mercoledì 9 aprile 2008

Astensionismo cosciente???




Di seguito una bellissima mail che affronta il tema dell'astensionismo cosciente con una prospettiva di classe.


Caro xxx,

come ti auspicavi, prendo spunto dalla tua lettera dove, qualche giorno fa, spiegavi i motivi per cui avresti annullato la tua scheda elettorale.

La mia non sarà una replica soltanto teorica, ma anche emotiva, visto che hai toccato delle corde che appartengono a tutti coloro che si dicono comunisti.


Non mi dilungherò, perché ritengo che i temi che hai sollevato, a prescindere dalla loro condivisibilità, vadano trattati in momenti e sedi apposite. Se non altro perché non possono essere liquidati da uno scambio di mail e perché è giusto coinvolgere tutti coloro che ne sentono la necessità in una forma più democratica.


Pur accettando il fondamento delle tue critiche, che condivido circa i limiti con cui nasce e si presenta alle elezioni il cartello de la Sinistra l’Arcobaleno, ritengo la tua proposta verso un “astensionismo cosciente” molto sterile.


Non lo dico per offendere il tuo punto di vista, che rispetto, ma per dimostrarti che annullando la scheda o non partecipando alle operazioni di voto non si favorisce tanto il partito di “Veltrusconi”, quanto proprio la “classe nemica” che dici di voler avversare, che sia il P.d., sia il Pd.l. rappresentano.


Quindi, per paradosso, il tuo astensionismo sarebbe una scelta prima di tutto individuale, cioè slegata da un’azione di massa, ed in secondo luogo entrerebbe perfettamente nella logica del “voto utile”, perché favorirebbe, anziché cercare di contrastare, l’ascesa del corporativismo anti-operaio nel Parlamento italiano.

La verità è che questa è una fase di resistenza: a tutti noi piacerebbe avere una forza rivoluzionaria in ascesa ed una passione collettiva verso un ideale. Ma, almeno per il momento, è bene guardare la realtà così com’è: nulla è più come prima.

Le colpe sono molteplici, ma sullo sfondo c’è un capitalismo arrogante, assassino e sempre più sfrontato. Ed è questo il primo nemico da combattere. Non dimentichiamolo!

Non credere che i compagni che militano da anni in Rifondazione comunista siano entusiasti di questa fase o del ritorno di Bertinotti che, per quello che mi riguarda, è l’espressione della mancanza di una coscienza critica di massa a sinistra.

Tuttavia, paragonare questa epoca, che non è solo politica, ma storica, all’esperienza del P.C.I. mi sembra fourviante anche perché il P.C.I. non ha mai detto a nessuno dei propri iscritti o simpatizzanti di “astenersi con coscienza”, bensì ha sempre chiesto sostegno agli sfruttati per essere più forte nella propria lotta contro la borghesia nella stanza dei bottoni.

Anche per questo motivo è cresciuto al punto di divenire una forza organizzata del proletariato con milioni d’iscritti .

Dicevi che è giusto riprendere l’azione di massa e l’opposizione sociale per rispondere alla deriva parlamentarista. Occorre recuperare le forze perdute e tornare nelle contraddizioni prodotte dal capitalismo.

Condivido, ma non crediamo che si un problema risolvibile con formule teoriche o nostalgismi di sorta: l’attuale fase capitalista vede una battuta d’arresto pesante delle forze di sinistra ed una rinnovata arroganza padronale, che cerca di trasformare la concertazione da modello economico (consolidato da anni di pratica coi sindacati) ad assetto politico.

Non sarà semplice mobilitare i lavoratori nei prossimi mesi, anche perché dimentichiamo che il più grande sindacato italiano è legato nei suoi vertici dirigenti al Partito democratico e che la sinistra (genericamente intesa) non ha ancora dato vita ad un progetto forte tra i lavoratori.

Quindi, manca quell'elemento di coscienza di classe a cui pure fai riferimento e che non può nascere in modo spontaneo sulla scorta dei sentimenti di opposizione che nutriamo.

E noi, che siamo consapevoli dell’importanza di far sviluppare la lotta di classe contro il capitale, ci dovremmo tirare indietro proprio quando dobbiamo motivare gli oppressi a combattere?

No, non posso essere d’accordo. Il 13 ed il 14 aprile bisogna andare a votare contro gli “inciuci” della borghesia, contro i padroni e per scuotere la sinistra italiana, intorpidita da anni di sconfitte e di scelte sbagliate; sì, perché solo votando la Sinistra l’arcobaleno si potranno mettere i partiti che vi si riconoscono di fronte alle proprie responsabilità ed imporre un cambio di strategia.

La vera battaglia di opposizione politica e sociale incomincerà il 15 aprile, chiunque vinca. Di questa lotta, che soltanto nel tempo e con un progetto politico serio potrà ottenere dei risultati, tutti dovremo essere protagonisti.

Se vogliamo realmente che le istituzioni borghesi non divengano la tomba della sinistra italiana dobbiamo batterci per far sì che questa sia forte e rilanci il proprio progetto tra gli oppressi. Non ci sono alternative.

Altre strade non esistono oppure sono soluzioni individuali prive della concezione leninista della costruzione dei “rapporti di forze”: di questo passo non passerebbero anni, ma secoli prima d’intraprendere un nuovo “assalto al cielo”.

Se non crediamo in noi stessi, se non ci rimbocchiamo le maniche ed incominciamo a lavorare tra le macerie lasciate cadere dal Muro di Berlino in poi, non solo siamo dei disfattisti, ma non siamo neanche all’altezza della situazione.

Non vedo allora in cosa starebbe il nostro dirci comunisti: in una litania di “com’era bello il P.C.I.” e di come si stava bene quando c’era l’Unione sovietica? Se siamo conseguenti con questa gloriosa storia e non crediamo giusto veder morire il nostro ideale nella socialdemocrazia, riproposta da opportunisti e trombati di turno, dobbiamo batterci.

Incominciando proprio dal voto, che è un diritto politico ed ideologico che si esercita a prescindere dai simboli elettorali. Per questo, credo sia necessario oggi più che mai aggregare le nostre energie e non disperderle in una sterile (quanto ridicola, visti i numeri) distinzione tra comunisti “puri” e comunisti “impuri”!


Con coscienza dobbiamo chiederci: cosa sono morti a fare gli operai, gli studenti, i partigiani ed i rivoluzionari che hanno lottato in nome della giustizia proletaria e dei diritti democratici se siamo noi i primi a sputarci sopra?

Di fronte a questa riflessione la risposta sta alla coscienza di ognuno di noi.

Ma una cosa è certa: il 13 ed il 14 aprile il mio voto lo do contro i padroni! E per una sinistra di classe, che è quella che da anni stiamo cercando di costruire! Di sicuro non mi rassegno!

Il comunismo è un fiore che germoglia nella lotta.

Spero che allo sconforto ed alla rassegnazione, che attanaglia individualmente ognuno di noi, prenda il sopravvento la coscienza politica e tanta fiducia nell’avvenire, che sarà migliore soltanto se saremo capaci di costruirlo!

Con stima ed affetto rivoluzionario.

A pugno chiuso!

Daniele