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lunedì 26 gennaio 2009

Scontro tra le forze dell'ordine e i profughi ospiti del centro della Croce Rossa Italiana in localita' Partaccia

Ve lo giro come mi è arrivato

Scontro tra le forze dell'ordine e i profughi sbarcati a Lampedusa questa estate e ospiti del centro della Croce Rossa Italiana in localita' Partaccia a Marina di Massa. I profughi, circa 50 tra cui molte donne, hanno manifestato senza autorizzazione, occupando piazza della Liberazione, nel centro di Massa, intorno alle 11, bloccando il traffico. Dopo essere stati piu' volte avvertiti di sgombrare la piazza, le forze dell'ordine, in tenuta antisommossa, hanno proceduto allo sgombero forzato caricando il gruppo di manifestanti. Alcuni di questi sono stati prelevati dai carabinieri e dalla polizia, mentre una parte e' stata scortata al centro CRI dove sono ospiti dal 3 agosto scorso 103 profughi. Non c'e' ancora una stima dei feriti. I profughi manifestavano per il ritardo di richiesta dello status di rifugiato politico. Da oggi hanno detto che inizieranno anche lo sciopero della fame. Repubblica di oggi

Gravissima aggressione delle forze dell’ordine contro un gruppo di immigrati che stavano legittimamente manifestando in difesa dei loro diritti!

Dal compagno dell’Associazione solidarietà proletaria sez di Massa Carrara

“Sono arrivato alle 13,00 sul luogo, i celerini, capeggiati dallo stesso dirigente che tentò di caricare gli antifascisti un anno fa in piazza Mercurio al presidio contro Fiamma Tricolore, brandivano i manganelli non permettendo ai passanti di avvicinarsi in difesa degli immigrati, io stesso sono stato intimato ad allontanarmi, ho protestato dicendo che era in corso una manifestazione di protesta ed era un mio diritto parteciparvi e così mi sono fatto largo.

Erano presenti Alessio Castelli segretario della Fiom di Massa Carrara, il vicesindaco di Massa Martina Nardi e Mario Ricci del Prc, che fondamentalmente stavano facendo un’opera di convincimento per fare desistere con le buone i manifestanti invece di schierarsi dalla loro parte facendo da scudo contro le intenzioni violente della celere.

La scena era commovente, c'erano ragazze giovani, una di queste incinta, ragazzi, uomini, stesi per terra abbracciati l'uno all'altro che resistevano al tentativo di sgombero, erano tutti bagnati da due ore di pioggia.

Il capetto ad un certo punto ha strigliato i celerini indecisi urlando e ordinando l'uso della forza.

A quel punto mi sono gettato a terra anche io unendomi a loro, gridando alla sbirraglia che era un loro diritto protestare per denunciare il mancato rispetto dei diritti umani.

Il capetto a questo punto stizzito urlando ha ordinato il mio arresto.

Tre agenti della Digos mi hanno portato via di peso e mi hanno allontanato di una decina di metri dai manifestanti.

Nonostante le intimazioni ho preteso di rimanere sul posto per accertarmi che non venisse usata violenza contro gli immigrati e così è stato, un agente della Digos mi ha tenuto stretto per un braccio per tutto il tempo.

I profughi del campo della Cri sono stati caricati a forza sulle camionette, sotto i riflettori delle telecamere i celerini ci sono andati cauti, non hanno usato i manganelli, ma qualche figlio di puttana ha approfittato della mischia per tirare dei calci agli immigrati, il tutto sotto gli ordini urlati del dirigente delle operazioni che ammantato della fascia tricolore minacciava di arresto chiunque apriva bocca.”

Questo gravissimo episodio non deve passare nell’indifferenza, questo episodio deve essere denunciato come una grave violazione dei diritti umani, i diritti secondo la Costituzione sono uguali per tutti gli esseri umani e devono essere garantiti e non repressi con la forza.

I diritti umani sono tali a prescindere dal fatto che una persona possa avere o meno un documento in tasca, i diritti umani non hanno colore, lingua, tradizione o permessi bollati, i diritti umani sono di tutti e basta!

Questi rifugiati hanno il diritto di vivere liberi, è illegale tenerli rinchiusi in un campo circondati dal filo spinato, è illegale picchiarli, questi rifugiati devono essere liberi di manifestare per rivendicare i loro diritti, quello che è illegale è illegale è l’operato della celere.

Invitiamo tutti a partecipare domani pomeriggio dalle ore 15.00 in poi, al presidio già previsto per domani 27 gennaio, davanti al Palazzo Ducale di Massa, in occasione del consiglio regionale straordinario dedicato alla memoria del genocidio del popolo ebreo.

Vi invitiamo tutti per manifestare lo sdegno e la rabbia per questa aggressione razzista.

Commemoriamo il genocidio del popolo ebreo denunciando il razzismo, l’intolleranza, il fascismo e la repressione, pretendiamo e lottiamo per conquistare un mondo fatto di pace e di uguaglianza!

No al razzismo!

Libertà per gli immigrati!

Domani martedì 27 gennaio alle ore 15.00

tutti davanti al Palazzo Ducale di Massa!



MASSA - Scontro tra le forze dell'ordine e i profughi sbarcati a Lampedusa questa estate e ospiti del centro della Croce Rossa Italiana in località Marina di Massa. I profughi, circa 50 tra cui molte donne, hanno manifestato senza autorizzazione, occupando piazza della Liberazione, nel centro di Massa, intorno alle 11, e bloccando il traffico.

Dopo aver più volte invitato gli extracomunitari a porre fine alla protesta, le forze dell'ordine in tenuta antisommossa sono intervenute per disperderli. Il gruppo ha però cercato di opporsi sedendosi a terra. Durante l'intervento di polizia e carabinieri alcuni manifestanti sono rimasti feriti, altri sono stati fatti salire su una camionetta e una parte è stata scortata al centro Cri. Feriti ci sarebbero anche fra le forze dell'ordine.

I profughi, per lo più eritrei e somali, manifestavano per il ritardo di richiesta dello status di rifugiato politico e per sollecitare le autorità ad esaminare le loro richieste di permesso di soggiorno.

In mattinata è intervenuta anche la vicesindaco della città, Martina Nardi, per cercare una mediazione. Gli immigrati hanno chiesto di parlare con un delegato dell'Onu e, in attesa, hanno dichiarato lo sciopero della fame. Il gruppo fa parte delle 104 persone arrivate in agosto a Marina di Massa da Lampedusa, perchè il centro dell'isola era sovraffollato.

giovedì 22 gennaio 2009

Gravissima decisione del Comune di Pisa

Appello e iniziative contro la negazione della Biblioteca comunale per presentare libro sulle foibe.

Alla riunione svoltasi oggi nella sala riunioni del II Liceo erano presenti rappresentanti della Rete dei Comunisti, A.N.P.I., PRC, Associazione comunista Pianeta Futuro, Sinistra critica, circolo agora’, Associazione marxista Politica e Classe, Osservatorio sull’antifascismo.

Di seguito elenchiamo gli obiettivi prefissati per dispiegare sul territorio una campagna contro un provvedimento comunemente giudicato, nel metodo e nel merito, gravemente lesivo di della libertà di parola e del diritto ad esprimere, sulla base di una circostanziata ricerca storica, il punto di vista degli antifascisti su di una vicenda, quella delle foibe, distorta e stravolta scientemente da un revisionismo storico imperante nell’attuale establishment italiano.

1) raccolta di adesioni di singoli ed organizzazioni su appello in calce alla presente mail

2) presenza collettiva alla discussione che si svolgera’ in Consiglio Comunale giovedì 22 gennaio ore 15. Al secondo punto dell’OdG e’ prevista la discussione sulle motivazioni che hanno spinto la Giunta a negare la biblioteca - SOLLECITIAMO TUTTI A PARTECIPARE ATTIVAMENTE A QUESTO CONSIGLIO COMUNALE

3) richiesta ufficiale di incontro al Sindaco ed all’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa inoltrato da tutte le realta’ che sottoscrivono l’appello per sabato 24 gennaio e contestuale convocazione di una prima conferenza stampa dei firmatari sotto il comune di Pisa

4) valutare tutti i possibili ricorsi e vie legali contro la negazione della Biblioteca – Possibile ricorso al TAR e / o richiesta di intervento al difensore civico

5) sollecitare partiti, associazioni, singoli intellettuali a prendere la parola attraverso lettere e dichiarazioni pubbliche da inviare ai mass media

6) conferenza stampa di alcune figure di rilievo tra gli aderenti al convegno (abbiamo pensato di contattare Margherita Hack da tenersi sabato 31 gennaio di fronte al comune di Pisa

7) presentazione del libro alla biblioteca comunale o in altra sede nella data prestabilita: giovedi 5 febbraio

CHIEDIAMO A TUTTI COLORO CHE RICEVONO LA PRESENTE MAIL DI INVIARE LA PROPRIA PERSONALE ADESIONE ALL'APPELLO E DI DIFFONDERNE IL TESTO IN TUTTE LE MAILING LIST DI RIFERIMENTO.

Di seguito, il testo dell’appello:

Per una biblioteca pubblica al servizio del confronto delle idee.
Appello in difesa del diritto di espressione.

Lo scorso 10 gennaio l’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, a nome dell’Amministrazione comunale, ha deciso di negare l’uso della Biblioteca comunale per la presentazione di un libro che raccoglie gli atti di un convegno nazionale tenutosi nel febbraio 2008 a Sesto San Giovanni (MI).

Prima di entrare nel merito dei contenuti di un convegno di cui si vogliono rendere pubblici gli atti, vorremmo esprimere la nostra profonda perplessità ed inquietudine per un provvedimento che appare, a tutti gli effetti, atto negazione di un diritto elementare: quello della libera espressione delle idee e della ricerca storiografica, in questo caso supportate da storici di fama internazionale.

Censure di questo rilievo e livello sono legittime e possibili, nel nostro paese, se ad essere proposte fossero idee dichiaratamente anticostituzionali, perché di stampo fascista, nazista, xenofobo o discriminatorio verso minoranze etniche o religiose.

Il testo per il quale è stata richiesta la sala della Biblioteca comunale, dal titolo “Foibe, revisionismo di Stato e amnesie della Repubblica – Atti del convegno Foibe: la verità. Contro il revisionismo storico”, tratta invece di un evento della storia italiana reso di stridente attualità a causa di una profonda rilettura di quel particolare periodo.

L’Assessore alla Cultura del Comune di Pisa, Silvia Panichi, a nome dell’Amministrazione Comunale, esplicita il diniego della sala con la seguente motivazione: “…Si tratta di un argomento particolarmente doloroso e ancora in via di elaborazione storiografica per cui un analisi troppo netta e orientata rischierebbe di offendere la sensibilità di alcuni, soprattutto in prossimità della data del 10 febbraio, scelta in modo ufficiale come giorno del ricordo”, riferendosi alla Giornata del Ricordo istituita con legge n. 92 del 30.4.04. per l’istituzione del quale è stata evidentemente accettata una elaborazione storiografica.
Le tesi sostenute dal convegno al quale si nega oggi una sala pubblica contestano quella elaborazione storiografica.

Impedire la libera espressione delle idee, in questo caso attraverso un punto di vista storiografico alternativo a quello ufficiale, se fatto nel rispetto dei principi costituzionali e con il rigore scientifico che riconosciamo all’opera, significherebbe operare un vulnus senza precedenti nella storia democratica della nostra città.

I sottoscrittori del seguente appello chiedono agli organi politico/istituzionali alla guida del Comune di Pisa di concedere la sala della biblioteca Comunale per la presentazione degli atti di questo importante convegno storico, preservando così il carattere aperto, di palestra delle idee che da sempre ha caratterizzato la nostra città.

Prime adesioni individuali
Giorgio Vecchiani, Presidente A.N.P.I. Pisa, Manlio Dinucci, saggista; Cinzia Della Porta, presidente del Circolo agorà, Andrea Venturi, consigliere comunale della Rete dei Comunisti a S. Giuliano terme

Prime adesioni di organizzazioni
Rete dei Comunisti, Osservatorio sull’antifascismo, RdB CUB, Associazione comunista Pianeta Futuro, Sinistra Critica, circolo agorà Pisa, Associazione marxista Politica e Classe, Confederazione COBAS, PRC, PdCI, Associazione Italia Cuba sez. Pisa.

giovedì 15 gennaio 2009

Come i coloni israeliani educano alla convivenza i propri figli

eccovi un filmato che attesta come i coloni israeliani educhino i loro figli e quale sia il ruolo dell'esercito nella costruzione della reciproca accettazione

mercoledì 14 gennaio 2009

un miltare democratico


E sì sembrava roba da anni '70-dell'ottocento- ma continua nelle forze armate l'impossibilità di esprimersi liberamente.
Riportiamo la storia del Maresciallo dell’Aeronautica Militare Italiana Luca Marco Comellini, un militare democratico, democristiano(!!!), che esprime le sue idee democraticamente, ma nell'Italia nel 2009 non c'è spazio per la libera espressione e pertanto sarà processato.
Avrà commesso qualcosa di grave? Avrà detto qualcosa di sconveniente od osceno per il sistema democratico? Nulla di tutto ciò. Il Maresciallo Luca Marco Commellini sarà processato per aver espresso liberamente suoi pensieri sulla condizione militare in Italia oggi, così il 28 agosto del 2007 è stato contestato al militare di aver divulgato per iscritto il proprio pensiero, di avere assunto un incarico nell'ambito di un partito politico e di aver presentato una petizione ai Presidenti del Parlamento.
L'obiettivo di Comellini? Avere liberi sindacati anche per i militari ed uno Statuto dei diritti dei militari sulla falsa riga di quello di tutti gli altri lavoratori italiani (e come già esiste in tantissimi paesi aderenti all’Unione Europea) .
Son queste richieste eversive?
Vi paionoi esternazioni degne di un processo?


Al fine di far sentire la propria voce, nel disinteresse di stampa e forze parlamentari il Maresciallo ha iniziato uno sciopero della fame che prosegue da una settimana.
A lui va la nostra solidarietà, che se condivisa può essere espressa attraverso questi mezzi:
1)Esprimere solidarietà al Maresciallo Comellini direttamente (3335350305 -3463778484
Tel/Fax.. 069943865)
2) Sollecitare la Presidenza della Repubblica ad intervenire urgentemente (il Presidente della Repubblica è anche Capo delle Forze Armate)scrivendo a https://servizi.quirinale.it/webmail/
3) Inviare lettere ai quotidiani per segnalare il grave caso.
4)Far circolare la notizia sul web e attraverso i vostri indirizzi di posta elettronica.
5)Esprimere alle Associazioni dei militari (Assodipro ASSODIPRO@ASSODIPRO.ORG ,Ficiesse segretariogenerale@ficiesse.org ) e alle riviste on-line dei militari (redazione@grnet.it per WWW.GRNET.IT , 53raffaele@tin.it per WWW.SOLDATO LIBERO.IT solo per citarne alcune) il pieno sostegno per quanto riguarda la rivendicazione,il bisogno del diritto ad avere liberi sindacati anche per i militari ed uno Statuto dei diritti dei militari sulla falsa riga di quello di tutti gli altri lavoratori italiani ( e come già esiste in tantissimi paesi aderenti all’Unione Europea) .

per saperne di più l'articolo dell'Amid (associazione militari democratici) clicca qui

venerdì 2 gennaio 2009

Solidarietà all'RDA May Day

Solidarietà ai comapgni Antifascisti di La Spezia!

Il 25 aprile 2008, la Rete contro la precarietà della Spezia ha deciso di ricordare la Liberazione, organizzando un presidio per riaffermare l’importanza dei valori e delle idee antifasciste e di resistenza, in una società come quella odierna in cui grazie alle politiche dei partiti di centro destra e centro sinistra l’autoritarismo, il razzismo e la paura governano sovrani.
Prevedibile e banale è arrivata l’ennesima provocazione da parte di 3 loschi fasci figuri (Mammi, Procaccini e un terzo camerata) che spintonando, brandendo cinture, minacciando di morte, pretendevano di passare nel mezzo del presidio.
Ma così non è andata… ed i nostri prodi per cavarsi dall’impiccio hanno dovuto invocare l’aiuto della polizia, che complice e asservita ha fatto disperde il gruppo degli antifascisti.

Ma quel 25 Aprile per noi che eravamo in piazza è stato davvero la festa della liberazione dai fascisti e dal fascismo e dall’arroganza di chi crede che la resistenza e le pratiche dei partigiani siano lettera morta e che invece l’ideologia fascista con le sue pratiche fatte di sopraffazione e di aggressione di pochi nei confronti di molti, come sono i presidi contro i campi Rom e le ronde contro gli immigrati, complici i partiti tutti e il loro revisionismo social democratico, possa in modo indisturbato tornare a trionfare.
Alla violenza squadrista invece questa volta è stato risposto.

E così, visto che i picchiatori fascisti con l’avvallo di tutti i sinceri democratici siedono comodamente e naturalmente nella grande caserma della democrazia, in comune come in parlamento, e l’olio di ricino è poco politically correct e poco digeribile per le loro nuove frequentazioni, per difendersi il fascista Mammi ed i suoi compari si sono fatti confidenti della polizia e della magistratura, dimostrando una perfetta conoscenza delle regole del gioco democratico, con l’obbiettivo di trasformare l’antifascismo in un problema si, ma di ordine pubblico, da disbrigare nella aule di un tribunale.

Come se le pratiche antifasciste e di resistenza potessero essere giudicate attraverso il codice penale, come se la lotta e l’opposizione al fascismo possa essere considerata giusta a seconda dei periodi storici.
Ma questo si chiama revisionismo e non antifascismo.
E forse proprio questo è il pensiero della giunta comunale (PD, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Socialisti Democratici) che, mai solerte come in quei giorni nelle sue dichiarazioni pubbliche, ha definito un atto di resistenza contro i fascisti una violenza inqualificabile, che va al di fuori dei binari della civiltà democratica e che offende l’intera comunità.

Di fronte a simili affermazioni non possiamo che constatare che l’antifascismo istituzionale è scomparso per sempre, e augurarci che i nostri cari amministratori inizino a fare i conti con il loro ipocrita antifascismo mediatico e smettano una volta per tutte di usare parole, persone e vite infangandole e svuotandole di significato, dal momento che siedono con i vecchi e nuovi fascisti ogni giorno nelle sale del governo e si spartiscono con loro fette di potere.
Ci piacerebbe che una volta per tutte ammettessero che hanno stretto un
patto di sangue con i partiti che dichiaratamente si richiamano al fascismo, non tanto per i loro altissimi ideali di democraticità e di rispetto delle
differenti posizioni, ma perché loro per primi non hanno nessuna difficoltà a mischiarsi con i nuovi e vecchi picchiatori e servi del Capitale, e perché non riescono a trovare nessuna divergenza ideologica fra il loro fascismo democratico di centro sinistra che fa costruire lager per immigrati, città con eserciti per le strade, leggi sul decoro urbano e provvedimenti populisti, e quello di centro destra che invece di usare la carota usa il manganello.

Quelli e quelle che ricordano e si oppongono, e che riconoscono in Forza
Nuova,la Destra, Casa Pound gli eredi più stupidi,più evidenti, più beceri e più diretti del fascismo del ventennio, mache sanno che gli eredi più pericolosi stanno nel PD e nella sua politica populista e sinceramente democratica.

RETE CONTRO LA
PRECARIETA'/RDA MAY DAY c.s.o.a.

venerdì 26 settembre 2008

continuiamo a seguire la storia della famiglia Rom pestata e denunciata a Bussolego (VR) Ancora in carcere le vittime del pestaggio!

Pestati e denunciati, rimangono in carcere

di Paola Bonatelli

su Il Manifesto del 24/09/2008



Non finisce l'odissea dei rom malmenati dai cc

Potrebbe essere Garage Olimpo o il Cile di Pinochet ma anche Guantanamo o Bolzaneto. Invece, più prosaicamente, si tratta di Bussolengo, un paesotto sulla strada che da Verona conduce al lago di Garda. E' lì, nella piazza delle giostre, che il 5 settembre scorso tre famiglie italiane con un sacco di ragazzini e roulotte al seguito si incontrano per pranzare in compagnia. Particolare essenziale: sono rom. Fanno parte di una famiglia allargata, genitori, figli minori e figli grandi già con famiglia, fratelli con mogli e bambini, amici. Prima arrivano i vigili municipali che li invitano ad andarsene. Non è forse Bussolengo la patria di quei consiglieri comunali che considerano un obiettivo delle istituzioni locali (dall'allegato alla deliberazione n. 24 del 29 aprile 2008) «l'eliminazione della sosta degli zingari sul nostro territorio»? Ma i vigili se ne vanno rassicurati, le famiglie si fermano solo il tempo di mangiare insieme. Poi arrivano i carabinieri e lo scenario cambia. Le testimonianze dei rom, trasformatesi in regolare denuncia e attualmente oggetto di due inchieste, una della Procura di Verona, l'altra interna ai carabinieri, sono agghiaccianti. Un crescendo di inaudita violenza fisica e verbale, botte, insulti e minacce prima nella piazza, dove i carabinieri avrebbero distrutto anche l'interno delle roulottes, poi, in caserma, vere e proprie torture, ancora botte e due ragazzi minorenni della famiglia Campos sottoposti alla tristemente famosa «tortura dell'acqua» (i testi delle denunce, impressionanti quelle dei tre fratelli Campos, e le foto dei corpi seviziati su http://sucardrom.blogspot.com e sul sito del settimanale Carta). Il tutto termina con l'arresto di tre componenti del gruppo, Angelo Campos e la moglie Sonia, e Denis Rossetto. Sono accusati di resistenza, la donna anche di tentato furto dell'arma di un militare. Secondo il rapporto dei carabinieri (il testo sempre sul sito citato), i rom li avrebbero prima derisi rifiutandosi di consegnare i documenti, poi aggrediti, e ci sarebbe stata anche una fuga con tanto di inseguimento fino ad un paese vicino. Ma il calvario dei rom è appena cominciato, alleviato soltanto dalle molte manifestazioni di solidarietà, che hanno a loro volta suscitato l'interesse dei media e di alcuni esponenti politici. Ieri si è tenuta la seconda udienza del processo ai tre arrestati - alla prima udienza, celebrata a porte chiuse il 16 settembre scorso, le associazioni che lavorano con i rom e parecchie decine di attivisti erano tenuti a bada dalle forze dell'ordine - conclusasi con l'ordine di scarcerazione per la signora Sonia, mentre i due uomini restano in carcere. Il processo è stato rinviato al 30 settembre. Fuori dal tribunale c'è una piccola folla, i parenti degli imputati, le associazioni che tutelano le popolazioni rom e sinte - Neve Gipe, Sucardrom, il gruppo ecclesiale veronese fra i sinti e i rom - gli attivisti antirazzisti cittadini, il consigliere comunale di Mantova Iuri Del Bar, sinto, eletto per il Prc, il consigliere del Pdci Graziano Perini, Piero Pettenò, consigliere regionale di Rifondazione e Renato Cardazzo, dirigente nazionale Prc. Sono tutti visibilmente sconvolti, in parte sconcertati per il prolungarsi del processo e della detenzione dei due rom. Gli avvocati difensori hanno scelto la linea del patteggiamento e si discute della scelta: «Il rischio che si sta correndo - sostiene Carlo Berini di Sucardrom - è lo stesso che abbiamo già visto a Lecco (il caso del presunto rapimento di una bambina da parte di una donna rom, ndr ). Le persone patteggiano per uscire dal carcere. La Procura generale di Lecco ha invalidato il primo processo perché ha capito che il patteggiamento era forzato, l'ammissione di colpa non giustificata da fatti chiari e certi. Confidiamo che la Procura di Verona, che sta affrontando in maniera decisa l'accusa formulata dai carabinieri, affronti con altrettanta forza le accuse presentate dai rom». Piero Pettenò pone l'accento sul clima generale: «E' una vicenda inaudita - dice - ma simbolica rispetto a ciò che si vive nel Paese, Veneto e Verona in prima fila. Chi è vittima diventa responsabile, io sono stato in carcere a trovare i rom e raccontano tutti gli stessi gravissimi fatti, su cui chiediamo sia fatta piena luce. Bisogna rompere il muro di omertà». «E dire chiaramente - interviene Cardazzo - come del resto ha già scritto il Times , che ci sono infiltrazioni di stampo neonazista nelle forze dell'ordine del nostro Paese». Nel comunicato di Prc, Comunisti italiani, Circolo Pink e La Chimica, diffuso ieri in serata, la domanda è: se i rom incarcerati non avessero denunciato i carabinieri di Bussolengo sarebbero adesso in libertà?


Che aggiungere?

manca molto all'arrvo dei colonelli?

dopo Genova sapevamo che la fiducia era a l minimo, adesso non ci sono più parole.

Ci sarà pur un giudice a Berlino, ops a Bussoleno!


martedì 16 settembre 2008

Ultras liberi!

Ricomincia il campionato
e parte subito la campagna orchestrata dall'ottima categoria del Benpensate italucus "e dagli a quel cane"!

sky+mediaset+ministero degli interni, insomma la triplice alleanza per l'ottenimento del tifoso anestetizzato da TV, ce la stanno mettendo tutta e come se non bastase dedicano uno spot "ad hoc" per l'ootenimento dello scopo stadi vuoti poltrone piene.


Questo calcio modferno fa proprio skyfo!
Ultras Liberi!

mercoledì 16 luglio 2008

È finita la pacchia della presunzione di innocenza!





Da domani tutti colpevoli!

Non poteva tradire le aspettative il nuovo corso della destra in Italia e così eccoci prima nazione al mondo che per la paranoia della sicurezza si consegna entusiasta in blocco per porre fine all’assurdo principio della presunzione di innocenza, ovviamente solo per i per i reati materiali.

Reati finanziari evasione fiscale ec… saranno ben tutelati con il blocco delle intercettazioni telefoniche, gli amministratori saranno sempre più protetti da una magistratura ficcanaso che vuole impedire loro di commettere reati contro gli interessi della collettività utilizzando posizioni di potere. Ma dopotutto si tratta di reati innocenti, che non fanno male a nessuno, ovver a tutti ma si sa in italia tutti e nessuno coincidono in maniera perfetta. Ma chio se ne frega se tangenti corruzioni concussioni, arricchimenti smodati sulle spalle della cittadinanza, della sanità dell’edilizia, della salute ambientale non saranno praticamente più perseguibili? Dopotutto se fossimo nei lorto panni non faremmo lo stesso? E sì dai e allora?

Ma non sia mai che i reati che tanto appassionano la cronaca locale siano ostacolati dalla tutela dei diritti individuali di 56.000.000 di cittadini! Giammai! Furti scippi rapine condotti da microcriminali, balordi e soprattutto IMMIGRATI sono la vera piaga di questa nostra democrazia.

Pertanto dal 2010 pare verranno prese le impronte a TUTTI, ovvero saremo tutti presunti colpevoli di reati che hanno a che fare con l’uso delle mani, o meglio che potranno essere ricondotti alle impronte digitali. Da quella data infatti saremo tutti quanti schedati, come presunti colpevoli. E l’Unione Europea ha in serbo la mitica banca del DNA. Che figata! Praticamente gli investigatori i giudici i magistrati potranno andare in pensione, pensate che risparmio!!! a risolvere ogni delitto, furto scippo rapina saranno un tecnico in sub appalto con un co.co.pro. che rileva le impronte sulla scena del delitto-reato, e poi il computer commina subito la sentenza usando il massimo della pena, nessun beneficio. Ovviamente il colpevole sarà lo stronzo che ha lasciato rilievi bio-corporei o impronte sul luogo del delitto. Starà poi a lui, dimostrare la sua innocenza, che non centrava un cazzo, che magari era stato l’ultimo cliente del negozio rapinato, o l’ultimo ad aver aiutato la vecchia scippata a portagli a casa la spesa. Eh eh eh saranno cazzi suoi! “E guaiò ce stanno prove schiaccianti e che voijamo fà e mò il computer mente?Che forse non sono tue li impronte e i compioni biofisici sul luogo del delitto!”

E allora se non sei colpevole DMOSTRACELO!

Bye bye Giustizia !

A, ovviamente reati finanziari corruzioni concussioni ecc…non fanno allarme sociale, anzi sono reati che la magistratura usa inopinatamente per mettere il becco nella politica, e mica si può fare in un paese moderno, e che è, ci vuole garanzia che si possa fare il proprio mestiere di amministratore in santa pace, poi vabbè alla scadenza del mandato (con la durata media dell’aderenza del culo sulla poltrona dei nostri amministratori circa 57anni) si vedrà che fare ma per adesso tutela, garanzie, immunità!

Un sentito ringraziamento al Pd per aver entusiasticamente appoggiato la norma!

Spero Grillo e dipietristi sia arrapino come mandrilli sentendo che finalmente tutti potranno essere schedati e si faranno processi rapidi:

sento già il giubilo della folla: “GIUSTIZA, GIUSTIZIA!”


venerdì 6 giugno 2008

ECCOLI!

Prima vennero per gli zingari perché Rubacchiavano:

da repubblica :
MILANO - I bambini hanno scherzato con le divise e sono impazziti per il furgone della Scientifica, quello con le macchine fotografiche e gli strumenti come vedi nei film. Gli adulti hanno accettato in silenzio, "con grande umiliazione". I vecchi hanno avuto "paura", uno soprattutto: Goffredo, 69 anni, il capofamiglia, sopravvissuto durante la guerra a un "campo del Duce" dove venivano deportati gli zingari, una di quelle pagine di cui si è persa memoria. Le sirene e le macchine della polizia; loro, gli zingari, tutti in fila a mostrare i documenti; le cinque e mezzo del mattino di un giorno qualsiasi: brutti ricordi nella testa di Goffredo.

L'alba di questa mattina, Milano-Rogoredo, tra la tangenziale est, la ferrovia e sotto i cavi dell'alta tensione, campo nomade del comune - dunque autorizzato e censito -, quattro casette di legno, il resto roulotte e baracche, la kher, la casa della famiglia Bezzecchi, arrivati in Italia dalla Slovenia nel 1943 e qui, tra un campo e l'altro, giunti alla quinta generazione. Sono circa quaranta persone e tutti stamani sono sfilati uno per uno davanti a polizia, carabinieri e vigili urbani per declinare nome, cognome, generalità, stato civile. Ognuno ha mostrato il documento di identità e ad ognuno è stata fatta la fotocopia.

"Censimento dei rom", secondo il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, da dieci giorni super commissario per gli zingari con gli ampi poteri previsti dall'ordinanza della Presidenza del Consiglio pubblicata in Gazzetta il 30 maggio. "Una schedatura umiliante" secondo Giorgio Bezzecchi, 47 anni, ragioniere, uno dei cinque figli di Goffredo, vicepresidente dell'Opera nomadi della Lombardia, fino all'anno scorso responsabile dell'Ufficio nomadi del Comune e adesso ricercatore presso l'università. "Quello che è successo stamani non era mai accaduto, è agghiacciante e tutti devono sapere, tutti..." insiste Bezzecchi.

Così mentre stamani a Roma veniva sgomberato un campo nomadi in zona Testaccio (anche qui con molte polemiche ma va detto che al tempo stesso il sindaco Alemanno sta convocando uno per uno i capifamiglia dei rom), a Milano si procedeva con la schedatura-censimento. I prefetti super commissari per i nomadi sono tre, Roma, Milano e Napoli dove però gli "sgomberi", per ora, sono stati fatti in un altro modo dalla camorra. Giorgio Bezzecchi non vive più al campo ma ieri sera, sapendo che ci sarebbe stato quello che definisce "blitz" si è fermato con il padre e le famiglie dei suoi quattro fratelli. "La nostra famiglia, tutta la nostra famiglia - spiega Bezzecchi - è italiana, abbiamo i documenti, lavoriamo, paghiamo le tasse, luce e acqua, i nostri figli vanno a scuola. In comune, dove ho lavorato per 23 anni, e in prefettura lo sanno perfettamente. Arrivare all'alba, circondare il campo e illuminarlo con le lampade, svegliarci e metterci in fila e fare la fotocopia del nostri documenti è stato molto più che umiliante. Sanno chi siamo, conoscono la famiglia Bezzecchi, mio padre è medaglia d'oro al valore civile. Perché questo blitz di evidente matrice razziale?".

E'un fatto che il primo atto ufficiale del commissario per i rom di Milano è proprio il monitoraggio della famiglia Bezzecchi, Rogoredo, Milano. "Sono arrivati alle cinque e mezzo - racconta Giorgio - hanno circondato il campo, lo hanno illuminato, sono venuti casa per casa, roulotte per roulotte, ci hanno svegliato, ci hanno fatto uscire, hanno fotografato le case e poi i nostri documenti. Hanno finito intorno alle sette e mezzo. Io credo - aggiunge Bezzecchi - che tutti debbano sapere e capire cosa sta succedendo: sono italiano, sono cristiano e sono stato schedato in base alla mia razza. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani".

Con Bezzecchi proviamo a metterla così, che in fondo è solo un censimento, qualcosa di utile per affrontare una volta per tutte la questione rom, per conoscerli e quindi poter essere di aiuto a chi vuol vivere in Italia rispettando le regole. "Tanto per cominciare - risponde - noi siamo sinti italiani registrati all'anagrafe quindi non capisco cosa debbano censire visto che già esistiamo. Più in generale - lo dico perché ho lavorato per 23 anni all'Ufficio nomadi del comune di Milano - il censimento già esiste dei campi autorizzati. A Milano ci sono tra i 5 e i 5.500 nomadi". Una discriminazione, quindi, "anche se presentata come positiva".

Sessanta anni fa, ricorda Bezzecchi, usciva la rivista "La difesa della razza" di Guido Landra, furono approvate le prime leggi razziali, poi i primi rastrellamenti. "Mio nonno fu portato a Birkenau ed è uscito dal camino... Mio padre fu portato a Tossicia ed è tornato indietro. Stamani lo hanno svegliato all'alba e lo hanno messo in fila. Io oggi, italiano e sinti, dico vergogna".

(6 giugno 2008)


Poi per gli stranieri

Razzismo di stato

di Associazione Almaterra

su altre testate del 04/06/2008

Vogliamo denunciare un grave episodio, accaduto questa mattina, di cui è stata testimone una Mediatrice interculturale di Moncalieri. Alle 08:30 circa, sul bus 67 (capolinea di Moncalieri), pieno di gente che a quell’ora è diretta a scuola o a lavoro, è salita una pattuglia della polizia, ha intimato a tutti gli stranieri di scendere, ha diviso maschi e femmine con bambini, ha chiesto il permesso di soggiorno.

Molte persone avevano con sé solo la carta di identità italiana, altri il permesso di soggiorno, altri ancora né l’uno né l’altro.
Tutto l’episodio si è svolto accompagnato da frasi quali : “non ce ne frega niente della vostra carta di identità italiana” , “è finita la pacchia”, “l’Italia non è più il Paese delle meraviglie”.
Gli agenti hanno fatto salire tutti gli uomini su un cellulare, solo un uomo marocchino, mostrando la carta di identità italiana, si è rifiutato di salire, chiedendo di che cosa veniva accusato e che avrebbe fatto riferimento al suo avvocato. Gli agenti l’hanno lasciato andare.
Nessuno dei passeggeri rimasti sull’autobus è intervenuto, anzi, molte delle persone presenti, anche sui balconi delle case intorno e sui marciapiedi, hanno applaudito.
Ci aspettiamo che venga fatta chiarezza e che non si ripeta mai più un simile episodio in un Paese che si dichiara civile e democratico.


CHE VERGOGNA !
TACERE ADESSO E' PIU' CHE CONNIVENZA, E' ATTIVA PARTECIPAZIONE...
ci sarà pur un giudice a ...Roma :-(

sabato 26 aprile 2008

25 aprile 2008 Provocazione Fascista a La Spezia

Oggi, 25 aprile 2008, la Rete contro la precarietà della Spezia, ha deciso di ricordare e festeggiare la Liberazione, organizzando un presidio, ritrovandosi in piazza per condividere, in una bellissima giornata di sole, quei valori e quelle speranze che hanno portato alla sconfitta del
nazi-fascismo.
Prevedibile e banale è arrivata l’ennesima provocazione da parte di 2 loschi fasci figuri che spintonando, brandendo cinture, minacciando di morte, pretendevano di passare nel mezzo del presidio. Così, sotto gli stendardi istituzionali voluti dalla Provincia, inneggianti ai diritti della Costituzione, le forze dell’ordine, adducendo motivi di sicurezza, hanno costretto 50 persone ad interrompere l’iniziativa, avvallando i metodi di chi da sempre agisce nell’ombra,
cercando l’aggregazione nel codardo squadrismo, incitando all’odio razziale, fomentando paure.
A loro ed a tutti quelli che confondono il coraggio con lo squallido tentativo di affermare il proprio “machismo” da film western di serie B, ricordiamo che Arditi siamo noi, e tutti coloro che quotidianamente resistono ai vili attacchi sferrati nel mondo del lavoro, nella vita, nella
salute, al nostro futuro.

ORA PIÙ’ CHE MAI, RESISTENZA!

Ovviamente massima solidarietà ai compagni Spezzini!

sabato 8 marzo 2008

è uscito il NUOVO numero dell'Eco Apuano!

In edicola il nuovo numero dell'Eco Apuano, mensile di ambiente cultura e satira,
anno 19 n°1 febbraio/marzo 2008 !

In questo numero:
Massa, Candidature.
Rom, per chi è l'emergenza.
La prima liberazione di Carrara 7-10 novembre 1944 Acura dell'ANPI di Carrara
Ordinaria domenica di follia istituzionale (l'intervista completa ai Barbudos Carrara 1996)
...e molto altro ancora.

Se non dovessi trovare il mensile in edicola scrivici, cercheremo nel possibile di provvedere!

giovedì 14 febbraio 2008

CARICA RAGAZZE!


Scontri a Roma tra Manifestanti in difesa dei diritti delle donne e Polizia che cerca di impedire il corteo spontaneo auto-organizzato.






Ecco l'appello promosso!

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti, ora basta!

L'offensiva clericale contro le donne - spesso vera e propria crociata bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.

Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono tornati ad essere "cose", terreno di scontro per il fanatismo religioso, oggetti sui quali esercitare potere.

Lo scorso 24 novembre centomila donne - completamente autorganizzate - hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza, mascherate dietro l'arroganza ipocrita di "difendere la vita". Perciò non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione. Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che condanni senza mezzi termini tutti i tentativi - da qualunque pulpito provengano - di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne, faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e l'ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.

Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).
Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposte a compromessi".

domenica 3 febbraio 2008

COMUNICATO STAMPA contro sfratti a Caina

Siamo venuti a conoscenza dai diretti interessati che sono stati consegnati diversi ordini di sfratto ad alcune famiglie che hanno trovato alloggio tra gli appartamenti del complesso delle case popolari di Caina.
Non è certo a cuor leggero che si decide di occupare un alloggio in una zona soggetta da molto tempo alla proteste dei residenti per le difficoltà presenti nel quartiere.
Ci chiediamo pertanto se può, un amministrazione di sinistra, che si dice portatrice dei valori della Resistenza e dell'Antifascismo, affrontare il problema della casa con lo strumento dello sgombero forzato!
Siamo d'accordo con il Sindaco quando cerca di risolvere i problemi della città incontrando direttamente la popolazione, ma dobbiamo anche rilevare che la problematica degli alloggi risulta ancora come una delle più sentite. Sappiamo che non esiste una bacchetta magica per risolvere il problema e che non è così semplice trovare una risposta che soddisfi tutte le esigenze, ma ci appelliamo alla capacità di comprensione dell'amministrazione perché trovi una soluzione condivisa e che non usi i mezzi della forza contro la legittima aspirazioni di avere un tetto sopra la testa.

(ANPI Giovani Carrara)

lunedì 7 gennaio 2008

Pianura campana.

Guerriglia urbana a Pianura 5-01-2008, emergenza rifiuti per la riapertura della discarica di Contrada Pisani.
Oggi (7-01-2008) nuovi scontri e ritiro delle forze dell'Ordine alle 19.
La discarica non sarà riaperta.
Intanto il Polo delle Libertà sfilerà il 12 a Napoli contro la giunta Bassolino.
Su youtube si scatenano deliri razzisti contro la popolazione napoletana.
Il TG1 dell'ora di pranzo invece pensa bene di aprire il giornale con la notizia del Papa che fa gli auguri alle rappresentanze degli ambasciatori in Vaticano (???!!!???).
Un bel quadretto per il 2008, non c'è che dire e siamo solo al 7 di gennaio.

lunedì 17 dicembre 2007

Genova G8, unici colpevoli i manifestanti...


Armi improprie, colpi ad altezza d'uomo, blindati lanciati contro la folla ed è solo il primo giorno, ecco cosa è accaduto alla luce del sole...


In breve la sentenza emessa dal tribunale di Genova in relazione agli unici 25 manifestanti imputati:

Il tribunale composto da Devoto, Gatti e Realini ha emesso la sentenza per il processo contro 25 manifestanti per i fatti del g8.

Di 25 manifestanti, una sola è l'assoluzione.
14 manifestanti sono stati condannati per danneggiamento per i fatti di via Tolemaide: le pene partono da 5 mesi e arrivano a 2 anni e 6 mesi (solo uno è stato condannato a 5 anni per lesioni all'autista del defender Filippo Cavataio). Per loro il reato di devastazione e saccheggio è stato derubricato, e la resistenza alla carica dei carabinieri è stata scriminata come reazione ad atto arbitrario e di conseguenza non costituisce reato (in pratica la reazione alla carica dei carabinieri è stata considerata legittima, ma non i danneggiamenti successivi).
10 manifestanti sono stati condannati per devastazione e saccheggio per i fatti del cosiddetto blocco nero: le pene vanno da 6 anni a 11 anni. Per 4 di loro sono stati chiesti anche 3 anni di libertà vigilata e interdizione permanente dai pubblici uffici (ovvero dopo aver scontato la pena dovranno scontare anche 3 anni di libertà vigilata).

Per il capitano Antonio Bruno, il tenente Paolo Faedda, il Primo Dirigente Angelo Gaggiano, il Primo Dirigente Mario Mondelli è stata chiesta la trasmissione degli atti per falsa testimonianza.

A parte il pagamento delle spese processuali e di alcune limitate provisionali, i danni patrimoniali sono stati lasciati a un successivo giudizio civile. La beffa finale è che in ogni caso sempre in sede civile saranno da determinare e pagare i danni non patrimoniali - anche noti come danni di immagine - alla Presidenza del Consiglio (e questi dovranno pagarli tutti i 24 condannati o quasi).
In pratica la tesi per cui a offendere l'immagine dell'Italia sono stati i manifestanti è stata accolta.


Dedicato a tutti gli iper-legalitaristi, iper-securitaristi, per cui "prima di tutto il rispetto delle leggi".

Per l'appunto leggi e informati, prima di parlare e scrivere a vanvera, le fonti ci sono, i fatti sono incontrovertibili, i contesti da considerare necessari.

La verità fa male e ricordare costa fatica.


http://www.processig8.org/I_25.html

http://www.senzasoste.it/prima-pagina/genova-g8-supporto-legale-in-ogni-caso-nessun-rimorso-2.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Fatti_del_G8_di_Genova

Per scaricare il video OP- Genova 2001- gratuitamente da NGV: http://www.ngvision.org/mediabase/871


giovedì 13 dicembre 2007

Un ordinaria Domenica.













Prima parte dell'intervista che sarà pubblicata interamente sull'EcoApuano di dicembre.


Carrara-Teramo-Carrara 2 Dicembre 2007

Continua l’approfondimento delle tematiche legate al mondo del tifo calcistico balzate agli “onori delle cronache nelle ultime settimane.

Oggi la Carrarese gioca a Teramo, ed è anche l’undicesimo anniversario della fondazione del gruppo Barbudos Carrara, quale migliore occasione per fare due chiacchiere se non un viaggio di 1.100 km su e giù per la penisola?

Si parte verso le 8:00, con un pulmino da 9 posti, causa disguidi vari entriamo in autostrada solo alle 9:15. Comincia già a balenare l’ipotesi che si arriverà tardi per vedere l’incontro. Con noi parte un altro dei gruppi supporter, affronteremo il viaggio assieme.

Ci accordiamo sui temi da affrontare durante il viaggio e le modalità: un intervista corale che mi impegno a riassumere.

Comincio con le domande, la prima riguarda il cambiamento che ha subito radicalmente il mondo del tifo organizzato in questi 11 anni:

-Anzitutto sono aumentati vertiginosamente affarismo e repressione, girano sempre più soldi sia in campo che fuori, gli sportivi appaiono sempre più personaggi del jetset e sempre meno come professionisti di una disciplina sportiva.

Il denaro è un potente elemento di corruzione capace di fare girare la testa non solo in campo,ma anche sugli spalti.

Di conseguenza spesso gli ideali e i principi che agli inizi caratterizzavano il mondo del tifo organizzato che si riconosce sotto la definizione ULTRAS, sono stati messi in secondo piano rispetto a esigenze molto più “spicciole”.

A contorno di tutto questo c’è un disegno più o meno nascosto, messo in piedi dai soggetti forti che sul calcio basano i propri fatturati, di ridurre la passione popolare per il calcio a mero bene di consumo da parte di una più ampia fetta di mercato “imborghesito”. Il calcio infatti fin dai suoi albori è stato un forte fattore di aggregazione sociale e conseguentemente gli stadi, e le curve in particolare, sono stati lo specchio in cui il sentire popolare si esprimeva più direttamente e con meno mediazioni.

Da quando la fonte di entrata principale del sistema calcio (società, in primis, ma anche lega, sponsor etc…) si è trasformata da biglietto a “scheda pay-tv” l’elemento di presenza diretta della popolazione è diventato un fattore di disturbo da eliminare e il tifoso con la sua voglia di partecipazione è diventato un pericoloso elemento di destabilizzazione del sistema-calcio, perché si vede, si sente, parla e ,a volte, pretende, recrimina e, magari, contesta. Spettatori silenti ( o ancora meglio “domestici”) invece pagano, non protestano, sono individualizzati e parcellizzati, atomizzati e ridotti all’impotenza.

Anche qui il parallelo con il mondo fuori dallo stadio è abbastanza evidente.

È proprio così, nelle curve e negli stadi il costume e le aspirazione sono mutati come sono mutati fuori dagli stadi. In curva infatti non ci va un gruppo di emarginati sociali per sfogare frustrazioni, come ci rappresentano i giornalisti e i benpensanti, ma (casomai) quei soggetti che non si accontentano di guardare passivi uno spettacolo, ma ritengono e vogliono attivamente partecipare al successo della propria squadra, che non rappresenta solo un team calcistico, ma un intera città.

Persone unite dalla volontà di organizzarsi e dal rispettare delle regole comuni autoimposte.

Mi pare che stiamo entrando dritti verso un altro argomento; quello dell’ideale ULTRAS. Ne possiamo parlare meglio in modo da poterlo comunicare a chi, magari, allo stadio non ci ha mai messo piede ma vuole farsi un idea

Ok, anzitutto per noi, ma non sempre è così, l’attaccamento alla maglia è l’attaccamento al simbolo della città.

A noi non interessa tanto il risultato sportivo, quanto la rappresentazione della città, e quindi del suo portato di valori di storia e di tradizione. I carrarini sono sobri testardi e fieri, lo ha dimostrato la storia, dalla sconfitto di Quinto Marcio Filippo ai moti del 1894, alle medaglie d’oro della Resistenza e pretendiamo dalla squadra, dalla dirigenza e dalla società un atteggiamento coerente con questa storia. Se ci interessassero solo i risultati sportivi dopo 7 play-out in 8 stagioni saremmo ancora qui?


Continua....

martedì 4 dicembre 2007

DICHIARAZIONE SPONTANEA RESA DA UN EX-POLIZIOTTO AD UNA RADIO ROMANA....

riportiamo così come trovato su Indymedia Roma


"Da quanto tempo non è più in servizio?"

CIRCA UN ANNO.

"Ci racconti il motivo del suo intervento"

"HO 43 ANNI,HO PRESTATO SERVIZIO PER CIRCA 11 ANNI ,AL TERMINE DEI QUALI HO DECISO DI CONGEDARMI IN MANIERA SPONTANEA,MA INDOTTO DA FATTI PERSONALI CAUSATI DA MIEI SUPERIORI,RELATIVAMENTE ALLA NON CONFORMITA’ DEL MIO ADEGUARMI A DIRETTIVE CHE RITENEVO ECCESSIVE"

"Ci racconti cosa le è successo..."

"NON VOGLIO ANDARE OLTRE QUESTA TESTIMONIANZA,PERCHè DI COSE DA DIRE NE HO ANCORA MOLTE.MA A DISTANZA DI UN ANNO DAL MIO CONGEDO...TEMO ANCORA DI ESSERE VITTIMA DI RITORSIONI.SEMBRA ASSURDO,MA VI GARANTISCO CHE è COSI.HO UN MOGLIE E 2 FIGLI,CERCATE DI CAPIRMI..."

"Si rende conto che nonostante la voce camuffata (su richiesta ESPLICITA dell’ex poliziotto) potrebbero esserci enti istituzionali ad ascoltare la sua voce?"

"SI, ED HO PAURA.MA DOPO QUELLO CHE è SUCCESSO A QUEL POVERO RAGAZZO SULL’AUTOSTRADA(GABRIELE,NDR)NON POSSO NASCONDERMI IN ETERNO.FORSE ALTRI SEGUIRANNO IL MIO ESEMPIO.."

"Ok,ci racconti..."

"IO PRESTAVO SERVIZIO A TORINO,FACEVO SPESSO LE SCORTE AI TIFOSI.IN OCCASIONE DELLA FINALE DI CHAMPIONS CHE LA JUVENTUS VINSE ALL’OLIMPICO FUI POSTO IN SERVIZIO AL TRENO. DURANTE IL BRIEFING DEL PERSONALE PRE-PARTENZA IL COMANDANTE DEL REPARTO CI ORDINO’,UNA VOLTA SALITI,DI STIPARE I TIFOSI IN VAGONI CONTIGUI E NON FARLI USCIRE DI LI.UNA VOLTA PARTITI,MASSACRARLI DI BOTTE.PRESTANDO ATTENZIONE A CHI AVESSE TELECAMERE O FOTOCAMERE.REQUISIRLE E FARLE SPARIRE."

"Massacrare di botte tifosi senza motivo?"

"SI.QUESTO,CI FU DETTO,PER "AMMORBIDIRLI" PREVENTIVAMENTE".HO VISTO COLLEGHI COLPIRE RAGAZZI DI 18-20 ANNI ALLO STERNO CON I TACCHI DEGLI ANFIBI,ALTRI SCARDINARE I PORTACENERE DELLE FERROVIE DELLO STATO E CON GLI STESSI COLPIRE A PUGNI IN VOLTO I RAGAZZI. MANGANELLATE SENZA MOTIVO SU RAGAZZE,PADRI DI FAMIGLIA.SCENE AGGHIACCIANTI.RIMASI PARALIZZATO.E COINVOLTO ANCH’IO NEL TEMA DI REPRESSIONE DAI MIEI STESSI COLLEGHI,PERCHè NON PICCHIAVO NESSUNO..."

"Continui..."

"DURANTE IL VIAGGIO DI RITORNO,ALLA STAZIONE OSTIENSE,MI PARE...I TIFOSI,STANCHI DELLE BOTTE E DEI TRATTAMENTI RICEVUTI,SCESERO DAL TRENO E INIZIARONO A TIRARCI DENTRO DI TUTTO.IO RIMASI INCASTRATO IN UN’AREA DI COLLEGAMENTO TRA DUE VAGONI...INSIEME A DEI RAGAZZI DI CASELLE CON LA SCIARPA BIANCONERA.MI PRESERO SOTTOBRACCIO E CERCANDO DI RIPARARSI MI TRASCINARONO CON LORO,DICENDOMI"STIA TRANQUILLO ,VOGLIAMO AIUTARLA".E FU COSI’.FUI COLPITO DA UNA GROSS PIETRA ALLA GAMBA,UNO DEI RAGAZZI RIUSCI’ AD APRIRE UNO SCOMPARTIMENTO E MI ADAGIO’ SUL SEDILE,ANDANDO A CERCARE DELL’ACQUA.LO VIDI SOMMERSO DI COLPI DA PARTE DI DUE COLLEGHI NON APPENA VARCO’ LA SOGLIA DELLO SCOMPARTIMENTO.E’ UNA SCENA CHE NON DIMENTICHERO’ MAI..."

"Ci scusi,perchè ha atteso tutto questo tempo?"

"GLIE L’HO GIA’ DETTO.SONO UN PADRE DI FAMIGLIA,DUE FIGLI...ORA FACCIO IL PANETTIERE PER CAMPARE.MA HO ANCORA PAURA.COME NE AVEVO CON LA DIVISA ADDOSSO.MA NON DEI TIFOSI.AVEVO PAURA DEI COLLEGHI CHE SAPEVANO DI ME,UNO CHE NON ANDAVA A MASSACRARE LA GENTE SENZA MOTIVO.E NE HO ANCORA..."

20.11.07

Related Link: http://www.asromaultras.org

venerdì 30 novembre 2007

REPRESSIONE ALLA SPEZIA

direttamente dalla lista dell'RDA MayDay di La Spezia

Stasera (29 novembre 2007) alle 18 una trentina di compagne e compagni hanno effettuato un
presidio con blocco stradale in v.le Amendola di fronte alla portadell'Arsenale, diffondendo volantini alla popolazione: volevano richiamarel'attenzione sul processo ai 25 manifestanti processati a Genova per ifatti del G8 del 2001, mettendo in evidenza l'assurdità delle pene
richieste dal Pm anche in confronto alla probabile impunità delle forzedell'ordine.

Il presidio si è sciolto all'arrivo delle prime volanti, cinque minutidopo il suo inizio, e immediatamente si è scatenata una caccia all'uomoper le strade della città (tuttora in corso) che ha portato al fermo di due compagni, a quanto risulta ancora trattenuti in questura.

Il tutto mentre a poca distanza gruppi neofascisti svolgevano attività dipropaganda senza che nessuno contestasse loro il reato di "ricostituzionedel partito fascista"!
La Spezia si conferma una città tranquilla solo per chi abbassa la testa:solidarietà ai compagni fermati.



29 novembre 2007

martedì 27 novembre 2007

Los angeles 1992-Parigi 2007




Politiche diverse
Stessi risultati.

La repressione non paga!




L’esercito delle banlieue

di Gianni Marsilli

su l'Unità del 28/11/2007

Molotov e petardi, pietre e sbarre di ferro, ma anche fucilate. Bruciano automobili scuole e biblioteche ma ci sono proiettili che mirano ad uccidere il flic, il «porco» in uniforme. La rabbia del 2005 è ancora lì, intatta e rovente. Ma si è fatta più lucida e affilata, quasi omicida. La rivolta potrebbe essere meno estesa della sollevazione di due anni fa.
Ma anche più cattiva e determinata, non solo nichilista e disperata. Dicono le cronache che quelle centinaia di ragazzi - tutti neri o maghrebini - che hanno messo a ferro e fuoco Villiers-le-Bel stavolta hanno avuto il sostegno della gente intorno, come si aiutano i resistenti. Perché nulla è cambiato da due anni a questa parte, malgrado le promesse e i cantieri per nuovi alloggi popolari e le leggi - non applicate - che incoraggiano l’occupazione. Si vive sempre male, disoccupati ed etnicamente separati, in banlieue. Anche se si è francesi a tutti gli effetti. Capita allora che un incidente diventi una provocazione, qualsiasi sia stata la sua dinamica. Che la violenza sia spontanea, scontata, pavloviana. Era colpa dei poliziotti? Pare di no, pare. Ma non ha più molta importanza. La scintilla è scattata e l’incendio è scoppiato, travolgendo torti e ragioni.
Oggi Nicolas Sarkozy, appena rientrato dal suo viaggio in Cina, dovrebbe ricevere all’Eliseo le famiglie dei due ragazzi morti domenica sera. Prima, avrà reso visita ai gendarmi feriti, in particolare ai sei impallinati da un ignoto fucile da caccia. Sarkozy, si spera, è il primo a sapere che il tempo cammina molto in fretta, nelle banlieues. Che l’esperienza del 2005 non ha più molto da insegnare. Che le grandi manovre di anti-guerriglia urbana di migliaia di gendarmi non servono più a gran cosa, davanti a ragazzi pronti a diventare snipers. Che la faccenda, quindi, potrebbe farsi molto più pericolosa in questo autunno. Che il ministero degli Interni è in mano a Michèle Alliot Marie, che prima reggeva la Difesa, ed è portata a confondere i rivoltosi delle periferie con truppe di un esercito nemico. Alliot Marie ha cominciato male. Lunedì, già prima degli scontri più aspri, li aveva archiviati nella cartella della «delinquenza organizzata». Quei ragazzini di tredici, quindici anni relegati al rango di spacciatori, ladri, banditi. Ha così negato implicitamente l’esistenza del disagio nel quale vivono, che è grande. È parsa scordare che ci sono aziende che catalogano le richieste di lavoro a seconda del colore della pelle: nella colonna 1 i neri, in quella 2 i maghrebini, in quella 3 gli asiatici, nella 4 i «pure whites», come dire gli ariani. Che i senza lavoro toccano punte del 40-50 per cento. Che le ZUS (zone urbane sensibili) comprendono cinque milioni di francesi. Per questo l’Eliseo ha tenuto a far sapere che da Shanghai Sarkozy aveva telefonato ad Alliot Marie, e le aveva rivolto «un certo numero di raccomandazioni». La signora ministro è insomma sotto stretta tutela. Al timone è tornato lui, il suo predecessore diventato presidente. Con un rischio: che alzando il livello della gestione della crisi, si alzi anche il livello dello scontro. Malgrado la linea di Sarkozy, che si vorrebbe meno aggressiva di due anni fa, quando annunciava a gran voce di voler «ripulire» quei quartieri, come si disinfesta un tugurio.
Era stato lo stesso Sarkozy, però, a promettere in campagna elettorale un grande «piano Marshall» per le banlieues, del quale non si è vista ancora traccia. Ci sta lavorando Fadela Amara, ministro alle politiche urbane, di origine algerina, da sempre di sinistra, nel governo grazie alla «ouverture» politica presidenziale. Ma è ancora «in fase di concertazione» con sindaci e associazioni, e non sarà pronta prima di gennaio. Nel frattempo, i sindaci temono il peggio.

lunedì 19 novembre 2007

Sabato 17 novembre. Un bilancio in cifre.



Come sempre quando si assiste ad un evento importante, di rilievo nazionale, è riflesso quasi incondizionato andarsi a vedere come la stampa tratta dell’argomento. Spassosa constatazione della distanza-vicinanza che lega il lettore al giornalista. Aprendo il Giornale on-line (clicca qui per andare all’articolo) si assiste ad un curioso bilancio del corteo di Genova. Inoltre Sabato si è svolta la strabiliante raccolta di firme di Silvio per mandare a Casa il governo Prodi…tralasciando l’acume politico dimostrato in queste ore hihihih :-) . Anche qui ci sono dei numeri su cui ragionare.

Prendendo spunto dai dati riportati, armato di calcolatrice, mi permetto di fare qualche divisione:

-50.000 + o – i manifestanti arrivati nel capoluogo ligure

-20.000 quelli stimati dalla questura

>Cambio internazionale praticato 2,5 , hanno fatto di peggio.

-800 i poliziotti in borghese presenti al corteo

-20.000 i manifestanti

> Poliziotti in borghese 1 su 28 partecipanti , ma non era un corteo per “infagare le forze dell’ordine”. A leggere questi numeri si direbbe che la DIGOS è l’organizzazione che ha portato più persone al corteo, prossima volta vogliamo anche lo striscione e il camion con la musica!

-200.000 euro di costi al comune di Genova causati dal corteo secondo la Dot.ssa Mariangela Danzì

-30.000 per gli straordinari dei 100 Vigili impiegati.

-30.000 per gli straordinari dei 60 spazzini


>un vigile costa 300 euro di straordinario a giornata

>uno spazzino 500 !! e poi dicono che questi lavoratori dipendenti non arrivano a fine mese…

>e i restanti 140.000? il Giornale non si interroga. Ah sì sono le cene che ha pagato il comune per rifocillare i manifestanti dopo 4 ore di Tramontana. Grazie dot.ssa DANZI!

E quanto sono costati i 700 lavoratori in borghese che non hanno dovuto muovere un dito? Non è una domanda lecita probabilmente.

Passiamo ora a valutare invece le 8.000.000 di firme. Accidenti 8 milioni di firme un italiano su 7 è andato al gazebo. A Carrara siamo si e no 60.000 a massa idem ,giusto?, ergo per stare in media sarebbero dovute andare circa 8.500 persone per città. Considerando che FI è anche il primo partito a Carrara! Dai facciamo circa 7.000. Se andiamo a vedere gli appuntamenti del banchetto dal sito degli Azzurri di Carrara (clicca qui ci sono anche le foto con le interminabili code :-) vediamo che i banchetti per firmare tra Sabato e domenica sono stati aperti:

Sabato 17 Novembre dalle ore 9.00 via Roma - piazza Matteotti

E dalle ore 15.00 piazza Ingolstad c/o Lombardi

Domenica 18 Novembre – dalle ore 15.00 via Roma - piazza Matteotti e dalle ore 15.00 piazza Ingolstad c/o Lombardi.

Ergo circa 16 ore di attività, 960 minuti, quindi circa 8 persone al minuto 7,5 secondi a firma! Dico, almeno un briciolo di coda si sarebbe dovuta creare, o no?

Mi spiegate perché Sabato mattina a Massa, in piazza Aranci ho osservato due poveri disgraziati al freddo sotto il gazebo con nessuno di fronte per almeno mezzora, e a Carrara domenica pomeriggio con l’apertura dei negozi durante una fiera, una discreta quantità di persone in giro, ho assistito alla stessa triste scenetta?

Misteri della numerologia Berlusconiana!

K.