mercoledì 11 giugno 2008

n° 5 dell’Ecoapuano giugno 2008.

è uscito il n° 5 dell’Ecoapuano giugno 2008.
Numero succoso e ricco di interessanti approfondimenti,
corri in edicola o inviaci una mail se non riesci a trovarlo!

Sommario
Allarme, siam razzisti
Ma se queste cose non le diciamo noi, qui e ora, chi le dice?

Rifiuti
Status di irregolarità, prima causa di devianza

Rom e bambini rapiti
COMITATO SPAZIO PUBBLICO

Insicurezza democratica
I mostri generano
la società dello spettacolo

Appello
Contro un nuovo razzismo di massa
Quell'atroce passato che può ritornare

Razzismo di Stato
A Milano, schedati per essere nati rom

Emergenza diversità
Rom Per chi è l’emergenza?
Dalla conferenza tenuta a Carrara per conto
dell’ARCI il 1-12-07 Parte seconda
Mons. Piero Gabella

Emergenza pogrom
L’insostenibile leggerezza dell’essere come loro
di Gianfranco Formenton

Emergenza rom a Carrara
Il campo rom del Lavello
Una storia faticosa e controversa

Lettera aperta ai leghisti
Attenti ai padroncini

Emergenza ridicolo
Carrara: tolleranza zero
Contro le gatte del campo scuola

Informazione
A servizio dei pregiudizi

La destra sballa
Ma cosa c’entra Maroni col Lavello?

Emergenza fonti energetiche
Se il petrolio va a picco

La favola atomica
Emergenza politica

L’equivoco di una domanda mal posta
Una lettera di Romano Luperini
Dobbiamo vivere in una sorta di esilio

Emergenza lavoratori
NCA
La classe operaia è andata all’inferno
Meno lotte e più straordinari

Elezioni a Massa
Amministrazione comunale di Massa
Ha vinto la continuità
Sinistre nell’angolo

Massa: Partecipazione
Pacatamente, ma anche un po’ xenofobi, un po’ razzisti

Emergenza casta
Operatori del diritto e difensore civico
La casta reclama il monopolio
Polemica su un articolo che non era stato letto

Massa
Bilancio trasparente & partecipato

Cultura
Pansa
Un romanzo pauroso

Tra marmo e bronzo
L’arte del nulla
Veterani dello sport e Panathlon: celebrazione dell’ovvio e del brutto

Lettere e documenti
Aria fritta
Gratta e vinci
La destra provoca
Il sindaco Pucci
Non basta più l’antifascismo?
Ibrahimovic è un rom

Emergenza polveri a Carrara
Il traffico dei camion va fermato
La sentenza del giudice

Emergenza acqua
Acqua senza democrazia
L’acqua è un diritto, non una merce.

La sfranta
Carfagna; Esibizionismo sessuale solo quello dei gay?

La nostra storia
La Liberazione lungo la Linea Gotica
Lido Galletto

L’altra storia
Italiani brava gente?
Una conferenza di Alessandra Kersevan a Massa

venerdì 6 giugno 2008

ECCOLI!

Prima vennero per gli zingari perché Rubacchiavano:

da repubblica :
MILANO - I bambini hanno scherzato con le divise e sono impazziti per il furgone della Scientifica, quello con le macchine fotografiche e gli strumenti come vedi nei film. Gli adulti hanno accettato in silenzio, "con grande umiliazione". I vecchi hanno avuto "paura", uno soprattutto: Goffredo, 69 anni, il capofamiglia, sopravvissuto durante la guerra a un "campo del Duce" dove venivano deportati gli zingari, una di quelle pagine di cui si è persa memoria. Le sirene e le macchine della polizia; loro, gli zingari, tutti in fila a mostrare i documenti; le cinque e mezzo del mattino di un giorno qualsiasi: brutti ricordi nella testa di Goffredo.

L'alba di questa mattina, Milano-Rogoredo, tra la tangenziale est, la ferrovia e sotto i cavi dell'alta tensione, campo nomade del comune - dunque autorizzato e censito -, quattro casette di legno, il resto roulotte e baracche, la kher, la casa della famiglia Bezzecchi, arrivati in Italia dalla Slovenia nel 1943 e qui, tra un campo e l'altro, giunti alla quinta generazione. Sono circa quaranta persone e tutti stamani sono sfilati uno per uno davanti a polizia, carabinieri e vigili urbani per declinare nome, cognome, generalità, stato civile. Ognuno ha mostrato il documento di identità e ad ognuno è stata fatta la fotocopia.

"Censimento dei rom", secondo il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, da dieci giorni super commissario per gli zingari con gli ampi poteri previsti dall'ordinanza della Presidenza del Consiglio pubblicata in Gazzetta il 30 maggio. "Una schedatura umiliante" secondo Giorgio Bezzecchi, 47 anni, ragioniere, uno dei cinque figli di Goffredo, vicepresidente dell'Opera nomadi della Lombardia, fino all'anno scorso responsabile dell'Ufficio nomadi del Comune e adesso ricercatore presso l'università. "Quello che è successo stamani non era mai accaduto, è agghiacciante e tutti devono sapere, tutti..." insiste Bezzecchi.

Così mentre stamani a Roma veniva sgomberato un campo nomadi in zona Testaccio (anche qui con molte polemiche ma va detto che al tempo stesso il sindaco Alemanno sta convocando uno per uno i capifamiglia dei rom), a Milano si procedeva con la schedatura-censimento. I prefetti super commissari per i nomadi sono tre, Roma, Milano e Napoli dove però gli "sgomberi", per ora, sono stati fatti in un altro modo dalla camorra. Giorgio Bezzecchi non vive più al campo ma ieri sera, sapendo che ci sarebbe stato quello che definisce "blitz" si è fermato con il padre e le famiglie dei suoi quattro fratelli. "La nostra famiglia, tutta la nostra famiglia - spiega Bezzecchi - è italiana, abbiamo i documenti, lavoriamo, paghiamo le tasse, luce e acqua, i nostri figli vanno a scuola. In comune, dove ho lavorato per 23 anni, e in prefettura lo sanno perfettamente. Arrivare all'alba, circondare il campo e illuminarlo con le lampade, svegliarci e metterci in fila e fare la fotocopia del nostri documenti è stato molto più che umiliante. Sanno chi siamo, conoscono la famiglia Bezzecchi, mio padre è medaglia d'oro al valore civile. Perché questo blitz di evidente matrice razziale?".

E'un fatto che il primo atto ufficiale del commissario per i rom di Milano è proprio il monitoraggio della famiglia Bezzecchi, Rogoredo, Milano. "Sono arrivati alle cinque e mezzo - racconta Giorgio - hanno circondato il campo, lo hanno illuminato, sono venuti casa per casa, roulotte per roulotte, ci hanno svegliato, ci hanno fatto uscire, hanno fotografato le case e poi i nostri documenti. Hanno finito intorno alle sette e mezzo. Io credo - aggiunge Bezzecchi - che tutti debbano sapere e capire cosa sta succedendo: sono italiano, sono cristiano e sono stato schedato in base alla mia razza. Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani".

Con Bezzecchi proviamo a metterla così, che in fondo è solo un censimento, qualcosa di utile per affrontare una volta per tutte la questione rom, per conoscerli e quindi poter essere di aiuto a chi vuol vivere in Italia rispettando le regole. "Tanto per cominciare - risponde - noi siamo sinti italiani registrati all'anagrafe quindi non capisco cosa debbano censire visto che già esistiamo. Più in generale - lo dico perché ho lavorato per 23 anni all'Ufficio nomadi del comune di Milano - il censimento già esiste dei campi autorizzati. A Milano ci sono tra i 5 e i 5.500 nomadi". Una discriminazione, quindi, "anche se presentata come positiva".

Sessanta anni fa, ricorda Bezzecchi, usciva la rivista "La difesa della razza" di Guido Landra, furono approvate le prime leggi razziali, poi i primi rastrellamenti. "Mio nonno fu portato a Birkenau ed è uscito dal camino... Mio padre fu portato a Tossicia ed è tornato indietro. Stamani lo hanno svegliato all'alba e lo hanno messo in fila. Io oggi, italiano e sinti, dico vergogna".

(6 giugno 2008)


Poi per gli stranieri

Razzismo di stato

di Associazione Almaterra

su altre testate del 04/06/2008

Vogliamo denunciare un grave episodio, accaduto questa mattina, di cui è stata testimone una Mediatrice interculturale di Moncalieri. Alle 08:30 circa, sul bus 67 (capolinea di Moncalieri), pieno di gente che a quell’ora è diretta a scuola o a lavoro, è salita una pattuglia della polizia, ha intimato a tutti gli stranieri di scendere, ha diviso maschi e femmine con bambini, ha chiesto il permesso di soggiorno.

Molte persone avevano con sé solo la carta di identità italiana, altri il permesso di soggiorno, altri ancora né l’uno né l’altro.
Tutto l’episodio si è svolto accompagnato da frasi quali : “non ce ne frega niente della vostra carta di identità italiana” , “è finita la pacchia”, “l’Italia non è più il Paese delle meraviglie”.
Gli agenti hanno fatto salire tutti gli uomini su un cellulare, solo un uomo marocchino, mostrando la carta di identità italiana, si è rifiutato di salire, chiedendo di che cosa veniva accusato e che avrebbe fatto riferimento al suo avvocato. Gli agenti l’hanno lasciato andare.
Nessuno dei passeggeri rimasti sull’autobus è intervenuto, anzi, molte delle persone presenti, anche sui balconi delle case intorno e sui marciapiedi, hanno applaudito.
Ci aspettiamo che venga fatta chiarezza e che non si ripeta mai più un simile episodio in un Paese che si dichiara civile e democratico.


CHE VERGOGNA !
TACERE ADESSO E' PIU' CHE CONNIVENZA, E' ATTIVA PARTECIPAZIONE...
ci sarà pur un giudice a ...Roma :-(

mercoledì 4 giugno 2008

Sabato 7 giugno tutti a PISA!!

Concentramento della Manifestazione ore 17:30 Piazza Sant’Antonio - conclusione in Piazza Carrara con concerto degli Assalti Frontali.


Per info da Carrara scriveteci:
collettivo.carrara@gmail.com

martedì 20 maggio 2008

Tosi risponde al corteo Antifascista

Comunicato: La Verona che vuole vivere,

l'Amministrazione che oltraggia la memoria di un morto.

Sabato 17 maggio in più di diecimila persone (la manifestazione più grande che la nostra città ricordi negli ultimi decenni) abbiamo attraversato pacificamente Verona per ricordare Nicola Tommasoli, per denunciare un assassinio figlio del razzismo contro il “diverso”, dell’incultura neofascista diffusa tra i giovani della nostra città e fomentata da gruppi e organizzazioni con cui l’amministrazione cittadina ha e continua ad avere imbarazzanti e censurabili rapporti. C’è chi si scaglia contro i mass media per denunciare una presunta “gogna mediatica” nei confronti di Verona. Cosa dovremmo dire noi, di una manifestazione con migliaia di persone raccontata dalla stampa solo (o quasi) per gli episodi del tutto marginali di alcune decine?

Noi, al contrario, pensiamo che Verona debba continuare a guardarsi allo specchio e ad interrogarsi seriamente per riconoscere la matrice delle troppe aggressioni degli ultimi anni, culminate nell’assassinio di Nicola. Chi ha manifestato ha condiviso la volontà di costruire una Verona diversa, accogliente, libera, senza paura. Ha visto centinaia di veronesi senza bandiere aprire il corteo camminando, in un silenzio carico di dolore e di significato, dietro lo striscione arancio “Nicola è ognuno di noi”. Ha visto migliaia di persone (associazioni, movimenti, centri sociali, gruppi antagonisti) gridare slogan contro il fascismo. Ha visto migliaia di persone, in coda al corteo, manifestare dietro le insegne dei partiti che hanno voluto essere in piazza. Una manifestazione costruita dal basso, pubblicamente, con un’assemblea aperta alla cittadinanza.

Di fronte a tutto ciò Tosi vede solamente una vetrina rotta, e qualche scritta. Continua, come sempre, a indicare la pagliuzza senza vedere la trave, a parlare di panchine invece che di persone, di divieti invece che di rapporti umani. Di piazze da ripulire invece che di piazze da vivere e da riempire. Noi non strumentalizziamo nessuno, non infanghiamo nessuno. Non intendiamo monopolizzare la memoria di nessuno. Vogliamo solo ribadire che al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi, e che questo non deve mai più accadere.

Non solo Tosi, a cui la città dovrebbe chiedere i danni per le continue dimostrazioni di intolleranza. Anche Bonfante, del PD, forse non si rende conto della gravità delle sue dichiarazioni. Paragonare una vetrina rotta all’assassinio di un ragazzo, questo sì che è un atto irresponsabile, e che infanga la memoria di chi è stato ucciso. Ma a noi tutto questo interessa poco. Ci interessa raccontare di una città che per un giorno è stata viva, partecipata e diversa. Dovrebbe esserlo tutti i giorni.

Passata solo qualche ora, l'Amministrazione ha risposto ai diecimila manifestanti e alla città intera rimuovendo tutti i fiori, i biglietti, i cartelli e i segni di partecipazione che gli amici di Nicola e decine di cittadini e cittadine hanno portato in queste settimane nel luogo dell'aggressione, a Porta Leoni. Ora, lì, c'è il vuoto dell'oblio e della rimozione. Lo sdegno ci impone poche parole: questa non è solo intolleranza, questa è assenza di pietà per un morto, mancanza di rispetto e disprezzo per i tanti segni di un lutto pubblico e civile che rappresenta la parte sana di Verona. Tosi e la sua amministrazione, con questo atto, dimostrano di non avere la dignità di ricoprire alcun ruolo pubblico. Vergogna!

L'assemblea cittadina organizzatrice
della manifestazione del 17 maggio 2008

giovedì 15 maggio 2008

Sabato a Verona con ogni mezzo necessario!


Sabato si va su a Verona
appuntamento ore 8 ex piazza delle corriere a Massa
per info da Carrara scriveteci!

mercoledì 14 maggio 2008



Per avere informazioni più dettaglaite sia sul uogo e sui film scrivete al nostro indirizzo gmail in alto a destra!
......VI ASPETTIAMO!!!

lunedì 12 maggio 2008


MERCOLEDI 14 MAGGIO dalle ore 16:00 a Massa
PRESIDIO ANTIFASCISTA
ex piazza delle corriere
.





L’ASSASSINIO DI NICOLA

FASCISMO SQUADRISTA E FASCISMO ISTITUZIONALE

Aveva meno di 30 anni Nicola Tommasoli, ucciso a Verona la notte del 1° maggio per mano della violenza fascista.
Ancora un volta il braccio armato dello squadrismo di destra ha colpito a freddo, stroncando la giovane vita di un ragazzo “colpevole” solo di non aver voluto sottomettersi alle provocazioni e alle intimidazioni di un branco vigliacco.
Una violenza coltivata nella Verona del sindaco leghista Tosi, coltivata nei salotti buoni del potere della città. Una violenza possibile grazie alla certezza che “arroganza, provocazioni, violenza squadrista” trovano sempre le dovute coperture sia dai fascisti in doppio petto sia da quelli colti e civili.

Una vicenda accaduta a Verona ma che poteva accadere anche in altre città.
Ricordiamo le aggressioni fasciste accadute a Massa negli ultimi mesi contro compagni o semplici cittadini. Ricordiamo i frequenti pestaggi in tutta la Versilia.
Ricordiamo i tanti episodi di squadrismo fascista in tutta Italia, episodi di omofobia e di xenofobia, episodi solo apparentemente condannati, fino alla morte di Nicola.
Una morte che ci addolora e ci indigna, mentre non ci meravigliano ne sorprendendono le parole di Fini, che minimizza l'omicidio e criminalizza chi brucia le bandiere.

Quella sinistra che ha imboccato la strada della rivalutazione/comprensione delle “motivazioni e degli ideali dei ragazzi di Salò”, ovvero dei fascisti più oltranzisti, che difesero fino all'ultimo la dittatura e l'occupazione nazista, dovrebbe ricordare le parole che un camerata disse più di 10 anni fa, “Molti criticano Gianfranco Fini per la svolta di AN. Sbagliano. Il contenuto profondo del suo agire, il suo pensiero é pienamente fascista. Ha solo adeguato gli strumenti del partito alla nuova svolta” . Il fascismo cambia maschera ma non la sua natura.

Noi sappiamo che la verità, anche quando è sotto gli occhi di tutti, deve farsi largo con forza e determinazione, combattendo e contrastando chi vuole mistificarla per riscrivere la storia.
Per questo è indispensabile non abbassare la guardia e vigilare, come è indispensabile proseguire con la mobilitazione e la lotta.
Imparare, attraverso la pratica e la ricerca della più ampia unità, a mobilitare e mobilitarsi contro ogni forma di fascismo e di repressione, significa far vivere Nicola non solo nei nostri cuori, ma in quel futuro che vogliamo costruire senza più fascismo ne repressione.

Stiamo organizzando un pullman per la manifestazione del 17 maggio a Verona
per informazioni e prenotazioni: tel.340 0692837 / 333 4639178

COORDINAMENTO ANTIFASCISTA




venerdì 9 maggio 2008

Sabato 10 Maggio Festa alla Comune


Super festa alla Comune di Massa
Non Mancare!

giovedì 8 maggio 2008

*Sabato 17 Maggio 2008 MANIFESTAZIONE VERONA*


*partenza corteo dalla Stazione Verona Porta Nuova ore 15.00*

*Nicola è ognuno di noi* Per sconfiggere insieme la paura scendiamo in piazza per svegliare la città che troppe volte ha girato la testa, non deve farlo anche questa volta e mai più. Mobilitiamoci e riprendiamo la parola prima che l'ipocrisia riscriva anche questa storia. per una Verona libera dalla paura, per una Verona libera dall'odio, per un Verona libera da vecchi e nuovi fascismi, libera dall'intolleranza, dal razzismo, dall'ignoranza perchè esiste una Verona coraggiosa, aperta, indignata perchè guardarsi all'interno, riconoscere il male profondo del nostro tempo e della nostra città. Costruiamo assieme un corteo che attraversi e viva la città in una giornata aperta alle iniziative e ai contributi di tutte e tutti. Nel 2008 a Verona si muore ancora di fascismo. Al posto di Nicola poteva esserci ognuno di noi.



PER INFO PULLMAN SCRIVICI: collettivo.carrara@gmail.com

martedì 6 maggio 2008

Comincio a percepire la paura.


Fini: «L'attacco dei naziskin va punito, ma le le contestazioni della sinistra radicale contro la Fiera del libro di Torino sono molto più gravi».
Con questa frase il neo presidente della camera -figura non politica ma istituzionale- chiarisce fin dall'inizio quale sarà la strada che imbocca il nostro paese con il risultato delle elezioni politiche 2008.

-Una vita innocente, vale meno di una bandiera di un paese "amico"(di Fini).
-è più accettabile l'uccisione senza motivo, che esprimere simbolicamente idee "illegittime" e "politicamente scorrette" (meglio sarebbe dire non gradite al sistema politico-economico dominante)

Fini chiarisce
meglio delle relazioni dell'UCIGOS,
meglio della cronaca infinita di continue aggressioni e impunità di cui si sono resi protagoniste le frange estremiste del sottobosco della destra razziste e intollerante e forcaiola che ha trionfato lo scorso aprile,
meglio delle assurde posizioni del legista che a omnibus stamani cercava di collegare l'omicidio di Nicola al diffuso senso di insicurezza percepito al nord,
dove sia giunto il nostro paese.

Come ci insegna bene la storia del '900 la banalità del male è sconcertante, come la
completa inconsapevolezza di cosa significhino le proprie azioni.


Ogni volta che rileggo quella frase
ho la pelle d'oca,
sento il sangue gelare sulla schiena,
un peso sul petto
mi soffoca
...HO PAURA!

K.


8-9-10 MAggio La Spezia, 3 giorni controp Razzismo

lunedì 5 maggio 2008

NAZIROCK

giovedì 8 maggio alle ore 21.00
Presso
il c.s.a. La Comune di Massa
sarà proiettato il documentario
"Nazirock",
presente
l’autore Claudio Lazzaro.

Il film-documentario racconta il mondo neofascista italiano attraverso la musica, i raduni, gli scontri, il look dei giovani che ne fanno parte.
Il movimento di estrema destra ha diffidato il film di Lazzaro, invitando molte sale a rinunciare alla proiezione, in quanto il documentario avrebbe dei contenuti diffamatori.

A questo proposito si raccomanda Attenzione!


(per saperne di più clicca qui)



martedì 29 aprile 2008

L'occupazione fascista dei Balcani e i campi di concentramento italiani




Sabato 3 Maggio l'ANPI Giovani di Massa organizza presso il
Teatro dei Servi, Via Palestro Massa
la conferenza "L'occupazione fascista dei Balcani e i campi di concentramento italiani" a cura della storica Alessandra Kersevan, che presenterà il suo ultimo libro "Lager italiani" edito dalla Nutrimenti.

Ottima iniziativa!

lunedì 28 aprile 2008

Massa vince Pucci!

a Massa Pucci vince il ballottaggio
Per la prima volta si afferma una candidato di 3 liste civiche e la sinistra arcobaleno contro il PD .







Ottimo risultato ma magra consolazione,
cade anche Roma in mano al sedicente PdL.


sabato 26 aprile 2008

25 aprile 2008 Provocazione Fascista a La Spezia

Oggi, 25 aprile 2008, la Rete contro la precarietà della Spezia, ha deciso di ricordare e festeggiare la Liberazione, organizzando un presidio, ritrovandosi in piazza per condividere, in una bellissima giornata di sole, quei valori e quelle speranze che hanno portato alla sconfitta del
nazi-fascismo.
Prevedibile e banale è arrivata l’ennesima provocazione da parte di 2 loschi fasci figuri che spintonando, brandendo cinture, minacciando di morte, pretendevano di passare nel mezzo del presidio. Così, sotto gli stendardi istituzionali voluti dalla Provincia, inneggianti ai diritti della Costituzione, le forze dell’ordine, adducendo motivi di sicurezza, hanno costretto 50 persone ad interrompere l’iniziativa, avvallando i metodi di chi da sempre agisce nell’ombra,
cercando l’aggregazione nel codardo squadrismo, incitando all’odio razziale, fomentando paure.
A loro ed a tutti quelli che confondono il coraggio con lo squallido tentativo di affermare il proprio “machismo” da film western di serie B, ricordiamo che Arditi siamo noi, e tutti coloro che quotidianamente resistono ai vili attacchi sferrati nel mondo del lavoro, nella vita, nella
salute, al nostro futuro.

ORA PIÙ’ CHE MAI, RESISTENZA!

Ovviamente massima solidarietà ai compagni Spezzini!

mercoledì 23 aprile 2008

Iniziamo bene!



Prima uscita della presidentessa di confindustria:
«Bene la sinistra radicale fuori. Sì al federalismo fiscale. Sicurezza sul lavoro, rivedere le norme: sono troppo restrittive» (clicca qui per leggere il resto)






Poche righe e si capisce bene quale sarà il livello di lotta di classe esercitato dai padroni, ma noi sfruttati continuiamo a dare la colpa a rom ed extracomunitari!.

buon 2008-9-10-11-12 e 13 Italia!

E’ uscito il numero 4 dell’Ecoapuano.

E’ uscito il numero 4 dell’Ecoapuano.

Al suo interno:

- Dopo Walterloo

- E’ la globalizza, compagno! Altro che falce e martello
La scomparsa delle sinistra dal Parlamento

- Un ricorso di avvocati controfensore civico.
Ma non è mica un concorso

- Elettorando. Perchè sì a Pucci e Angeli

- Massa Servizi
Il privato che controlla il pubblico

- Ritornare tra le “Gente”?
Qualunquismo di sinistra

- La morte operaia

- Al lavoro non alla guerra
Parlano i lavoratori stranieri stranieri:
Siamo discriminati, abbiamo salari inferiori
e i posti più sporchi e pericolosi

- Il muro del pianto. Il dopoelezioni

* Un disastro annunciato

* La messa in onda del format leghista

* La vittoria di Berlusconi con e senza forse

* Arcobaleno? Pensa solo a froci e zingari

* Che fare?

* Record italiani

- ANPI

* Festa Nazionale a Gattatico

* La scomparsa di Renato Vatteroni

- Sant’Anna
Tra memoria e futuro

I- nceneritore di Brescia.
Come ti invento il mito del miglior termovalorizzatore del mondo:
“Trasi munnizza esci oro”

martedì 22 aprile 2008

lunedì 21 aprile 2008

ARIA NUOVA!

Comincia subito la riforma della sinistra, primo terremoto nel PRC.
Adesso ognuno, dopo aver riflettuto a mente fredda, può prendersi le sue responsabilità e sciegliere cosa fare.
Arrendersi a Silvio e all'odio legista e lasciare il suo destino delle mani della sterile e morbida opposizione del PD.

L'idea di una sinistra non omologata al sistema di cose presenti ha bisogno della partecipazione e del contributo di ognuno come ogni sfruttato ha bisogno di una sinistra forte presente e radicata.

SCEGLI!
MA SAPPI CHE ANCHE LA NON AZIONE E' UNA SCELTA,
UNA SCELTA CHE EQUIVALE A CONSEGNARSI A Silvio e al PD.


Passa il documento Ferrero - Grassi. Ora il Comitato di garanzia fino al Congresso

Il Comitato politico nazionale di Rifondazione comunista ha approvato il documento con il quale si comporrà il comitato di garanzia che guiderà il partito sino al congresso. Ha avuto la meglio, con 98 voti, il documento presentato dal ministro Paolo Ferrero e dal senatore Claudio Grassi che ha battuto quello presentato dalla segreteria fermo a 70 consensi. Il documento presentato dall'aerea dell' 'Ernesto' ha preso invece 16 voti, quello di Bellotti 5, e quello di Franco Russo 1. Faranno parte del comitato di garanzia, in quota proporzionale rispetto ai risultati del comitato politico nazionale, 12 elementi di cui 6 dell'area che ha presentato il documento presentato da Ferrero e Grassi, 5 dell'area dell'ex segretario Giordano e uno dell'area dell'Ernesto. Il Cpn ha anche approvato a larga maggioranza un dispositivo che prevede l'elezione del comitato di garanzia "per dare continuità all'attività ordinaria del partito". Fissati anche i giorni del congresso nazionale dal 17 al 20 luglio: il dispositivo stabilisce infine che per il 3 e 4 maggio venga convocato un altro Comitato politico nazionale "per la definizione della modalità del percorso congressuale".

il documento:
La sconfitta elettorale che abbiamo subito nelle elezioni
del 13 e 14 aprile ha dimensioni storiche. Per la prima
volta nell’Italia repubblicana la sinistra non è
rappresentata in Parlamento. Tutto questo mentre la destra
populista di Berlusconi vince con grande consenso popolare e
al suo interno una forza xenofoba come la Lega raddoppia i
suoi consensi cambiando ulteriormente il panorama politico
del nord Italia.
Le cause della nostra sconfitta vanno indagate a fondo
perché riguardano l’essenziale, cioè il nostro
rapporto con la società, con i mutamenti sociali di fondo.
Non si esce dalla situazione in cui siamo senza un
approfondito lavoro di inchiesta, di lettura partecipata
delle dinamiche sociali. Questo lavoro dovrà
caratterizzare il nostro impegno politico nella prossima
fase. Riteniamo infatti che il punto centrale che ha pesato
sul negativo risultato elettorale è il fatto che nel
concreto contesto politico, istituzionale e sociale, non è
stata riconosciuto l’utilità sociale della sinistra.
E’ quindi sulla nostra utilità sociale, sul ruolo che la
sinistra ha nella società che occorre riflettere e
proporre per rientrare in gioco.


Nell’immediato non si può non vedere come abbia pesato
negativamente la nostra incapacità di utilizzare la
presenza in maggioranza e la partecipazione al governo per
dare una risposta ai principali problemi sociali del paese.
La risicata vittoria del 2006 non chiedeva solo, per avere
un senso, la sconfitta di Berlusconi, ma anche la sconfitta
delle politiche berlusconiane. Il governo e la maggioranza
nel loro operare concreto non hanno risposto a questa
esigenza e si sono al contrario piegati alle esigenze dei
poteri forti su tutte le principali questioni sociali:
redistribuzione del reddito, lotta alla precarietà,
tassazione delle rendite, laicità dello stato per non fare
che alcuni esempi. La nostra azione politica si è mostrata
inefficace e in questo contesto è maturata la non
percezione dell’utilità sociale della sinistra. Si è
così consumata una crisi, la cui profondità non abbiamo
saputo vedere, del nostro rapporto con il paese reale e in
particolare con i movimenti e con le lotte. L’utilità
dell’esperienza di governo come possibilità per
invertire le politiche degli ultimi quindici anni si è
rivelata, alla luce dei fatti, impossibile da realizzare e
la nostra permanenza nel governo si è trasformata in un
problema sia per noi che per i movimenti.
A questo si è sommato il sistema elettorale bipolare e la
campagna mediatica sul voto utile portata avanti non solo
dai PD e PdL ma dal complesso dei mezzi di comunicazione di
massa. Le elezioni sono state cioè un punto di passaggio
per la costruzione di quel bipolarismo tra simili che è
l’obiettivo delle classi dominanti di questo paese da
almeno un quindicennio. Rendere le istituzioni impermeabili
al conflitto sociale e rendere la politica uno strumento
inservibile per l’emancipazione degli strati subalterni
è l’obiettivo di questo bipolarismo che ha agito
pesantemente nella campagna elettorale.
E’ evidente inoltre che il modo in cui ci siamo presentati
alle elezioni non ha funzionato. Di questo mancato
funzionamento si danno letture tra di loro diverse e persino
diametralmente opposte, ma il punto politico fondamentale
è che comunque l’operazione è fallita, e che agli
occhi di tutti è risultata una operazione politicista che
non ha intercettato la crisi sociale.
Il complesso di questi elementi, l’incapacità a
trasmettere l’utilità sociale di una nostra
affermazione, ha fatto si che noi abbiamo perso voti in
tutte le direzioni: verso il non voto da parte di chi pensa
che “siete tutti uguali”.
Verso il PD da parte di chi, pur condividendo i nostri
contenuti, ha ritenuto quello un voto più utile per
battere Berlusconi.
Addirittura verso la Lega da parte di ceti proletari che
sentendosi non difesi dalla sinistra hanno pensato che visto
che non si riescono a cambiare con un’azione generale le
cose più importanti, almeno si migliorano le cose “a
casa propria”.

Ripartire dal sociale
Questa sconfitta storica non è avvenuta in una fase di
stabilizzazione economica e sociale. Noi non siamo dentro un
ciclo di crescita economica che riduce le contraddizioni
sociali. Al contrario siamo in una fase di crisi, con una
insicurezza sociale e personale che sfiora l’angoscia. In
quel sentirsi soli di fronte al pericolo è stato sconfitto
il nostro progetto e la destra ha vinto le elezioni.
Il punto è però che queste contraddizioni nella prossima
fase sono destinate ad aumentare. Problemi di salario,
precarietà, casa, ristrutturazione mercantile del welfare,
aggressione del territorio e sua militarizzazione, sono
destinati ad aumentare. Il nodo è se di fronte a questo
inasprirsi della crisi sociale sarà la destra populista a
farla da padrona con la proposta della guerra tra i poveri e
la costruzione di capri espiatori, oppure se saremo in grado
di ricostruire forme di solidarietà, di conflitto, di
movimento, capaci di ricostruire una identità e una
utilità sociale della sinistra.
A partire da questo punto di fondo occorre definire
attraverso quali strumenti si riorganizza il campo politico
della sinistra. E’ infatti evidente che il rischio che
stiamo correndo è che, dopo la sconfitta nella società,
ci sia la disgregazione del tessuto militante e l’
evaporazione della sinistra politica in una babele di
linguaggi e di proposte.
Il punto non è quindi l’accelerazione non si sa bene
vero che cosa, ma la definizione di percorsi concreti, che
ridiano un senso di appartenenza ad una comunità e che
siano efficaci socialmente.
1 - In primo luogo occorre rilanciare il PRC come corpo
collettivo. Il tema della rifondazione comunista non sta
dietro di noi ma dinnanzi a noi nella sua dimensione di
progetto politico, culturale, sociale e nella sua dimensione
comunitaria. Riattivare il Partito della Rifondazione
Comunista come progetto politico necessario alla sinistra in
Italia per l’oggi e per il domani è un punto decisivo da
cui non si può prescindere, in tutti i suoi aspetti, dal
tesseramento all’iniziativa sociale, politica e culturale.
Riattivare il Partito della Rifondazione Comunista dando
certezze alle donne e agli uomini che hanno scelto di
appartenere a questa comunità e dunque sgombrando il campo
dalle ipotesi di dissolvenza e superamento, che hanno
connotato la fase che abbiamo alle spalle, si sono
esplicitate durante la campagna elettorale, contribuendo al
disorientamento e alla demotivazione.
Riattivare Rifondazione Comunista, riaffermando un’etica
della politica, nella coerenza tra ciò che si enuncia e
ciò che si pratica come nel quotidiano esercizio e
rafforzamento della democrazia interna, rilanciando il
percorso di Carrara. Riattivare il conflitto di genere
dentro il partito, perché diventi realmente un soggetto
sessuato in cui le donne non siano né fiori
all’occhiello, né quote. Un partito che assuma il
femminismo come punto di vista da cui rileggere il mondo e
si faccia attraversare quotidianamente dalla critica delle
donne alla politica. Occorre sapere con precisione che il
PRC è strumento indispensabile ma non sufficiente per la
ricostruzione di una ampia sinistra anticapitalista in
questo paese. Indispensabile e non sufficiente: i due
termini non delineano uno spazio geometrico ma una cultura
politica da cui siano banditi tanto il settarismo quanto il
liquidazionismo.
2 - Contemporaneamente occorre porsi il compito di
riaggregare il campo della sinistra. La domanda di unità
che è emersa nel corso della campagna elettorale e che
emerge oggi va raccolta perché è una grande risorsa per
uscire dalla sconfitta. Il PRC è indispensabile ma non
sufficiente, sia perché la sinistra politica è più
ampia dei soli comunisti, sia perché le forme concrete di
impegno a sinistra vanno ben oltre quelle codificate
dall’appartenenza ad un partito. Movimenti, comitati,
collettivi, associazioni, militanza sindacale, vertenze
territoriali ed ambientali: mille sono i modi in cui si fa
politica oggi a sinistra. Pensiamo solo a cos’è il No
Dal Molin a Vicenza o il No TAV in Val di Susa.
Aggregare quindi il campo della sinistra a partire dalla
valorizzazione di ciò che, a tutti i livelli, esiste e
delle esperienze innovative che in questi anni ci sono
state: basti pensare alla Sinistra Europea che proprio su
questa idea è nata e ha fatto i suoi primi passi in questi
anni.
Ripartire dalla costruzione di spazi comuni della sinistra,
di forme concrete di lavoro di inchiesta, di lavoro politico
sociale e culturale sul territorio per costruire un
percorso, non fagocitato da scadenze elettorali, che punti
alla costruzione. dell’unità possibile di tutte le forze
disponibili sulla base di contenuti, obiettivi, pratiche
realmente condivisi. Un percorso unitario rivolto a tutti
coloro che hanno sostenuto la Sinistra Arcobaleno e non
solo. Un processo di aggregazione unitario che eviti la
spaccatura tra chi propone la costituente della sinistra e
chi propone la costituente comunista. Sono due proposte che
frammenterebbero ulteriormente la sinistra, avrebbero
effetti disgregatori nello stesso corpo di Rifondazione, il
cui progetto politico è per noi prioritario rilanciare,
dividerebbero la nostra gente sulla base di riferimenti
ideologici privi di una consistente base politica. Due
proposte che non affrontano il nodo principale: come
ricostruire l’utilità sociale della sinistra.
Occorre partire subito con un percorso di riaggregazione, le
cui forme e modalità saranno riconsegnate alla libera
discussione di tutte e di tutti nel percorso congressuale,
che non commetta gli errori di politicismo e di verticismo
che abbiamo avuto nella fase precedente. La sinistra può
nascere solo come strumento di partecipazione, solo se le
sue organizzazioni sono guidate dai principi democratici e
dalla trasparenza, senza il predominio degli apparati, con
le loro logiche di cooptazione. Per questo indichiamo la
costruzione di una discussione, sia interna al partito che
coinvolgente tutta l’area della sinistra arcobaleno, come
priorità politica delle prossime settimane. Occorre
riprendere la discussione.
Indichiamo parimenti la partecipazione a tutte le
manifestazioni del 25 aprile e del 1° maggio presenti sul
territorio con u messaggio chiaro:
La destra populista cresce sui bassi salari, sulla
precarietà, sulla mancanza di case e di servizi.
Costruiamo l’opposizione sociale al governo Berlusconi.

Imma Barbarossa, Roberta Fantozzi, Loredana Fraleone, Fabio
Amato, Ugo Boghetta, Bianca Bracci Torsi, Stefania Brai,
Alberto Burgio, Maria Campese, Giovanna Capelli, Guido
Cappelloni, Carlo Cartocci, Bruno Casati, Aurelio Crippa,
Paolo Ferrero, Eleonora Forenza, Claudio Grassi, Ramon
Mantovani, Laura Marchetti, Citto Maselli, Giovanni Russo
Spena, Bruno Steri, Luigi Vinci