lunedì 31 dicembre 2007

CELTICA...ntifà!

Splendido video realizzato dai Ragazzi del Celtic , che non perdono occasione di commemorare la resistenza antifascista, anche in trasferta a Milano lo scorso anno, assieme alla medaglia d'oro comandante Giovanni Pesce.

venerdì 28 dicembre 2007


Tieni pulita la tua città anche per le feste...

...UN BUON ANNO ANTIFASCSISTA A TUTTI!!!!

giovedì 27 dicembre 2007

Considerazioni su sabato 22


Domenica 23 dicembre, le cronache locali hanno dato ampio risalto alla tensione creatasi in piazza Mercurio, a Massa, tra partigiani, militanti della sinistra, giovani antifascisti da una parte e An ad altri gruppi di destra. Non è la prima volta che questo accade nella nostra provincia e ci sembra perciò necessaria qualche riflessione e constatazione.
Mentre nel Nord Italia, si estendono la xenofobia e razzismo anche a livello istituzionale,con i sindaci della cosiddetta Padania che pretendono di negare illegalmente la residenza nei loro comuni, a quegli extracomunitari e comunitari dell'est che non hanno lavoro e reddito, a Massa e Carrara devono sempre più spesso scendere in piazza per difendere e riaffermare i valori e la storia dell’antifascismo, vecchi partigiani come Ermenegildo Della Bianchina, giovani che si affacciano alla politica solo ora e rappresentanti delle forze politiche di sinistra, di Rifondazione, del Pcdi, dello Sd, degli anarchici e altri ancora.
Perchè questa forte reazione ogni volta che gli eredi del fascismo, vogliono imporre, alla città, anche con la violenza, le loro iniziative di falsificazione della storia della Resistenza e la celebrazione del loro infame passato? Perchè la nostra zona, i nostri paesi e le nostre città sono stati teatro di uno dei momenti più alti e drammatici della storia della Resistenza, dopo essere stati protagonisti di grandi lotte sociali alla fine dell’800 e agli inizi del ‘900 e della lotta antifascista durante il ventennio della dittatura: dai moti della Lunigiana del 1894 alla sollevazione delle donne di Carrara, del 7 luglio 1944, dalla lotta partigiana, alle stragi di Bergiola, Vinca, San Terenzo, Sant’Anna di Stazzema fino al referendum per la Repubblica, che vide Carrara schierarsi all’88,3 % contro la monarchia complice del fascismo, un filo rosso di rivolta e di lotta per la libertà e i diritti fondamentali percorre la nostra storia e ha lasciato una memoria forte e indelebile nei cuori e nelle menti della popolazione di questo territorio, che di fascismo, anche solo quello mistificatorio dei libri revisionistici, non vuole assolutamente saperne.
Va anche sottolineato che la lotta per la democrazia e l’antifascismo dimostra di essere in grado di unire le forze di sinistra, anche quando siano note per spaccare il capello in quattro e abbiano storie di settarismo. L’opposizione del 23, a Massa, contro il fascismo e post fascismo dimostra che la strada dell’unità politica è indicata e richiesta dai fatti e dalla partecipazione e mobilitazione molto più che dagli incontri diplomatici e dai confronti ideologici, come al tempo della Resistenza quando le urgenze di opporsi al nazifascismo, costrinsero tutti a mettere in secondo piano le rispettive posizioni, ideologie e divisioni, in vista di obiettivi immediati, irrinunciabili e non mediabili, come la conquista della libertà e della democrazia.

A.N.P.I. Carrara

Segnalazione caso inquietante di TSO


La seguente lettera è stata ricevuta e postata su informa-azione.info dal collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud di Pisa ..non ero totalmente all’oscuro dell’antipsichiatria,anzi..ma la rabbia che sale quando si leggono di queste storie è veramente incontenibile!!..dalla prima volta.. sempre la stessa rabbia! Le vicende avvengono 2 anni fa nella nostra zona..si parla di una ragazza trentenne che paga le conseguenze di non aver potuto ed è proprio il non aver potuto la cosa grave_far valere la propria volontà in una situazione in cui aveva tutto il diritto di poter decidere su se stessa .Conseguenza di questa situazione sono stati abusi sia fisici che mentali subiti per mesi e presentati come unica soluzione ad un problema che in realtà non esisteva..creato da farmaci prescritti in modo incosciente e quindi da risolversi,in una logica davvero perversa, tramite farmaci..la peggiore situazione,un cervello nonché un corpo in merda x neurolettici e ansiolitici!!a 30 anni!!...tutto ciò nella totale connivenza tra medici psichiatri, quasi in una rete di complicità nel non assumere le responsabilità di gravi effetti collaterali sul lungo termine che ricadono esattamente sopra le loro teste..la responsabilità di soffocare a loro discrezione emozioni negative che scaturiscono da normali eventi in cui l’uomo è coinvolto!


http://violetta.noblogs.org/post/2007/12/19/roba-da-psichiatri


Tso: sui tso e come difendersi www.informa-azione.info sapere con cosa si ha a che fare!

Leggete e riflettete!! Statemi bene..

_-Policiamatada-_

lunedì 24 dicembre 2007

Pacificazione?

ci chiamavano ribelli

domenica 23 dicembre 2007

Aggressione squadrista in centro a Massa

Vigliacchi conigli
I Neofascisti, respinti dal fronte Antirazzista a difesa della sede dell’ANPI di Massa, se la prendono con un banchetto di studenti di centro sinistra (unione degli studenti) che stavano volantinando di fronte al teatro Guglielmi di Massa.

Se qualcuno si chiedeva come mai abbiamo deciso di impedire che a un gruppo dichiaratamente fascista venisse concesso un luogo pubblico per riunirsi la risposta è arrivata puntuale alle 18:30.
Se non bastavano i lugubri cori e le bandiere nere ostentate con disinvoltura assieme ai boia chi molla, senza paura di smentirsi, i razzisti xenofobi locali (e non non essendo potuti entrare a palazzo Burdillon e poi revocato il permesso, la capacità di creare consenso e partecipazione è un elemento fondamentale [vedi resoconto del presidio]-, se la sono presa con un indifeso bacchetto di studenti, che avevano deciso di non partecipare alla mobilitazione proprio per timore di rimanere coinvolti in atti di violenza. I “valorosi camerati” prima scandiscono slogan inneggianti al nazismo e allo sterminio degli ebrei, in pieno centro durante l’ora dello shopping natalizio, e poi quando il giovane studente gli chiede di smetterla perché suo nonno è stato deportato durante la seconda guerra mondiale dai nazisti, gli sferrano una bottigliata in testa e si dileguano.
Allo studente colpito va tutta la nostra solidarietà, ma la solidarietà non basta!
Dobbiamo mobilitarci per rispondere ancora una volta in maniera ferma e civile, che per fascisti e razzisti non c’è alcun diritto di cittadinanza in terra Apuana.

Lunedì 24 dicembre alle ore 15:30 ci troveremo li dove è avvenuta l’aggressione, sotto il teatro Guglielmi di Massa. Non ne possiamo più di razzismo neofascismo e violenze squadriste!

Tutti i cittadini democratici sono chiamati a testimoniare la propria solidarietà al ragazzo ferito e a ribadire che non si tratta di scontro tra bande, di opposti estremismi, ma da una parte ci stanno violenti nostalgici razzisti xenofobi e dall’atra le forze democratiche antifasciste che hanno dato la democrazia, i diritti e la costituzione al nostro paese.

Resoconto della giornata di mobilitazione antifascista di Sabato 22 dicembre.


Causa disguido sull’orario del presidio arriviamo un po’ alla spicciolata , ma giusto in tempo per impedire il primo assalto a Palazzo Burdillon. Dopo 5 minuti dal nostro arrivo mentre si chiacchierava con i compagni già presenti sul da farsi arrivano, con un ora e mezzo di anticipo e una nutrita scorta di agenti in borghese ed in divisa 10 baldi giovini camerati per compiere la loro settimanale provocazione. Fin dalla mattina infatti era stata loro concessa una sala in un'altra zona della città, ma gli impiegabili neofascisti misti a post fascisti e protofascisti , decidono che l’unico posto adatto alla loro iniziativa e proprio sopra la sede dellANPI. La provocazione è palese, è un tentativo di ribadire la “forza” dei razzisti e di mostrare l’efficacia degli agganci di cui godono.
Il caso vuole però che ad attendere l’arrivo dei camerati ci sia un folto un gruppo di antifascisti che impediscono l’entrata nel palazzo. La tensione sale e per decine di minuti, ma nessuno si muove. Il presidio intanto continua a gonfiarsi di giovani compagne e compagni facce nuove, scendono dalla sede dell’anpi partigiani, arrivano consiglieri comunali ed esponenti politici. Nell’atrio del palazzo si conoscono nuovi compagni e si rivedono le vecchie facce del “movimento”. Continua così fino alle 18.00. di nuovo sale la tensione, di nuovo arrivano caschi e manganelli, ci rischieremo di fronte all’ingresso. NON SI PASSA! E non passano. I fasci sotto l’acqua accennano una presentazione sotto le tende della biblioteca, ma è una farsa, e chi ne dubitava, pochi minuti dopo sono di nuovo li slogan del ventennio e bandiere nere, miste a quelle di AN, sembra che ci sia un gran feeling tra ex camerati, Forse che Fini e la Russa non hanno comunicato la svolta di Fiuggi qui a Massa? Che strana presentazione per questo libro, bandiere a tutto spiano, ma adesso i libri si presentano sotto gli sventolii di bandiere?
18:30 arriva la notizia prima sussurrata poi la conferma telefonica, un compagno dell’unione degli studenti è stato ferito da una bottigliata in testa, non ci servono altre descrizioni, sappiamo già la dinamica, un classico, ma per gli zelanti carabinieri che dubitavano fino all’ultimo arriva via cellulare anche la conferma che ha colpire è stato un estremista di destra di Massa. Lo sapevamo che non se la sarebbero di certo presa con noi, lo sapevamo che razza di vigliacchi fossero, ma ogni volta la dignità di indignarci ci resta e sale la tensione.
La politica di palazzo nel frattempo fa il suo lento corso, arriva la disdetta per i fasci ad usare la sala del palazzo, alla buon ora, c’era bisogno di tutto questo casino? Ma non bastava vedere la presenza della Fiamma sopra la sede dell’ANPI per addurre motivi di ordine pubblico?
Fatto sta che la mediazione arriva peggio di una doccia gelata, per farli andare via dalla piazza, dobbiamo spostare il presidio per consentire ai carabinieri di presidiare l’ingresso del Palazzo…altra patetica farsa per salvare la faccia al sindaco e la prefetto, ma non ci stiamo, noi abbiamo tutelato la sede dell’ANPI dalle 14 alle 18;30 e adesso dopo 4 ore e mezzo di provocazioni e fronteggiamento, dovremmo lasciare campo libero?
Dovremmo accettare l’equiparazione ai missini, ai neofascisti? Non se ne parla! La piazza è nostra
Gli indesiderati al posto sbagliato sono altri e la colpa non è certo nostra.
Teniamo un cordone di sicurezza sulla porta e nell’atrio del nostro palazzo Burdillon, ci facciamo l’assemblea per decidere come affrontare l’ennesima aggressione.
Appuntamento a Lunedì 24 dicembre ore 15:30 presidio di solidarietà contro lo squadrismo fascista. Li dove è avvenuta l’aggressione, sotto il teatro Guglielmi.
A Massa non si passa!

sabato 22 dicembre 2007

Agiornamento!


Allerta antifascista!
Dalle ore 14 presidio presso piazza del mercato (quella sotto p.za mercurio con la statua di Afrodita).

venerdì 21 dicembre 2007


APPUNTAMENTO SABATO 22 DICEMBRE ALLE 15.00 NELLA SEDE DELL’ANPI DI MASSA AL PRIMO PIANO DELLA SEDE COMUNALE DI PALAZZO BOURDILLON (PIAZZA MARCURIO)



NE’ SOTTO L’A.N.P.I. NE’ ALTROVE !
è questa la nostra reazione alla notizia dell’iniziativa fascista di sabato prossimo.

Siamo cittadini antifascisti indignati: Alleanza Nazionale, Azione Giovani, Blocco Studentesco e MSI hanno organizzato per sabato prossimo, un’iniziativa per sostenere l’innocenza del Nar neofascista Luigi Ciavardini. Per questa iniziativa gli stessi che vorrebbero la chiusura dell’ANPI hanno chiesto alle istituzioni una sala pubblica proprio nel palazzo in Piazza Mercurio a Massa che ne ospita la sede.
Noi, come cittadini e come antifascisti, chiediamo che venga ritirato il permesso di realizzare l’iniziativa ne lì ne in qualsiasi sala pubblica di una città medaglia d’oro per la Resistenza dove i fascisti non devono parlare, soprattutto se lo fanno per riabilitare la figura di un terrorista neofascista dei Nar come Luigi Ciavardini. Le istituzioni hanno il dovere di difendere gli ideali di vera democrazia come quello dell’antifascismo, impedendo che questa iniziativa abbia luogo.

PER I NEOFASCISTI,
NULLA DA RIVENDICARE

Senza entrare nel merito della questione giuridica riguardante Ciavardini, ribadiamo quella politica: VIA I FASCISTI DALLA NOSTRA CITTA’!
Ciavardini era un Nar, ovvero un neofascista dedito ad azioni terroristiche durante gli anni di piombo del nostro Paese ed è per questo che deve pagare il conto con la storia e con la galera. Come difensori dei valori dell’antifascismo e della Resistenza ci sentiamo in dovere di impedire questa iniziativa o quanto meno di stimolare le istituzioni alla responsabilità morale affinché facciano in modo che questa iniziativa non abbia un carattere pubblico!!!

ESSERE ANTIFASCISTI OGGI,
UN VALORE DA NON DIMENTICARE


Il fascismo oggi ha un nuovo volto, non si chiama neppure più fascismo e si riesce a camuffare in iniziative e in tattiche di marketing, in sfruttamento dei lavoratori e in xenofobia, ma noi sappiamo ancora riconoscerlo smascherarlo e chiamarlo con il suo nome. Ci riconosciamo ancora nella lotta di Resistenza che ha fatto nascere la nostra Costituzione e siamo pronti a difendere questi valori universali, indispensabili e basilari per qualsiasi società che abbia il buon senso e la lotta ai soprusi come presupposti. Essere antifascisti oggi significa lottare contro le ingiustizie e nello specifico di questo caso, contro questa iniziativa.
La sede ANPI sabato sarà aperta per tutti coloro che vorranno essere presenti e fare la tessera 2008.


COORDINAMENTO ANTIFASCISTA DI MASSA E CARRARA

giovedì 20 dicembre 2007

Allerta antifascista! Sabato 22 dicembre Massa


come avrete letto qui sotto Sabato pomeriggio a Massa gli antifascisti apuani saranno chiamati a tenere alto la storia della provincia e a lottare per il presente contro discriminazioni, razzismo me revisionismo, contro i principali fomentatori di Xenofobia e sessismo!

Sabato pomeriggio tutti a Massa.
Seguiranno aggiornamenti!

Sabato 22 dicembre Massa Mobilitazione Antifascista!

NE’ SOTTO L’A.N.P.I. NE’ ALTROVE !



Alleanza Nazionale dimostrando la sua vicinanza all’MSI Fiamma Tricolore, partito che non ha mai rinnegato la propria continuità ideologica con il fascismo, sabato pomeriggio vorrebbe presentare il libro “La strage di Bologna. Luigi Ciavardini: un caso giudiziario” nella sede comunale di palazzo Bourdillon. Senza entrare nel merito della sentenza che vede assolto Ciavardini vogliamo ricordare che comunque egli è stato membro del gruppo neo-fascista Terza Posizione e dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), gruppo terroristico dell’eversione nera legato ai servizi segreti deviati attivo in Italia dal 1977 al novembre del 1981, che in quattro anni hanno commesso 33 omicidi (senza contare i morti della Strage di Bologna per cui altri due militanti del gruppo, Fioravanti e Mambro, sono stati definitivamente condannati). Riteniamo che questo genere di iniziative, mascherate dal garantismo, sono invece il tentativo negazionista di chi vuol rivedere e riscrivere anche questa pagina della nostra storia. Ciò si ricollega alla politica più generale di quanti, come il partito della Fiamma Tricolore, chiedono la chiusura dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, per cancellare la verità storica della lotta di Resistenza al Nazifascismo su cui si fonda la nostra Repubblica.
In una provincia Medaglia d’Oro alla Resistenza chiediamo alle istituzioni quale memoria e quale rispetto abbiano per la propria storia se ritengono opportuno che tale iniziativa, non solo venga svolta, ma addirittura nel palazzo che ospita la sede dell’ANPI e del Centro di Documentazione “Linea Gotica”.
L’ANPI terrà aperta la propria sede sabato pomeriggio per permettere il tesseramento 2008 e per dimostrare che l’antifascismo è ancora vivo.

Antifascista Siempre




Cassazione: no attenuanti per aggressione antifascista



Roma,CASSAZIONE: NO ATTENUANTI PER AGGRESSIONE ANTIFASCISTA.


Non ha diritto alle attenuanti chi viene condannato per un’aggressione ai danni di nostalgici dell’eta’ mussoliniana. E’ quanto emerge da una sentenza della Cassazione con la quale e’ stata confermata la condanna inflitta dalla Corte d’appello di Milano ad un 52enne accusato di concorso in lesioni aggravate e porto abusivo di arma impropria, con riferimento ad un episodio avvenuto a piazzale Loreto, quando un gruppo di 5 persone che voleva deporre un mazzo di fiori in omaggio a Benito Mussolini era stato fermato da manifestanti di opposta fede politica. L’imputato si era rivolto alla Suprema Corte invocando, tra le altre cose, l’applicazione dell’attenuante in relazione al “ripudio del fascismo che informa la costituzione repubblicana”, nonche’ per il “carattere provocatorio” dell’iniziativa assunta dal gruppo di piazzale Loreto. Per i giudici della quinta sezione penale, pero’, il ricorso e’ “privo di fondamento”: l’attenuante dei motivi di particolare valore morale e sociale (art.62, comma 1, c.p.) “puo’ trovare applicazione – si legge nella sentenza n.46306 – soltanto quando la spinta a commettere il fatto valutato come illecito dall’ordinamento abbia tratto origine da valori comunemente avvertiti dalla coscienza collettiva: il che rimane escluso – spiegano gli ‘ermellini’ – ove i motivi abbiano carattere politico e, quindi, per loro stessa natura, non siano universalmente condivisi”. Nello stesso modo, “non e’ fondatamente invocabile – aggiungono i giudici di ‘Palazzaccio’ – l’attenuante della provocazione, in considerazione del fatto che la condotta denunciata come ‘fatto ingiusto’ non e’ descritta come direttamente offensiva nei confronti dell’imputato o di persone a lui legate da particolari rapporti, bensi’ di un sentimento diffuso, che si assume legato all’antifascismo immanente all’attuale assetto costituzionale e sociale e che per cio’ stesso – conclude la Cassazione – e’ prospettato come facente capo a un genere del tutto indeterminato di persone”.

martedì 18 dicembre 2007

INCIDENTI SUL LAVORO ALTRE VITTIME
ROMA - Ancora morti bianche. In poche ore cinque operai sono rimasti vittime di incidenti sul lavoro rispettivamente nell'Alessandrino, all'arsenale di Venezia, vicino Roma, alla Fiat di Melfi e nel Modenese.




VALENZA (ALESSANDRIA) - In una fornace un operaio di 53 anni, Franco Raselli, è stato schiacciato tra due carrelli di trasporto del materiale. La linea di produzione della fornace, la San Marco Terreal Italia, è stata sequestrata dal procuratore di Alessandria Michele Di Lecce. Nella fornace stanno indagando i carabinieri e i Servizi di prevenzione ambienti di lavoro (Spresal) dell'Asl.




VENEZIA - Un operaio di 55 anni, Maurizio Michielon, è morto in un incidente sul lavoro all'Arsenale di Venezia. L'uomo è stato travolto da alcune travi in legno che erano state accatastate in vista della messa in opera, ed è morto all'istante. L'operaio era dipendente della Iccem (società veneziana di costruzioni) chiamata al recupero e restauro di una serie di capannoni della parte civile dell'Arsenale, concessi al consorzio di ricerca e servizi Thetis. Sul posto sono interventi i carabinieri e gli operatori sanitari del Suem 118.




CECCHINA (ROMA) - Un operaio italiano di 22 anni è morto nell' ospedale di Albano Laziale a causa delle gravi ferite subite in seguito ad un incidente sul lavoro, avvenuto a Cecchina. L'operaio era dipendente di una ditta in appalto, incaricata della realizzazione di un impianto fognario. Per cause da accertare, durante le fasi di scarico di grossi tubi, uno di questi ha colpito il giovane, ferendolo gravemente. Trasportato in ospedale, l'operaio è morto poco dopo il ricovero. Sull'incidente indagano i carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo e gli ispettori del lavoro.




MELFI (POTENZA) - Un operaio è morto per le ferite e le lesioni subite in un incidente sul lavoro avvenuto, per cause tuttora imprecisate, nello stabilimento della Fiat, dove si produce la Grande Punto. Secondo quanto si è appreso, l'operaio è dipendente di una ditta esterna, con sede in Campania: stava pulendo un macchinario dai residui della produzione, nel reparto stampaggio, quando è stato investito o è rimasto schiacciato nella stessa apparecchiatura. L'operaio - del quale non è stato ancora reso noto il nome - è stato soccorso e trasportato in ospedale, ma è morto poco dopo il ricovero. Il segretario della Uilm, Vincenzo Tortorelli, ha detto che nel reparto stampaggio gli operai si sono astenuti dal lavoro per un'ora e ha ribadito "la necessità di approvare una legge per prevenire gli infortuni sul lavoro".




VIGNOLA (MODENA) - Un carpentiere bresciano, Marco Gagliardi, 38 anni, è morto nel pomeriggio precipitando da un'altezza di circa cinque metri mentre lavorava in un cantiere per la costruzione di un centro polifunzionale a Vignola, nel Modenese. Gagliardi viveva ad Angolo Terme e lavorava per una ditta bresciana. Era impegnato per la costruzione del solaio della struttura ed è intervenuto perché un pannello di cemento armato che doveva servire per la copertura del'impianto si era posizionato male dopo essere stato deposto da una gru. Ha perso l'equilibrio ed è caduto al suolo morendo sul colpo. Secondo le prime informazioni, che i Carabinieri stanno verificando, lavorava protetto da una imbragatura che però si é sfilato per spostarsi o che non ha retto al suo movimento.




OPERAIO GRAVISSIMO NEL PAVESE Un operaio di 33 anni, Alberto Legnaro, residente a Mortara (Pavia), è rimasto gravemente ferito in un infortunio sul lavoro avvenuto oggi nello stabilimento della ditta per la produzione di alluminio granulare 'Salpo' della frazione Cattanea di Mortara. La dinamica dell'incidente è tuttora al vaglio dei tecnici dell'Asl di Pavia, intervenuti sul posto assieme ai volontari della Croce Rossa, ai vigili del fuoco e ai carabinieri. Da una sommaria ricostruzione, comunque, sembra che l'operaio sia rimasto ustionato mentre cercava di spegnere le fiamme divampate all'interno dell'azienda per un corto circuito partito, verosimilmente, da in filo elettrico che pendeva in modo evidente dal soffitto. Quando si è scatenato l'incendio, Alberto Legnaro non ci ha pensato due volte: ha imbracciato l'estintore e si è diretto verso il rogo, venendo però investito da una violenta fiammata. Soccorso dai colleghi, il giovane operaio è stato trasportato in ambulanza al pronto soccorso dell'ospedale di Vigevano. Avendo riportato gravi ustioni al volto, al torace e alle braccia, però, per il 33enne si è reso necessario il trasferimento al nosocomio di Verona.


OPERAIO TRAVOLTO IN FONDERIA FRIULI, GRAVE Un operaio di Udine, H.C. le sue iniziali, di origine albanese, è rimasto gravemente ferito in un incidente sul lavoro che si è verificato oggi pomeriggio nella fonderia Forges di Cividale (Udine). A quanto si è appreso l'uomo stava lavorando su una barra del peso di diversi quintali che, per cause in corso di accertamento, lo ha travolto schiacciandolo. L'operaio è stato soccorso dal 118 ed è stato trasportato dall'elisoccorso all'ospedale di Udine, dove si trova ora ricoverato in condizioni gravi nel reparto di terapia intensiva. Sul posto i Carabinieri di Cividale.





Colosseo illuminato Questa sera il monumento simbolo universale di Roma verrà acceso per testimoniare la solidarietà di tutta la comunità ai familiari dei caduti sul lavoro e sottolineare l’importanza del diritto alla sicurezza sui luoghi di lavoro.


STORICO SI' DELL'ONU ALLA MORATORIA DELLA PENA DI MORTE


L'assemblea ha votato la risoluzione con 104 voti favorevoli, 54 contrari e 29 astenuti


Giornata storica al Palazzo di Vetro: l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a favore della moratoria contro la pena di morte. Sono le le 11.45 a New York, le 17.45 in Italia, quando alla conta dei voti si registrano 104 sì, 54 no e 29 astenuti. Il testo della risoluzione Onu, che comunque non è vincolante, esorta gli Stati che mantengono la pena di morte ad abolirla completamente e, nel frattempo, li invita a stabilire una moratoria sulle esecuzioni. Il risultato di oggi, nei numeri, va ben al di là delle aspettative. Il 15 novembre scorso il documento sulla moratoria era stato approvato in commissione con 99 voti favorevoli: contrari, in un'inedita alleanza, anche Stati Uniti e Iran. Lo stop alle esecuzioni capitali votato dal Palazzo di Vetro è un vero e proprio successo dell'Italia, che da circa 13 anni è in prima fila in questa battaglia. "E' un giorno storico", ha commentato a caldo il premier italiano Romano Prodi. Dello stesso parere il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. La decisione odierna dell'Onu dà l'opportunità di aprire un dibattito "anche in vista dell'abolizione della pena di morte", ha spiegato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema, che ha seguito passo passo le votazioni al Palazzo di Vetro.

lunedì 17 dicembre 2007

Eurostar, l'odissea finisce in tribunale



Li hanno lasciati soli. In mezzo a una campagna del casertano, tra Capua e Pastorano, con l'impianto di riscaldamento guasto

I 450 passeggeri che venerdì alle 12 e 17 a Lecce hanno preso l'Eurostar delle Ferrovie dello Stato per arrivare a Roma, pensavano di approfittare del massimo livello di qualità offerto dalla società guidata dall'ad Mauro Moretti. Non è stato così. Un'avaria ha bloccato il convoglio per sette ore. E un normale trasferimento si è trasformato in un incubo di venti ore. Tanto c'è voluto a far mettere il piede sull'agognata stazione Termini ai viaggiatori inferociti e vessati. Per loro l'odissea però non finirà con le scuse dell'azienda e la promessa di un integrale rimborso del biglietto. No. Prima di separarsi in oltre 300 hanno firmato un foglio con il numero di cellulare di ognuno. E si sono ripromessi di portare le ferrovie in tribunale. Assistiti in questo anche dal Codacons che ha già messo in cantiere la possibilità di una class action contro Trenitalia. Non può essere altrimenti dopo l'incubo che hanno vissuto. Sono rimasti bloccati su un viadotto, con il maltempo che imperversava e con binari talmente ghiacciati da impedire qualunque manovra al macchinista. Soli, fermi nel buio, e soprattutto abbandonati da tutti. Così quando i più piccoli, tra cui un neonato di cinque mesi, i più deboli, hanno cominciato a piangere per la fame e il freddo, la paura ha preso il sopravvento. Ancora una volta l'inimmaginabile sui binari italiani si è realizzato. Non è pensabile, infatti, che in un secolo ad alta tecnologia un treno si blocchi per il ghiaccio senza possibilità di essere rimorchiato, in tempi brevi, in una stazione. E non è altrettanto possibile che i soccorsi arrivino dopo sette ore dallo stop. Non ci sono scusanti dal lato informativo. Elena Zazzeri, avvocato che si trovava in uno dei vagoni ha raccontato a Il Tempo: «I passeggeri hanno immediatamente avvisato tutti. Ferrovie, polizia, carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile sono stati immediatamente allertati. Ma per ore non si è visto nessuno». Non le Ferrovie che hanno mandato un convoglio di salvataggio solo dopo sette ore, dimostrando anche in quel caso l'incapacità di dominare l'emergenza. Dopo vari tentativi di trainare l'Eurostar guasto, senza successo, i passaggeri sono stati invitati ad attraversare i binari per salire sul treno giunto in soccorso. «Anche questo - racconta un passeggero - si è rotto dopo un centinaio di metri percorsi». Ma c'è un altro imputato per il disagio: la Protezione Civile. Un organismo che dovrebbe intervenire solo nei casi di emergenza. La notte del disastro gli operatori erano in attesa degli sventurati passeggeri alla stazione di Capua. Nessun mezzo si è messo in moto per andare incontro al treno bloccato. In questo caso non serviva l'addestramento particolare, ma solo il buon senso. La difesa abbozzata da Moretti non sembra soddisfacente. «Ci sono stati certamente errori - ha spiegato- perché? un treno non si deve mai fermare, ma abbiamo cercato di fare del nostro meglio». Debole anche la tesi del capo della protezione civile, Guido Bertolaso: «Siamo stati avvisati verso le nove, il blocco c'è stato intorno alle cinque. Avevamo dato la nostra disponibilità a portare soccorsi a bordo del treno, ma c'erano rischi per i nostri volontari legati all'attraversamento dei binari e all'alta tensione». Peccato che i passeggeri quei binari li abbiano attraversati al buio. Non è mancata la beffa. Ieri in serata Prodi sull'episodio ha detto: «Una cosa tremenda, ma c'erano migliaia di treni in giro».

Acireale, tragedia in casa




Catania - Doveva essere una giornata di festa. Un momento felice da trascorrere in famiglia, per il battesimo del piccolo Francesco. Ed invece è stata una mattanza: il bimbo, quattro mesi appena, e la sua mamma, Giovanna Toscano, 24 anni, sono stati uccisi, barbaramente sgozzati, nella loro casa. Principale sospettato, il convivente della donna e padre del bambino, Giovanni Prescimone, 48 anni. L’uomo, che si era dato alla fuga, ha avuto un incidente in autostrada, ricoverato in ospedale si trova in stato di fermo piantonato dai carabinieri. Le sue condizioni sono serie ma non sarebbe in pericolo di vita. Per lui l’accusa è quella di duplice omicidio aggravato.
Arriva da Acireale, grosso comune alle porte di Catania, la storia di questa ennesima tragedia familiare. Vittime una giovane donna, descritta da tutti come una brava ragazza tranquilla, e il suo bambino di soli 4 mesi. Movente, con ogni probabilità, la gelosia dell’uomo.
I cadaveri sono stati scoperti ieri pomeriggio intorno alle 16, dai genitori di Giovanna. I due erano andati a prendere la figlia e il nipotino a casa perché, insieme, avrebbero dovuto recarsi in chiesa per il battesimo. Ma mamma e figlio erano già morti, probabilmente da alcune ore. Nel soggiorno dell’abitazione, in via Nazionale, a poche centinaia di metri dalla rosticceria dove Giovanna lavorava, i due cadaveri, in una pozza di sangue, colpiti ripetutamente da un’arma da taglio. Sono stati gli stessi genitori della ragazza ad avvisare i carabinieri. I sospetti, immediatamente, sono caduti sul convivente della ragazza. Ma l’uomo non si trovava. Come non si trovavano un’altra bambina, nata dal precedente matrimonio di Prescimone, e una fiat Punto di proprietà della mamma di Giovanna. Nel pomeriggio la svolta. L’auto aveva avuto un brutto incidente sulla A19 Catania-Palermo all’altezza della galleria Firrarello. L’unico occupante, appunto Prescimone, era stato soccorso da un elicottero del 118 e ricoverato all’ospedale di Caltanissetta. La figlia dell’uomo, per fortuna, non era col padre. Prescimone l’aveva lasciata alla madre, non si sa ancora se prima del duplice delitto o subito dopo. Secondo gli investigatori la piccola, 11 anni, potrebbe aver assistito al delitto.

Genova G8, unici colpevoli i manifestanti...


Armi improprie, colpi ad altezza d'uomo, blindati lanciati contro la folla ed è solo il primo giorno, ecco cosa è accaduto alla luce del sole...


In breve la sentenza emessa dal tribunale di Genova in relazione agli unici 25 manifestanti imputati:

Il tribunale composto da Devoto, Gatti e Realini ha emesso la sentenza per il processo contro 25 manifestanti per i fatti del g8.

Di 25 manifestanti, una sola è l'assoluzione.
14 manifestanti sono stati condannati per danneggiamento per i fatti di via Tolemaide: le pene partono da 5 mesi e arrivano a 2 anni e 6 mesi (solo uno è stato condannato a 5 anni per lesioni all'autista del defender Filippo Cavataio). Per loro il reato di devastazione e saccheggio è stato derubricato, e la resistenza alla carica dei carabinieri è stata scriminata come reazione ad atto arbitrario e di conseguenza non costituisce reato (in pratica la reazione alla carica dei carabinieri è stata considerata legittima, ma non i danneggiamenti successivi).
10 manifestanti sono stati condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del cosiddetto blocco nero: le pene vanno da 6 anni a 11 anni. Per 4 di loro sono stati chiesti anche 3 anni di libertà vigilata e interdizione permanente dai pubblici uffici (ovvero dopo aver scontato la pena dovranno scontare anche 3 anni di libertà vigilata).

Per il capitano Antonio Bruno, il tenente Paolo Faedda, il Primo Dirigente Angelo Gaggiano, il Primo Dirigente Mario Mondelli è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.

A parte il pagamento delle spese processuali e di alcune limitate provisionali, i danni patrimoniali sono stati lasciati a un successivo giudizio civile. La beffa finale è che in ogni caso sempre in sede civile saranno da determinare e pagare i danni non patrimoniali - anche noti come danni di immagine - alla Presidenza del Consiglio (e questi dovranno pagarli tutti i 24 condannati o quasi).
In pratica la tesi per cui a offendere l'immagine dell'Italia sono stati i manifestanti è stata accolta.


Dedicato a tutti gli iper-legalitaristi, iper-securitaristi, per cui "prima di tutto il rispetto delle leggi".

Per l'appunto leggi e informati, prima di parlare e scrivere a vanvera, le fonti ci sono, i fatti sono incontrovertibili, i contesti da considerare necessari.

La verità fa male e ricordare costa fatica.


http://www.processig8.org/I_25.html

http://www.senzasoste.it/prima-pagina/genova-g8-supporto-legale-in-ogni-caso-nessun-rimorso-2.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova

Per scaricare il video OP- Genova 2001- gratuitamente da NGV: http://www.ngvision.org/mediabase/871


domenica 16 dicembre 2007

Sobrietà nordica


(Boghezio Kamikaze!)

(Signora ridotta sul lastrico - causa le troppe tasse pagate!)

(Raffinato comunicatore nordico, chiaro esempio della superiorità culturale padana)

Dal corte di vicenza

Siamo tornati ieri sera verso mezzanotte, così mi guardo un po' di giornali, pare che la manifestazione non ci sia stata... per raccontare il corteo ci affidiamo ad un grottesco articolo dedicato dal Giornale. Schizzofrenico come ogni buon pezzo del Tg4 quando tratta di sinistra della sinistra. Ottimo esempio di anti-giornalismo italiano.
Da notare la chicca finale del topos letterario che vuole i cittadini "bene" delle città invase -da orde di estremisti- rimanere disturbate difronte a cotanto anacronismo, mentre fanno l'attività che si addice ad ogni buon cittadino onesto, lo shopping!!!


Il popolo del «No» sfila a Vicenza: «Prodi traditore»
«Votan per la guerra, marcian per la pace: il centrosinistra è peggio dell'antrace». Pescando fior da fiore, abbiamo scelto un incipit soft e dalla divertente rima, certi che il lettore, non avvezzo al turpiloquio, apprezzerà.
Ma il resoconto del gran raduno anarchico, centrosocialesco, verderosso e no global di Vicenza dovrebbe, per onestà di cronaca riportare, tra le virgolette d'obbligo, tutte le pesantissime, testuali parole con cui il presidente Napolitano, Prodi e il suo governo «traditori dell'Italia e degli elettori» sono stati fatti a pezzi e presi a calci da quarantamila persone (per qualcuno ventimila, per altri ottantamila) che hanno protestato contro la nuova base americana a Vicenza che troverà collocazione nell'area dell'aeroporto civile Dal Molin. Lo spirito è un puro antiamericanismo di maniera.
Cominciamo dalla fine, dalla ciliegina sulla torta, di questa carnascialata, giustamente conclusa, in quanto tale, da un forbita prolusione di Dario Fo. «È questo un governo che fa di tutto per essere disprezzato perché ha tradito tutte le promesse. Un governo - sbotta dal palco di piazza Stazione il premio Nobel - a cui io dico: figli di puttana, voi avete distrutto il rapporto di fiducia con chi vi aveva scelto e votato. Noi non vi vogliamo più, non vi accettiamo più. Siete solo dei bugiardi». È soltanto il là. Il là che consente anche a don Andrea Gallo di andar su con la voce, apostrofando allo stesso modo di Dario Fo «i nostri responsabili». Vescovi e gerarchie ecclesiastiche, tutti figli di.... Anche loro? Mah.
Certo che oramai la quinta è innestata tanto che Cinzia Bottene, portavoce del presidio permanente “No al Dal Molin” rimanda al mittente, cioè al sindaco di Vicenza Enrico Hüllweck, le accuse di «imbecillità» che aveva rivolto ai più esagitati tra i suoi concittadini. E, a proposito di missili, ne lancia uno contro Napolitano: «Torni al suo posto. Torni a fare il garante della Costituzione e la smetta di fare la first lady del presidente Bush».
Nel corteo si eccitano gli animi, suonan le grancasse, i tamburi. E persino i saxofoni che accompagnano i vari Bella Ciao e Bandiera rossa. Mentre i bar proletari, sui camion al seguito, propongono a cinque euro bottiglioni di vino. Rosso naturalmente. Che il variegato popolo dei contestatori si passa fraternamente di bocca in bocca. Marciando al freddo e al gelo in una Vicenza distratta. E anche un po' scocciata."


giovedì 13 dicembre 2007

Un ordinaria Domenica.













Prima parte dell'intervista che sarà pubblicata interamente sull'EcoApuano di dicembre.


Carrara-Teramo-Carrara 2 Dicembre 2007

Continua l’approfondimento delle tematiche legate al mondo del tifo calcistico balzate agli “onori delle cronache nelle ultime settimane.

Oggi la Carrarese gioca a Teramo, ed è anche l’undicesimo anniversario della fondazione del gruppo Barbudos Carrara, quale migliore occasione per fare due chiacchiere se non un viaggio di 1.100 km su e giù per la penisola?

Si parte verso le 8:00, con un pulmino da 9 posti, causa disguidi vari entriamo in autostrada solo alle 9:15. Comincia già a balenare l’ipotesi che si arriverà tardi per vedere l’incontro. Con noi parte un altro dei gruppi supporter, affronteremo il viaggio assieme.

Ci accordiamo sui temi da affrontare durante il viaggio e le modalità: un intervista corale che mi impegno a riassumere.

Comincio con le domande, la prima riguarda il cambiamento che ha subito radicalmente il mondo del tifo organizzato in questi 11 anni:

-Anzitutto sono aumentati vertiginosamente affarismo e repressione, girano sempre più soldi sia in campo che fuori, gli sportivi appaiono sempre più personaggi del jetset e sempre meno come professionisti di una disciplina sportiva.

Il denaro è un potente elemento di corruzione capace di fare girare la testa non solo in campo,ma anche sugli spalti.

Di conseguenza spesso gli ideali e i principi che agli inizi caratterizzavano il mondo del tifo organizzato che si riconosce sotto la definizione ULTRAS, sono stati messi in secondo piano rispetto a esigenze molto più “spicciole”.

A contorno di tutto questo c’è un disegno più o meno nascosto, messo in piedi dai soggetti forti che sul calcio basano i propri fatturati, di ridurre la passione popolare per il calcio a mero bene di consumo da parte di una più ampia fetta di mercato “imborghesito”. Il calcio infatti fin dai suoi albori è stato un forte fattore di aggregazione sociale e conseguentemente gli stadi, e le curve in particolare, sono stati lo specchio in cui il sentire popolare si esprimeva più direttamente e con meno mediazioni.

Da quando la fonte di entrata principale del sistema calcio (società, in primis, ma anche lega, sponsor etc…) si è trasformata da biglietto a “scheda pay-tv” l’elemento di presenza diretta della popolazione è diventato un fattore di disturbo da eliminare e il tifoso con la sua voglia di partecipazione è diventato un pericoloso elemento di destabilizzazione del sistema-calcio, perché si vede, si sente, parla e ,a volte, pretende, recrimina e, magari, contesta. Spettatori silenti ( o ancora meglio “domestici”) invece pagano, non protestano, sono individualizzati e parcellizzati, atomizzati e ridotti all’impotenza.

Anche qui il parallelo con il mondo fuori dallo stadio è abbastanza evidente.

È proprio così, nelle curve e negli stadi il costume e le aspirazione sono mutati come sono mutati fuori dagli stadi. In curva infatti non ci va un gruppo di emarginati sociali per sfogare frustrazioni, come ci rappresentano i giornalisti e i benpensanti, ma (casomai) quei soggetti che non si accontentano di guardare passivi uno spettacolo, ma ritengono e vogliono attivamente partecipare al successo della propria squadra, che non rappresenta solo un team calcistico, ma un intera città.

Persone unite dalla volontà di organizzarsi e dal rispettare delle regole comuni autoimposte.

Mi pare che stiamo entrando dritti verso un altro argomento; quello dell’ideale ULTRAS. Ne possiamo parlare meglio in modo da poterlo comunicare a chi, magari, allo stadio non ci ha mai messo piede ma vuole farsi un idea

Ok, anzitutto per noi, ma non sempre è così, l’attaccamento alla maglia è l’attaccamento al simbolo della città.

A noi non interessa tanto il risultato sportivo, quanto la rappresentazione della città, e quindi del suo portato di valori di storia e di tradizione. I carrarini sono sobri testardi e fieri, lo ha dimostrato la storia, dalla sconfitto di Quinto Marcio Filippo ai moti del 1894, alle medaglie d’oro della Resistenza e pretendiamo dalla squadra, dalla dirigenza e dalla società un atteggiamento coerente con questa storia. Se ci interessassero solo i risultati sportivi dopo 7 play-out in 8 stagioni saremmo ancora qui?


Continua....


AUTOTRASPORTATORI: IL BLOCCO DELLE STRADE E’ FINITO MA L’EMERGENZA CONTINUA

Dopo tre giorni difficili finalmente autotrasportatori e Governo hanno trovato un accordo. Il Paese è lentamente ripartito, ma l’emergenza resta e resterà ancora per altri giorni. Fabbriche ancora chiuse per la mancanza di materie prime, banchi vuoti dei supermercati, fermi autobus e ambulanze per mancanza di carburante, bloccati importanti Festival e Spettacoli.
Se prima l’allarme riguardava il ripristino delle attività degli autotrasportatori, oggi riguarda la qualità dei prodotti che sono stati fermi nei tir in questi giorni.
Potrebbe avvenire, infatti, che vengano consegnati prodotti che hanno subito una mal conservazione, come ad esempio possono essere i surgelati che hanno bisogno di una temperatura costante per la loro idoneità. A tal proposito è fondamentale, da parte delle Autorità competenti, un maggiore controllo e vigilanza affinché i consumatori non si ritrovino sulle tavole merci che all’apparenza sembrano perfettamente conservate ma in realtà sono dannose e nocive.
Il disagio arrecato al nostro Paese, soprattutto in questo periodo natalizio in cui normalmente diversi prodotti subiscono un rincaro, ha portato ad ulteriori aumenti.
A tal proposito Adoc, Adusbef e Federconsumatori hanno già presentato esposti-denunce alle Principali dieci procure della Repubblica e chiedono, inoltre, alle Autorità, un intervento deciso soprattutto nella prevenzione di abusi e speculazioni.
Le associazioni invitano i consumatori a fare attenzione specialmente alle offerte di prodotti alimentari che generalmente non vengono messi in promozione ed inoltre consigliano, come sempre, ma a maggior ragione in questo momento, a controllore sia la data di scadenza che l’integrità della confezione del prodotto.
Federconsumatori invita a conservare lo scontrino dei prodotti alimentari acquistati, nell’eventualità di dover procedere a reclamare l’acquisto di un prodotto dannoso, oltre che presso le nostre associazioni, anche alle Istituzioni competenti.

VITE DA PRECARI, MORTI DA LAVORO


Ancora una volta, 4 ragazzi, 4 operai morti in una tragedia sul lavoro. I 4 della ThyssenKroup si aggiungono ad altre migliaia di uomini e donne, vittime di una battaglia dura e difficile, quella nel luogo di lavoro. Sono quasi mille le lavoratrici ed i lavoratori che dal 1 gennaio ad oggi sono morti perché le imprese non hanno rispettato le norme di sicurezza, perché gli ispettori hanno deciso colpevolmente di chiudere un occhio, perché uomini e donne sono stati ricattati perché precari o in nero e costretti a lavorare in condizioni di pericolo.

Ognuno che viene ucciso, è una parte dei diritti di tutti e tutte noi che se ne vanno. La democrazia, quando anche la vita è a rischio, nel silenzio di una solitudine, non esiste più. Un grido di dolore, di indignazione, di solidarietà deve farsi lotta collettiva. Possiamo farlo, vogliamo dire basta.

Sappiamo riconoscere le responsabilità, gli operai di Torino le hanno denuciate, noi vogliamo farlo con loro.

La prima quelle di molte imprese che in questo paese rincorrono il profitto ad ogni costo, anche al costo della vita dei propri lavoratori, che continuano a chiedere risorse ad ogni finanziaria, che non spendono per garantire sicurezza e fare prevenzione, che sfruttano lavoratori e lavoratrici. Si apre un baratro se la ThyssenKroup può permettersi di chiedere, dopo una tragedia così, che l'industria riapra, che gli operai tornino in fabbrica, che i profitti continuino a crescere. 'Portafoglio pieno e senza cuore', ha ragione il padre di Bruno Santino. Ogni imprenditore nella cui impresa si verifica un incidente sul lavoro per negligenza nella garanzia delle norme di sicurezza, è per noi il responsabile morale e penale della morti bianche. Omicidi dunque che hanno dei mandanti e degli assassini, lo Stato italiano non può non perseguirli.

E ancora altre numerose responsabilità. Il governo che ha varato norme severe ma che poco o nulla ha fatto perché queste fossero rispettate. Il parlamento che chiude gli occhi di fronte alla precarietà e al ricatto che l'accompagna, che fa mostra di non vedere quando il tempo di lavoro invade l'intero tempo della vita, quando precari e precarie fanno lavori massacranti, pericolosi, con orari indecenti per un paese civile, accanto a macchine di morte: chi non fa nulla quando il lavoro diventa una moderna schiavitù porta con sé una responsabilità politica imperdonabile e inaccettabile. Pacchetto Treu, legge 30, l'ultima colpevole beffa con il protocollo sul welfare, dove si è impedito di fare passi in avanti sostanziali, firmato anche da tutte le parti sociali. Che si può dire ora della detassazione degli straordinari? Che si può dire di chi continua a negare un'organizzazione del lavoro democratica? Che si può dire di chi pensa che va impedita l'organizzazione del conflitto sociale dentro e fuori il lavoro?

Confidustria intanto ha continuato a ripetere negli ultimi mesi una sfacciata litania: 'guadagna di più chi lavora di più'. Noi sappiamo invece che 'vive di meno chi lavora di più', l'abbiamo sempre saputo, lo sappiamo ora con il dolore di quei quattro ragazzi morti nel cuore, con altre 3 vite appese ad un filo, lo sappiamo anche con le storie di chi continua a vivere con stipendi da fame, nell'ansia di un lavoro precario dietro l'altro, di una collaborazione a progetto sopra l'altra. Di chi lotta per una formazione, nella scuola e nell'università, che non sia pensata in funzione del mercato del lavoro, per la produzione di profitto. Per questo è prioritaria la riscrittura totale dell'attuale rapporto tra il mondo del lavoro e la formazione.

Migliaia sono le studentesse e gli studenti in stage, sfruttati e senza diritti, inseriti nei cilcli produttivi per garantire alle imprese manodopera a costo zero.

E' prioritario, quindi, che il governo accolga la nostra proposta di statuto dei diritti per gli studenti in stage, mettendo fine ad un'altra anomalia italiana, inedita in Europa.

Sono troppi i luoghi dove il tempo di lavoro diventa solo l'incubo dello sfruttamento e la vita, così, poco a poco scompare perché scompare il futuro e il presente diventa solo un soffrire per pagare l'affitto.

Sentiamo un legame tra noi e quegli operai che gridavano la propria rabbia al corteo di Torino.

Manifesteremo venerdì 14 dicembre, in coincidenza delle due ore di sciopero nazionale indette dai sindacati dei metalmeccanici, davanti a tutte le sedi di quella Confindustria che ci vorrebbe tutti e tutte invisibili. Il Governo faccia subito ciò che deve, investa risorse in questa finanziaria perché le norme sulla sicurezza siano rispettate, prenda provvedimento per diminuire l'orario di lavoro giornaliero, intervenga per una chiusura dei contratti nazionali favorevole ai lavoratori, cancelli le leggi che producono precarietà, costruisca un welfare innovativo che sottragga tutti e tutte dal ricatto e dall'insicurezza.

Noi non staremo ad aspettare, il futuro è ciò che chiedono indietro gli operai di Torino, ciò che anche noi vogliamo riprenderci!

mercoledì 12 dicembre 2007

La Cosa Rossa



Continua il dibattito interrotto qualche giorno, fa circa i tentativi di unità a sinistra.

“La collina rossa. Voci della Resistenza”

Per saperne di più www. archividellaresistenza.it

martedì 11 dicembre 2007

SABATO 15 DICEMBRE MANIFESTAZIONE DEI CITTADINI EUROPEI ore 14.00 Concentramento P.le Stazione FS

VICENZA CHIAMA, MASSA CARRARA RISPONDE



«Non lo nascondiamo: siamo dei sognatori; vorremmo impedire alla più grande potenza militare mondiale di mettere casa nel nostro cortile.

Lo scorso 17 febbraio, insieme, abbiamo dimostrato quanto grande è il movimento che vuol battersi contro la guerra e la militarizzazione del territorio, per la difesa della terra e la costruzione di nuove pratiche di democrazia; ma Vicenza, da sola, è insufficiente a sostenere questa lotta: Vicenza è solo un villaggio nella grande comunità che crede in un altro mondo possibile. Abbiamo bisogno, ancora una volta, della vostra condivisione, della vostra partecipazione, della vostra solidarietà.

Abbiamo convocato il 15 dicembre una manifestazione europea: vi chiediamo di condividere il nostro sogno, ancora una volta, perché una terra senza basi di guerra possa diventare realtà».

Anche da Massa Carrara uomini e donne si muoveranno per incontrare gli altri e le altre che da tutta Europa saranno a Vicenza il 15 Dicembre: il centro sociale “La Comune”, la Confederazione Cobas, l’Associazione Culturale “Sinistra Critica” organizzano un pulman per Vicenza;
per informazioni chiama 334 6889661

SATIRA

Eccoci dunque a riprendere l'attività del blog.
al fine di riflettere su quanto di grave sia accaduto negli studi di "la sette" ecco una brillante intervista di Daniele Luttazzi.


La maggioranza delle violenze avviene in casa!


Il 69% delle violenze sessuali sono opera di partner, mariti o fidanzati, soltanto il 6% dovuto a estranei

Se anche considerasse che di questi autori estranei il 50% sono immigrati, si arriverebbe al 3% degli stupri, ha sottolineato Linda Laura Sabbadini, direttore centrale dell'Istat.


La maggioranza delle violenze più gravi subite dalle donne avviene in casa, «eppure l'immagine che esce dagli organi d'informazione è molto diversa».

In Italia 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subito violenze, di cui un milione e 150 mila nel 2006.


1.400.000 ragazze ha subito violenza sessuale prima dei 16 anni.


In Europa il 12-15% delle donne subisce quotidianamente violenze domestiche che rappresentano la prima causa di morte tra i 16 e i 44 anni, ancora prima di cancro, guerre e incidenti.


La fallaci e razzisti vari hanno speso usato il tema della difesa delle donne, per giustificare da un lato l'esportazione della democrazia occidentale e dall'altro l'allontanamento degli immigrati clandestini.


Difronte a questi dati le stronzate svaniscono.

Resta la rabbia per una società sessista, che non avendo alcun titolo, utilizza strumentalmente situazioni di disagio per scaricare le proprie colpe.



Al prossimo cretino che vuole espellere gli immigrati perchè "non si può più girare per strada la sera" diteglielo chiaro e tondo chi è il primo colpevole.


L'Italiano? brava gente



lunedì 10 dicembre 2007

Fermiamoci un attimo


Oggi ci sarebbe stato molto su cui scrivere e rispondere:

La nascita dell’unità a sinistra, la censura che torna a far cadere teste, provocazioni inerenti il degrado urbano, il rapporto sul Censis relativo alle violenze sulle donne e al razzismo, ecc..

Francamente lo sconforto di queste ore non ce lo consente.

Per manifestare il dolore che in questo momento attraversa il paese non produrremo altri Post o risposte.

Da domani si riprende l’attività più consapevoli e determinati nell’affermare i diritti del lavoro e la condanna del profitto.

Giustizia per tutti i caduti sul lavoro!

LA SINISTRA INCONTRA IL MONDO DEL SOCIALE

sabato 8 dicembre 2007











Salgono a quattro le vittime del rogo. I testimoni: gli estintori erano vuoti

TORINO. Le vittime per il fuoco alla ThyssenKrupp sono diventate quattro: bilancio sempre più inaccettabile. Ieri mattina è morto Roberto Scola, 33 anni e due figli piccoli. Nel pomeriggio non ce l’hano fatta neppure Bruno Santino, 26 anni, e Angelo Laurino, 43 (due figli anche lui). Gli altri tre feriti sono gravissimi. La parola, ora, tocca ia magistrati: la società è finita nel registro degli indagati ed è possibile, se le voci raccolte in procura saranno confermate dagli accertamenti, che i manager di primo livello della multinazionale tedesca siano chiamati a rispondere di accuse gravissime. Raccontano i testimoni: «Alla acciaieria in smobilitazione si lavorava sino a sedici ore consecutive». E ancora: «La manutenzione vera e l’attenzione alla sicurezza è cessata con la decisione di chiudere lo stabilimento torinese». Peccato che ad ottobre fossero state dirottate da Terni importanti commesse e che lo spaventoso rogo di mercoledì sia scoppiato a causa della rottura di un lungo flessibile contenente olio. La prima mossa della magistratura è di aver alzato il tiro: la società è stata indagata sotto il profilo della responsabilità amministrativa. Lo consente una legge entrata in vigore a fine agosto che, oltre ad addossaresanzioni economiche importanti alle aziende «colpevoli», consente ai pm di far scattare misure in via cautelare misure decisamente più pesanti, fino al sequestro degli stabilimenti. Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello, affiancato dai pm Laura Longo e Francesca Traverso, ha impostato il lavoro su due fronti: accertare le responsabilità dell’incendio e prevenirne altri in futuro. Il riflesso dei primi accertamenti sulle condizioni di sicurezza svolti in fabbrica da vigili del fuoco, ispettori dell’Asl e della polizia scientifica . Ma si vuol andar oltre e fare in fretta (2-3 giorni) per verificare se «ogni luogo» della grande e obsoleta acciaieria consente di lavorare in sicurezza ai poco meno 200 lavoratori rimasti (nel 2002 erano quattromila). Altrimenti è probabile che scatti il provvedimento più drastico. La procura ha pure chiesto ai servizi ispettivi dell’Asl di fornirle la documentazione sui controlli di questi ultimi anni nello stabilimento. I testimoni hanno parlato di estintori vuoti o quasi, e a tarda sera era ancora in corso l’accertamento disposto dai pm per verificare quanto dichiarato loro dai lavoratori. Punta di un iceberg di irregolarità che erano evidenti già nel 2002, al tempo dell’incendio domato in tre giorni: allora i vigili del fuoco ritennero che si dovesse investire 1,5 miliardi di euro per rifare l’intero stabilimento. Mentre proseguono le indagini, le famiglie delle vittime insistono nel chiedere giustizia. «Mio marito è morto per un omicidio non per un infortunio sul lavoro» grida disperata Sabina Laurino, moglie di Angelo, 43 anni, padre di due ragazzi, Fabrizio e Noemi di 12 e 14 anni. «Lavorare in quella fabbrica, senza nessuna garanzia di sicurezza, è stata la sua condanna a morte - prosegue Sabina -. E adesso non solo sono rimasta senza il suo amore, ma dovrò conti su come allevare due figli adolescenti». Ancora accuse alla ThyssenKrupp: «Sono dei delinquenti e se la passano bene economicamente, non sanno che esiste gente come mio marito che la sera mangiava solo pane e salame per risparmiare. Mio marito mercoledì era andato a lavorare, non in guerra e invece è morto come una torcia umana senza neppure l’onore di un soldato». Alla ricerca di una verità «che ripari in qualche modo il dramma che stiamo vivendo» è anche Egla Scola, giovane moglie di Roberto, 33 anni, che ha smesso di soffrire all’alba di ieri. «Io ho 24 anni e non lavoro, mi occupo di Gabriele e Samuele che hanno 1 anno e mezzo e 3 anni. Come faremo a tirare avanti?». Desolazione e rabbia anche tra i familiari degli altri tre operai che lottano tra la vita e la morte: Rocco Marzo, 54 anni, Giuseppe Demasi, e Rosario Rodinò, tutti e due di 26 anni. Ieri è venuta a visitarli anche il ministro alla Sanità Livia Turco: «È inammissibile che in fabbrica si muoia in questo modo».

Cina, esplosione in miniera di carbone: 105 i morti

E' salito a 105 il numero dei morti nell'esplosione in una miniera di carbone in Cina, nella provincia settentrionale di Shanxi, avvenuta mercoledì. Secondo quanto riferito dall'agenzia di stampa Xinhua, questa mattina sono stati recuperati altri 26 corpi, che si aggiungono ai 79 recuperati in precedenza. Nella miniera, al momento dell'incidente, si trovavano almeno 120 lavoratori, ma il numero esatto non è ancora noto ed è quindi difficile sapere se ci siano ancora operai rimasti intrappolati. Poche, in ogni caso, le speranze che siano ancora vivi.Subito dopo l'esplosione 15 minatori erano riusciti a mettersi in salvo.

venerdì 7 dicembre 2007

1993 erano 782 nel 2006 sono diventati 1.302



EMERGENZA SICUREZZA!!!


Omicidi, rapine, scippi, violenza sulle donne, quattro odiosi reati sempre più spesso abbinati al fenomeno dell’immigrazione clandestina. Romeni che uccidono, slavi che rapinano, zingari che borseggiano ecc… i titoli dei giornali dal più provinciale alle aperture dei TG nazionali sono pieni di notizie di cronaca del genere.

Chi di noi si sente più sicuro?

Ripete insistentemente la TV.

Non si può più girare per strada la sera!

Grida la Destra !

Giù le mani dalle nostre donne!

Inveisce la Lega!

Ma qualcuno si è andato a vedere i dati relativi a omicidi, rapine, scippi e violenze sulle donne riportate dal ministero degli interni? Qualcuno ha paragonato ciò che accadeva 14 anni fa (0,9 % di immigrati rispetto alla popolazioni Italiana) con ciò che accade oggi( 2,5% [http://www.unicredit-capitalia.eu] ). Lo abbiamo fatto e il risultato è SCONCERTANTE!

Titoli e slogan apertamente razzisti, non solo sono vergognosi di per se, perché generalizzano la colpa di un reato a tutto un gruppo nazionale od etnico, ma sono persino FALSI!

Sì, FALSI, e a bella posta messi in evidenza. Non ci credete? Guardiamo i numeri!

Italia __________1993_______2006____ differenza (www.interno.it)
--------------------------------------------------------------------------------------------

Omicidi totali ____ 1.065_______621_____ - 444 (-42%)

Di cui in famiglia ___102_______192_____ + 90 (+ 88%)

Morti sul lavoro ____ 782_____ 1.302____ + 520 (+66%) ( www.inail.it)


Reati ogni 100.000 abit.___ 1993____2006___differenza

--------------------------------------------------------------------------------------------

Furti in appartamento ___634_______445______ -189 (-30%)

Scippi___________ 200_______ 80______ -120 (-60%)

Violenza sulle donne : nel 2006 1.150.000 donne hanno subito violenza. Nel 62,4 % dei casi sono commessi dal partner! Gli stupri nel 69,7% dei casi sono commessi dal partner!

La vera emergenza sicurezza è tra le mura domestiche

in famiglia e nei luoghi di lavoro!

CASA-LAVORO-FAMIGLIA i fondamenti della nostra società, hanno visto un incremento vertiginoso di morte e violenza, ma l’attenzione si rivolge sempre di più verso l’esterno.

Il nemico dei più deboli non è il diverso o l’immigrato, come vogliono farci credere razzisti e TV, è in casa e sul posto di lavoro.

Si chiamano “maschilismo”, “profitto ad ogni costo”, mercificazione del corpo come della vita

e li vogliamo combattere!

Ingiustizia e menzogne possono essere fermate, ma dipende da ciò che ognuno sarà in grado di fare.

Diffida del sensazionalismo, dei demagoghi che fomentano pulsioni irrazionali, cerca le fonti da cui vengono tratti i dati allarmanti, noi te le indichiamo, sempre!

il volantino unitario di G.C.; F.I.G.C.; Giovani Verdi e Giovani S.d.


Ecco in anteprima il testo del volantino unitario delle 4 giovanili, che sarà distribuito a Roma domani...







Siamo ragazzi e ragazze di quella che è stata chiamata 'Generazione X',cresciuta con la "crisi della politica", il crollo delle ideologie, ilpensiero unico e la fine della storia. Nei movimenti globali, ecologistie pacifisti di inizio millennio abbiamo ritrovato una nostra mutevoleidentità ed in questi anni non ci siamo rassegnati a delegare ad altrila nostra passione ed iniziativa politica.
Siamo una generazione che vive oggi sulla propria pelle la crisiverticale del nessolavoro-cittadinanza costruita attraverso il paradigma della precarietà come condizione legata non solo alla dimensione professionale e del contratto di lavoro, ma come dimensione esistenziale generale, e che riguarda la casa come l'istruzione, la mobilità come l'accesso a saperi e cultura, la libertà di scegliere
liberamente sulla tua vita, di seguire i tuoi orientamenti sessuali, come la promessa di un avvenire di guerra, cambiamenti climatici ed
instabilità globale. La precarietà diviene allora il furto più terribile che si possa fare ad un giovane: il furto della possibilità di immaginare, costruire, organizzare il tuo futuro fuori dal ricatto costante del profitto e del comando. E' una condizione che può essere
rappresentata, narrata solo da chi la vive sulla propria pelle e - come tale - spesso invisibile alla sfera della politica e dei diritti sindacali. E' una condizione che pone alla politica domande nuove, che vivono dentro una società profondamente mutata: diritto alla continuità di reddito ed alla formazione permanente garantita e retribuita, accesso a saperi, conoscenze e cultura, al credito, il diritto all'abitare, a vivere in una società non prigioniera delle mafie e della criminalità
organizzata... Domande e temi nuovi che devono avere piena cittadinanza nell'assemblea di sabato e domenica attraverso la partecipazione delle giovani generazioni, un tema a cui, ci pare, non si è data adeguata attenzione. Ci chiediamo, insomma, come si possa immaginare una sinistra nuova senza mettere al centro i soggetti che più inverano le condizioni materiali di vita di una società rinnovata, giovani, donne e migranti in primis. Non si può fare a meno di credere, ci pare, che una politica di trasformazione e cambiamento abbia bisogno oggi di farsi percorso di
liberazione in primo luogo per tutti questi soggetti.
E' per questo che la crisi della politica riguarda più di altri le giovani generazioni, ormai incapaci di credere che la politica possa determinare significativi mutamenti nelle loro condizioni di vita e di lavoro. Al centro di questo processo vi è - tra l'altro – quella che chiamiamo "privatizzazione della politica" ad opera dei gruppi dirigenti di troppe forze politiche, tendenzialmente bianchi, anziani, maschi. La società italiana è oggi tra le più gerontocratiche del pianeta: esclude, perimetra, mortifica nell'università come nella ricerca, nell'impresa come nel pubblico impiego. Questo fenomeno è tanto più grave se avviene, come in realtà è, nel campo della politica perché la condanna all'incomprensione di una parte non marginale della realtà e ne mina la già snervata rappresentanza. La precarietà delle giovani generazioni infatti rappresenta oggi una vera e propria emergenza sociale di cui di cui molti nel mondo della politica si riempiono quotidianamente la bocca senza conoscerne la condizione materiale e senza avere la capacità di prospettare e realizzare soluzioni concrete (la recente vicenda del welfare né è l'ennesima conferma).
Le manifestazioni che negli ultimi due mesi hanno invaso le strade e le piazze del nostro paese - il 20 ottobre contro la precarietà, il 17 novembre a Genova, il 24 novembre la straordinaria manifestazione delle donne contro la violenza maschile, lo scorso sabato i tantissimi/e in
marcia per la difesa dei beni comuni – hanno invece disegnato la realtà di un paese attraversato da una radicale domanda di partecipazione, da soggetti sociali - i giovani e le donne in particolare – che chiedono una presa di parola cui la politica ufficiale non riesce a rispondere.
Pensiamo che l'assemblea della sinistra dell'8 e 9 dicembre possa rappresentare una straordinaria occasione per l'inversione di questa tendenza; ma perché realmente lo sia dobbiamo essere capaci di accettare la sfida sino in fondo, senza timori o reticenze, senza sfuggire alle critiche di tanti che vogliono prender parola, contribuire all'elaborazione, progettare insieme contenuti, analisi, priorità, pratiche e forme. Con questa convinzione non possiamo che ritenere una ricchezza la presenza all'assemblea di quei soggetti sociali che nella politica, ma in una nuova politica, vogliono ancora riconoscersi, e che scegliendo di farlo in quella sede vorranno offrire un contributo critico e costruttivo al percorso unitario che si sta avviando, consapevoli della complessità quanto della possibilità di reale cambiamento che ci troviamo oggi davanti.
Interverremo in tutti i workshop ponendo questi temi e chiediamo infine che sia garantito alle giovani generazioni un intervento nell'assemblea plenaria di domenica sui problemi che le riguardano da vicino, ben sapendo che ciò non rappresenta in alcun modo una soluzione del
problema, ma solo un possibile inizio. L'inizio di un nuovo processo che vedrà la sinistra
italiana riconquistare le periferie e il consenso anche di coloro che oggi sono profondamente delusi; l'inizio di un nuovo cambiamento e il rilancio di una lotta per un mondo nuovo.

Giovani Comuniste/i, Federazione Giovanile Comunisti Italini, Giovani Verdi,
Giovani di Sinistra Democratica