giovedì 22 gennaio 2009

SABATO 24 GENNAIO CORTEO ANTIFASCISTA A PRATO

In merito ai fatti di mercoledì 14 gennaio (aggressione da parte di due naziskin al Collettivo
Studentesco Autonomo riunito nella sede di Rifondazione Comunista di V.M.Nistri a Prato
e ferimento di uno studente), l'assemblea, riunitasi giovedì 15 presso gli stessi locali,
convoca una MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA per il pomeriggio di SABATO 24
GENNAIO in forma di CORTEO per le vie del CENTRO CITTADINO.


La piattaforma della manifestazione (denominata “PRATO ANTIFASCISTA”, come riporterà lo striscione d'apertura del corteo) è stata redatta sulla base degli interventi effettuati durante l'assemblea stessa e costituisce la base sulla quale aderire.


1. Condanniamo in maniera netta l'aggressione subita dai giovani compagni del Collettivo
Studentesco Autonomo, sottolineando che questo è solo l'ultimo di una serie di episodi di
violenza che hanno come obiettivo il “diverso” e che, negli ultimi anni, si sono verificati semprepiù spesso nella nostra città. Sarebbe sbagliato valutare il fatto, come spesso accade in questi casi da parte dei media e di certa parte della politica istituzionale, come una “guerra trabande”, una “ragazzata”, un episodio di “bullismo” o “violenza di strada”.


Ricordiamo infatti negli ultimi anni: il migrante pestato e abbandonato sulle rotaie da parte di
ragazzi della “Prato-bene”, l'uccisione di due senzatetto ed il ferimento di una terza, le
minacce ricevute da appartenenti al “Comitato gay e lesbiche Prato” e altri ragazzi e ragazze
appartenenti alle comunità gay lesbiche bisessuali trans queer (GLBTQ), le offese e le
aggressioni ad appartenenti alla comunità cinese, le minacce subite quotidianamente dai
ragazzi impegnati nei collettivi studenteschi di sinistra da parte di coetanei dichiaratamente
neofascisti, le provocazioni a suon di saluti romani nelle Case del Popolo e alle feste di partito,la comparsa di numerose svastiche, croci celtiche e scritte razziste sui muri di varie parti della città.


2. Da una lettura sistematica dei fatti, non possiamo poi non notare come questi avvenimenti (ormai comuni in molte parti del Paese) siano sintomo evidente di una deriva morale e culturale della nostra società e le cui cause vanno ricercate in una serie di fattori:


- Alle condizioni di vita precarie di larghi strati di popolazione, legate allo sfruttamento dei
lavoratori, alla perdita di diritti sul lavoro, ai costi di una crisi capitalista che come sempre
viene scaricata sui più deboli. Ma anche alle difficoltà nel potersi permettere una casa (affitti
alle stelle, per non parlare dei mutui), agli oneri sempre più alti di chi studia o intraprende
carriere accademiche e si trova a dover dipendere dalle famiglie.


- Alla precarietà materiale si accompagna una precarietà culturale ed intellettuale,
responsabili i mezzi di informazione di massa (o sarebbe meglio chiamarli di
disinformazione? o, meglio ancora, di distrazione, vista la mole di notizie oscurate o
manipolate e la quantità di idiozie propinateci giornalmente), così come larga parte della
classe politica che, tanto a livello nazionale come locale, ha passato gli ultimi anni ad
equiparare Partigiani e repubblichini, riformare i programmi scolastici in senso revisionista e
sottovalutare , se non quando spalleggiare, i movimenti di estrema destra, concedendo loro
anche spazi pubblici e/o istituzionali.


- Al lavoro dei vari governi e la legiferazione delle ultime legislature, mirati alla difesa degli
interessi del capitale piuttosto che delle popolazioni, al predominio del commercio rispetto
alla difesa dei diritti delle comunità, alla prepotenza proibizionista e alla repressione invece
che all'educazione al bene comune e alla responsabilità individuale, alla paura e diffidenza
verso lo “straniero” piuttosto che all'integrazione e alla valorizzazione dell'interculturalità.


3. L'Antifascismo, valore costituzionale e fondamento dell'Italia repubblicana si vede in tale
tragico contesto relegato a valore “di parte” e “vecchio, fuori tempo”, anziché universale e
attuale come crediamo sia; crediamo inoltre che, separato da altre rivendicazioni di tipo
sociale, politico, economico ed ambientale che da sempre, seppur con mille differenze e
specificità, caratterizzano i partiti e le aggregazioni politiche e sociali figlie della Resistenza, l'antifascismo diventi solo un fantoccio svuotato di ogni significato reale, buono per essere sventolato in occasione delle ricorrenze o commemorazioni ufficiali, o per convenienze politico-elettorali;

ripudiamo infine l'antifascismo “da salotto”, quello fatto a parole e nonpresente fisicamente e culturalmente sul territorio, nelle strade, nelle piazze, nei circoli.


Chiediamo quindi alle istituzioni che governano la città e la provincia il fermo impegno a
contrastare la crescita di qualsiasi movimento, associazione od organizzazione politica che
si richiami o faccia riferimento a principi di stampo fascista, nazista, razzista, sessista.
Ciò a partire dal divieto di aperture di eventuali sedi che, come si è visto in realtà a noi vicine
(Lucca, Pistoia) altro non portano che a un incremento di episodi violenti di matrice squadrista e xenofoba, oltre al divieto di ogni attività promozionale e di propaganda e alla non concessione di spazi pubblici e/o istituzionali per iniziative pseudo-politiche o pseudo-culturali di stampo revisionista o inneggianti a supposte supremazie etno-culturali.


Si richiede inoltre l'impegno nella costruzione di iniziative e percorsi finalizzati all'integrazione e al mantenimento della memoria storica, nonché alla valorizzazione dei principi costituzionali di uguaglianza e antifascismo.



Chiediamo pertanto a tutte le forze politiche, associazioni, movimenti, singole/i che si
riconoscono nei valori della Resistenza e dell'Antifascismo e che concordano con quanto
esposto dalla piattaforma l'adesione formale al corteo di Sabato 24.


Specifichiamo che per noi la manifestazione non è un punto d'arrivo bensì di partenza per un
percorso che porti alla costituzione di un'assemblea permanente antifascista pratese (o come vorrà chiamarsi una volta costituitasi) la quale si porrà come obiettivi:

*

il monitoraggio continuo su ciò che accade in città e dintorni che possa essere ricollegato
all'attività di aggregazioni neofasciste
*


- ferma opposizione all'apertura di sedi o qualsiasi attività propagandistica della destra estrema
- denuncia di qualsiasi episodio (di revisionismo, discriminazione, etc.) possa fomentare
l'espansione del razzismo e neofascismo
*


- promozione di iniziative volte a mantenere alta l'attenzione sul fenomeno delle nuove destre
radicali e che respingano la cappa di revisionismo, autoritarismo, intolleranza che si fa ogni
giorno più pesante togliendo il respiro al nostro futuro.
*


E' evidente che una massiccia partecipazione alla manifestazione darebbe maggiore slancio alla costituzione dell'assemblea permanente e al suo radicamento sul territorio.
*


Promotori dell'assemblea del 15 gennaio e della proposta di manifestazione:
*


Colletivo Studentesco Autonomo
Rete Antifascista Pistoia-Agliana-Prato
Partito della Rifondazione Comunista
Partito dei C.A.R.C.
Comitato Antimperialista Antifascista “29 martiri di Figline”
Hanno partecipato attivamente all'assemblea del 15/1 e contribuito alla stesura della piattaforma:
C.S.A., R.A.F. Pt-Po, P.R.C., C.A.R.C., Comitato Antimperialista Antifascista 29 martiri, P.dC.I., P.M.L.I.,
C.G.I.L., singoli.
Presenti ma non intervenuti rappresentanti di:
centri sociali, individualità anarchiche e movimenti sociali non pratesi.

2 commenti:

filippo matteucci ha detto...

MASTER and servant
Piccola Allegoria della nuova tirannide


Democrazia elettiva
I padroni di bassa qualità, per restare al potere, usano sgherri e lacchè per tartassare i servi, e utilizzano parte dei soldi estorti ai servi per pagare sgherri e lacchè, ovvero per comprarsi voti. Il resto lo intascano loro.
Questo permette loro di socializzare i costi del consenso, cioè di far pagare alla maggioranza di oppositori o di disinteressati il costo sia delle rendite distribuite ai clientes sia dei copiosi sussidi che le famiglie al potere ritagliano per se stesse, camuffandoli sotto le più varie forme e con le più varie modalità. Ovviamente, a tal fine, più disinteressati e distratti ci sono fra il popolo, meglio è.
(“… se metà dei servi si rivoltano, abbiamo abbastanza denaro per assoldare l’altra metà dei servi, e mandarla a sparare addosso ai rivoltosi…”
oggi non è più necessario sparare ai servi, c’è il lavaggio del cervello, basta mandarli in discoteca o far loro vedere i reality, non si rivolteranno più…)

Uguaglianza
Il padrone vuole tutti i servi uguali davanti a lui.
Non vuole capaci ed efficienti competitor, vuole servi balordi, cannati, da discoteca, da stadio, o, nella migliore delle ipotesi, da offerte dei centri commerciali.

Accoglienza
Il padrone sostituisce i servi italiani pretenziosi, organizzati, sindacalizzati, relativamente acculturati, con nuovi servi africani, asiatici, sudamericani, disperati disposti a tutto, a lavorare 18 ore al giorno in uno scantinato, a vivere in venti in una bicocca.
La nuova forza lavoro per la grande industria assistita succhiasoldipubblici, la nuova manovalanza per la criminalità organizzata, nuovi corpi a disposizione per chi va a p.ttane o a viados.

Solidarietà
Sussidi di stato per chi gestisce l’immigrazione dei nuovi servi. Soldi pubblici per chi ci mangia sopra. Elemosine gestite clientelarmente. Soldi di noi contribuenti coi quali i padroni comprano voti e consenso.

Garantismo
Il dominante di infima qualità, quello che si impone con la violenza, col crimine, col furto, con l’inganno, col tradimento, mantiene i governati nelle peggiori condizioni possibili, perché sa che peggiore è la qualità di vita dei governati, tanto meglio è per lui. La sua greppia e il suo scranno sono più sicuri.
Colpisce i dominati onesti e lavoratori, e favorisce i delinquenti, i puzzoni, gli insolventi, i truffatori. Le organizzazioni criminali, braccio armato dei padroni nei traffici illeciti, non devono essere disturbate.
Favor rei e favor debitoris.
E’ garantista chi sulla delinquenza ci mangia sopra.

filippo matteucci ha detto...

Mezzi di distrazione di massa , mezzi di asservimento di massa (balla servo, balla)
Il padrone guarda il buon servo, tatuato e con piercing, ballare nella discoteca che ha fatto costruire per lui e per gli altri suoi servi , e pensa: “BALLA SERVO, BALLA.
Da quello scemo che sei.
Picchiati con qualche altro servo, da quel cafone bullo che sei, ma ovviamente a me non mi tocchi neanche con un dito, neanche sai chi sono.
Vieni nella mia discoteca a cercare sesso o affetto, l’anima gemella o una delle mie puttane pagandola.
E impasticcati, riempiti della droga e dell’alcool che ti vendo, sfasciati nell’automobilina elettronica che ho fabbricato per te.
Cos’altro ti meriti, fesso come sei.
E vivi e lavora per me , pagami tasse e contributi , lascia che ti inflaziono i tuoi risparmi , usa questa moneta di carta straccia da me imposta , pagami il 20% d’IVA su ogni cosa che compri , vieni a leccarmi il sedere se vuoi un posto di lavoro…
Ma… a tutto questo, ora, non devi pensare, devi rimuoverlo dalla mente, da quella tua mente tanto stupida e indifesa che io controllo così bene. Non pensare, testa vuota, BALLA.
Ti do panem et circensem.
Droga, discoteca, calcio, musica, TV spazzatura, notti bianche, concerti in piazza, rave: ho creato tutto questo per te,
proprio per TE,
SERVO.”

Emancipazione
Il buon servo deve ballare, ascoltare musica, innamorarsi, fare sesso.
I padroni fanno i soldi, i servi fanno i figli.
La moglie, la figlia, la sorella del servo devono essere a disposizione del padrone.
La famiglia del servo deve essere disunita, disorganizzata, lacerata da liti interne, marito contro moglie, figli contro genitori, fratelli l’uno contro l’altro.
La famiglia del servo deve essere debole, non competitiva, non pericolosa, disarmata, imbelle.
Dividi et impera.

Trasgressione
Il servo che trasgredisce obbedisce al padrone. E’ funzionale al regime. E’ per lui lecito fare del male a se stesso e agli altri servi. Nessun giudice nominato dai padroni lo punirà.
Il padrone vuole che il servo balordo trasgredisca le regole del vivere civile tra servi. Così i servi vivono soffocati nella m.rda, e non pensano a rivoltarsi, a uccidere le famiglie dei padroni.
Pub, discoteche, piercing, tatuaggi, ultras, droga, alcool: facciamo scannare i servi tra di loro, noi padroni vivremo più tranquilli.
Dividi et impera, semper.


Filippo Matteucci

P.S. – spunto di riflessione per qualsiasi buon servo : sai quali famiglie padrone controllano il tuo comune, la tua provincia, la tua regione, la tua vuota esistenza, la tua vuota testa …?

ps2: i libertarian anonimi sono inutili per il semplice motivo che in guerra sulle lapidi occorre incidere nomi.