltare tre denti e gli procura un taglio dall'occhio alla guancia.

Maggio 2008: l'epilogo più triste e quanto mai annunciato. Nicola Tommasoli sta passeggiando in centro con gli amici. E' un ragazzo qualsiasi. Ha solo i capelli lunghi e i jeans strappati. Basta questo per scatenare la furia omicida di cinque estremisti di destra, non militanti politici ma persone che, ormai da tempo, si sono nutrite di odio per il "diverso". Da subito, infatti, emerge che due dei cinque erano stati indagati per precedenti pestaggi e facevano parte di quelle bande che sistematicamente "pattugliano" il centro per ripulirlo da chi non è adatto ad una "città di classe". Uno di loro è risultato candidato nelle liste di Forza Nuova nelle scorse elezioni amministrative. Nella macchina usata per la fuga sono state rinvenute copie del programma elettorale di Forza Nuova.

All'incredibile serie di pestaggi, intimidazioni, incendi e violenze di firma neofascista che da molti anni si sono susseguiti a Verona, si può infine aggiungere il numero allucinante di violenze e assassinii avvenuti in questo territorio a danno di prostitute e immigrate: questi atti nascono dal terreno putrido seminato di odio e disprezzo dalla subcultura fascista e leghista, che arriva a considerare nulla la vita umana di donne e migranti.