lunedì 7 gennaio 2008

Pianura campana.

Guerriglia urbana a Pianura 5-01-2008, emergenza rifiuti per la riapertura della discarica di Contrada Pisani.
Oggi (7-01-2008) nuovi scontri e ritiro delle forze dell'Ordine alle 19.
La discarica non sarà riaperta.
Intanto il Polo delle Libertà sfilerà il 12 a Napoli contro la giunta Bassolino.
Su youtube si scatenano deliri razzisti contro la popolazione napoletana.
Il TG1 dell'ora di pranzo invece pensa bene di aprire il giornale con la notizia del Papa che fa gli auguri alle rappresentanze degli ambasciatori in Vaticano (???!!!???).
Un bel quadretto per il 2008, non c'è che dire e siamo solo al 7 di gennaio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Per aprire la discussione, provo ad abbozzare la mia impressione sulle responsabilità dei vari soggetti coinvolti in questa drammatica situazione:

Responsabilità delle amministrazioni comunali locali: assunzioni di personale per la raccolta dei rifiuti, in un'ottica clientelare e senza una pianificazione a lungo termine della gestione dei rifiuti.

Responsabilità delle amministrazioni regionali (Bassolino e precedenti): interesse personale a spingere verso la soluzione inceneritori (da appaltare, ovviamente, alla Impregilo); è stata pertanto creata volontariamente l'emergenza rifiuti, risolvibile in breve tempo solo mediante il ricorso agli inceneritori.

Responsabilità dei governi centrali: commissariamento dell'emergenza, ai soli fini di creazione di nuovi incarichi politici.

Responsabilità del sistema criminal-imprenditoriale: interesse alla partecipazione nel sistema legale di gestione dei rifiuti (raccolta, trattamento, conferimento in discarica). Interesse a smaltire illegalmente i rifiuti locali, nonché quelli provenienti da altre parti d'Italia e d'Europa, compresi quelli delle industrie della nobilissima Padania.

Responsabilità dei cittadini: al momento del voto, come sempre, prevalgono gli interessi immediati, personali e clientelari rispetto a quelli collettivi.


Sgufala per tutti.
Sguffalo Bill

Anonimo ha detto...

Scritto da Vittorio Saldutti e Antonio Erpice (Comitato Politico Regionale Prc Campania)


Dal governo solo polizia e repressione!

Da giorni la Campania è invasa da oltre 110.000 tonnellate di mondezza maleodorante. E’ probabilmente la peggiore crisi degli ultimi 15 anni e mentre la gente esasperata brucia cassonetti che sprigionano pericolosissima diossina l’emergenza ambientale rischia di diventare una drammatica emergenza sanitaria.

Ieri è arrivato l’ordine di Prodi, ma come l’ordine che si fa due minuti prima che arrivi l’ospite inatteso, anche in questo caso la realtà viene solo nascosta. L’ordine di Prodi era quello che gli studenti rientrassero a scuola dopo le vacanze, che gli edifici scolastici venissero sgomberati dalle montagne di rifiuti che li circondavano, anche con l’aiuto dell’esercito. In sostanza si tratta dell’ennesimo tentativo di creare un’artificiale normalità laddove non c’è più nulla di normale. L’idea, quella di nascondere i rifiuti sotto il tappeto, non è delle più originali, ma questa volta non ci sono tappeti abbastanza grandi.

La Campania, in particolare le province di Napoli e Caserta, sono letteralmente ricoperte da montagne di rifiuti che si sono iniziate ad accumulare alla vigilia delle festività, oltre due settimane fa. Solo alcuni mesi fa l’ennesima emergenza aveva portato all’ennesima soluzione tampone, con l’individuazione di discariche “provvisorie”, una in ogni provincia; nel frattempo si sarebbe lavorato alla soluzione “definitiva” del problema. Così, come da oltre dieci anni a questa parte, si chiedeva un “piccolo” sacrificio a qualche popolazione per la causa generale,promettendo che sarebbe stata l'ultima volta.

La discarica di Pianura

Pianura è un quartiere di Napoli sorto attorno a quella che per oltre quarant’anni è stata la discarica unica della Campania. Circa dieci anni fa si decise di chiudere quella discarica, anche perché iniziavano a venire fuori i traffici loschi che la circondavano, la gestione camorristica del sito e, soprattutto, si accertava che a Pianura erano state smaltite tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalle fabbriche del nord. Secondo il mercato attuale il corretto smaltimento di rifiuti tossici industriali costa 40 centesimi al chilo, mentre la camorra offre lo stesso servizio per soli 10 centesimi. Per garantire tali prezzi scontatissimi la camorra, spesso con il volto buono degli imprenditori del settore, sversava tali rifiuti così come le venivano consegnati, mentre dovrebbero subire una lunga catena di trattamenti, nelle discariche che controllava. Ovviamente la discarica di Pianura era la preferita per tali operazioni.

Quando la discarica fu chiusa si iniziò a prospettare un futuro diverso per tutta l’area. Il WWF inaugurò l’area protetta degli Astroni a poca distanza, si progettò la costruzione di un campo da golf di 18 buche sul suolo dell’ex discarica, che sarebbe dovuta essere bonificata. Per tale bonifica furono stanziati anche fior di quattrini, si parla di 58 milioni di euro della Comunità europea di cui si sono perse le tracce. Poi tutto rimase come prima, iniziò a svilupparsi la vegetazione sulle colline della discarica, il cui profilo si modificava seguendo i ritmi del deperimento dei sottostanti rifiuti.

Nei giorni scorsi al danno si è aggiunta la beffa. Abbandonati i sogni di bonifica e di sviluppo turistico il commissariato individua Pianura come sito “provvisorio” per lo smaltimento dei rifiuti, fino all’ultimazione dell’inceneritore di Acerra. Un disastro ambientale che si è realizzato negli anni con un portato di enormi rischi per la salute pubblica, l’assenza di prospettive di sviluppo, il continuo tradimento di promesse, queste le cause della rivolta di Pianura, non l’ostinato particolarismo criticato da tutti, in primis da Napolitano intervenuto sulla vicenda durante le sue vacanze dorate a Capri! E’ evidente anche ad un bambino che riaprire una discarica a poche centinaia di metri dalle case in un quartiere di decine di migliaia di persone già martoriato in passato da rifiuti tossici è una scelta inaccettabile e va respinta al mittente.

L’enorme campagna messa in atto dai media cerca di dipingere gli esasperati cittadini del quartiere come camorristi, ma tutto lascia pensare al contrario. Ancora in queste ore sono ignoti i nomi delle aziende che gestiranno il sito di Pianura, aziende che hanno ricevuto l’incarico senza concorso pubblico grazie ai pieni poteri di cui dispone il commissariato.

Questi metodi sono stati alla base dell’enorme lucrare della camorra sull’emergenza, per cui la richiesta della fine del commissariamento è l’unica soluzione che possa mettere in discussione il controllo camorristico sul sistema dei rifiuti campano. Inoltre l’inchiesta della procura di Napoli ha sottolineato che i legami con la camorra venivano intrattenuti non certo dalle popolazioni in lotta, ma dal commissariato stesso e dalla Fibe, l’azienda che aveva il compito di completare il ciclo dei rifiuti campano.

La repressione che il governo sta mettendo in atto somiglia molto a quella che si vide alcuni anni fa ad Acerra, altro luogo su cui si torna sempre in occasione delle varie emergenze che si sono susseguite negli anni. Per giustificarsi il governatore Bassolino afferma che la sua unica colpa è di non aver chiuso il ciclo dei rifiuti finendo in tempo l’inceneritore di Acerra, ultimo anello della catena. In realtà della catena non è stato finito neanche il primo anello. La drammatica realtà è che se domani entrasse in funzione l’inceneritore di Acerra, tecnologia arretrata e altamente inquinante, questo non avrebbe nulla da incenerire, nonostante le strade delle città campane siano scomparse sotto i rifiuti. I milioni di ecoballe depositate da Fibe non sono combustibile da inceneritore, quelle che si fanno quotidianamente nei Cdr altrettanto.

In sostanza la Campania in questi anni ha prodotto solo rifiuti imballati, che non possono essere inceneriti se non a costo di una drammatica emergenza ambientale. Inoltre il ciclo dei rifiuti è privo del primo tassello, quello fondamentale della raccolta differenziata. In molti piccoli comuni la raccolta differenziata è partita con enorme successo, ma se tale sistema non coinvolge i centri maggiori, Napoli su tutti, è praticamente inutile. Tuttavia il sistema progettato da Fibe considerava la raccolta differenziata come un danno, che “rischiava” di far ridurre la quantità di materiale bruciato negli inceneritori e di conseguenza i profitti dell’azienda. Ecco perché si afferma spesso e a ragione che differenziata e termovalorizzazione fanno a pugni.

Il frutto avvelenato della privatizzazione

L’emergenza rifiuti è il frutto avvelenato della privatizzazione. Da 14 anni la gestione del ciclo dei rifiuti in Campania è sotto il controllo di un commissario straordinario nominato dal governo. Ad oggi, la gestione commissariale è costata allo stato 500 milioni di euro di debiti, mentre 1 miliardo e 300 milioni di euro sono stati destinati alla risoluzione dell’emergenza. Di fatto però l’emergenza è soltanto peggiorata, con una produzione giornaliera di 7000 tonnellate di rifiuti in Campania.

La questione dei rifiuti non è solo una questione di immagine, di decoro cittadino o economico: è ormai una questione di vita o morte. Il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, pubblicato nello scorso aprile, rileva un’impennata dei tassi di mortalità generale del 9% tra gli uomini e del 12% tra le donne in otto comuni campani (Acerra, Bacoli, Caivano, Giugliano, Aversa, Marcianise, Castelvolturno, Villa Literno) e registra negli stessi comuni un aumento pari all’84% del rischio di malformazioni congenite all’apparato uro-genitale e al sistema nervoso. I casi di tumore al fegato e dei dotti biliari sono cresciuti del 19% tra gli uomini e del 29% tra le donne, come si registrano casi di tumori ai testicoli nei giovani sotto i 25 anni, per non parlare della crescita impressionante dei casi di leucemia.

Mentre la Campania continua ad assorbire rifiuti tossici illegali da tutta Italia, non riesce, a fronte di 13 anni di gestione commissariale e 860 milioni di Euro spesi, a risolvere in modo pulito o quantomeno “normale” il problema dello smaltimento dei propri rifiuti solidi urbani (RSU) . La munnezza è oro! Infatti in dieci anni (1995 – 2005) la camorra ha guadagnato 26,9 miliardi di euro, secondo Legambiente, un vero e proprio impero economico, fondato sul risparmio e la convenienza di un pugno di capitalisti. Infatti, conviene molto smaltire i rifiuti così: invece di pagare 2 euro a chilogrammo di un tipo di scarto speciale, la camorra lo smaltisce per 40 centesimi di euro a chilogrammo, incluso di spese di trasporto…basta dividere un po’ le cifre, e i guadagni sono spaventosi.

La proposta del governo

In un simile contesto il Governo Prodi non ha fatto altro che riciclare le vecchie ricette che hanno portato alla disastrosa situazione attuale. Per uscire dalla crisi Prodi nomina supercommissario per 4 mesi Gianni De Gennaro, ex capo della polizia ai tempi della mattanza del G8 di Genova e attualmente indagato per il massacro della scuola Diaz. Il governo inoltre propone l’apertura di altre discariche, 3 inceneritori a livello regionale (Acerra, Santa Maria la Fossa e Salerno) e concede 60 giorni ai comuni per avviare la raccolta differenziata. Il tutto con una ulteriore militarizzazione del territorio attuata attraverso l’utilizzo dell’esercito.

Ancora una volta la ricetta privilegiata del centrosinistra è l’utilizzo massiccio di discariche e inceneritori che sono in chiara contraddizione con la raccolta differenziata visto che in base al concetto di autosufficienza degli inceneritori più si brucia meglio è. Ma se a farne le spese sarà ancora una volta la salute dei cittadini i profitti della Fibe e delle altre aziende amiche di Prodi, Bassolino e Montezemolo possono dormire sonni tranquilli.

La subalternità del Prc

Questo ci spinge a ragionare sui colossali limiti che hanno dimostrato, ed in queste ore stanno ancor di più dimostrando, i partiti della sinistra. Travolti dagli obblighi di governo e dal mortale legame che negli anni si è stretto con Bassolino, hanno abbandonato la prospettiva di una soluzione realmente ecocompatibile per il problema rifiuti in Campania e favoriscono le criminose scelte emergenzialistiche del commissariato. Il ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio e Il senatore del Prc Tommaso Sodano, presidente della commissione rifiuti del senato, hanno accettato nei fatti il sistema delle continue discariche provvisorie ed anche dell’incenerimento come unica soluzione praticabile dichiarando “E' evidente che l'unica strada da percorrere - e qui per la prima volta Bassolino ha fatto autocritica, ammettendo che il piano rifiuti non ha funzionato - è quella della riapertura temporanea delle discariche” (Liberazione 02/01/08). Proprio contro inceneritori e discariche il Prc si era battuto nella lotta contro l’inceneritore ad Acerra costruendo un importante consenso militante ed elettorale per il partito.

Inoltre Rifondazione, nelle poche dichiarazioni che ha fatto negli ultimi giorni, continua in una imbarazzante difesa dal sindaco Iervolino, che nulla ha fatto per far partire la raccolta differenziata a Napoli, e di Bassolino, tra gli artefici principali di questa catastrofe, anche se Andrea di Martino il segretario provinciale del Prc di Napoli minimizza le responsabilità del governatore dichiarando: “Bassolino ha commesso errori gravi, ma non si possono scaricare su di lui tutte le responsabilità. Va evitata la demagogia" (Liberazione, 5 gennaio).

Nemmeno l’invio dell’esercito e la nomina a commissario del superpoliziotto Gianni De Gennaro sono riusciti a convincere il Prc a rompere con il centrosinistra e mentre migliaia di poliziotti e carabinieri marciano in tenuta antisommossa verso la discarica di Pianura aprendosi la strada a colpi di manganello e lacrimogeni. L'Assessore regionale Corrado Gabriele fidandosi più delle istituzioni che del reale andamento della lotta ha dichiarato “la discarica di Pianura no si farà, me lo ha detto ufficiosamente il Viminale” (Liberazione, 8 gennaio).

Né si comprende come Rifondazione Comunista possa essere contro il piano rifiuti di Prodi e Bassolino e al fianco dei cittadini in lotta mentre un suo rappresentate, il compagno Fabio Matteo, continua a sedere al tavolo del consiglio di amministrazione dell’Asia (Azienda Servizi Igiene Ambientale) società per azioni che ha il compito di gestire la raccolta dei rifiuti.

Questa vicenda dimostra un profondo distacco del partito dai bisogni reali e la necessità di lottare per un partito di lotta e di opposizione, fuori dalle logiche compromissorie ed istituzionali che anche l’emergenza rifiuti mette in luce. Invece di orientarsi alle lotte, coordinarle a livello regionale e dare loro una prospettiva si preferisce balbettare qualche dichiarazione a mezzo stampa screditandosi ulteriormente davanti alle masse. Non possiamo più continuare ad essere la stampella di governi, locali e nazionali, che sono arrivati ai minimi storici di credibilità!

Ciclo pubblico dei rifiuti e raccolta differenziata

E’ necessario farla finita con queste giunte e rilanciare un programma che preveda la fine della gestione commissariale, l’avvio di un capillare sistema di raccolta differenziata porta a porta e la bonifica immediata di tutte le zone che sono state colpite dall’emergenza degli ultimi anni. Questo è possibile solo sottraendo l’intero ciclo dei rifiuti alla scure del profitto che negli anni ha alimentato questo pozzo senza fondo.

L’unica soluzione è la rinazionalizzazione del ciclo dei rifiuti. Se tali rivendicazioni fossero state adottate quando sono scoppiate le passate crisi, anziché rifugiarsi dietro il velo della necessità imposta dall’emergenze, probabilmente il problema rifiuti in Campania si sarebbe risolto da tempo senza danni per la salute delle popolazioni.

8 gennaio 2007